La mia coiffeur pour dames non è da meno. Mi tinge i capelli di nero poi dice che l'avevo chiesto io, il che non è è proprio possibile dato che in tutti questi anni non avevo mai chiesto di tingermi i capelli di nero e poi non solo non riconosce l'errore, ma al momento di farsi pagare mi carica l'importo dovuto con la spesa sostenuta per rimediare all'errore effettuato da lei. Ma non solo: al ritorno a casa mi accorgo che la competente professionista si è dimenticata di avvisarmi di avermi lasciato dei residui di ciocche nere dietro la testa, a macchia di leopardo, in una posizione strategica , quel che si dice : lontana dagli occhi e da ogni possibile rivendicazione. Ingenua? O sprovveduta del mestiere? Mah.
Dato che il suo coniuge ( della di lei, coiffeur) mi legge tutte le volte che arriva nel suo negozietto di preziosi ( scarsa clientela, deduco) glielo dica pure: "Ha perso una cliente di vecchia data , se questo può mai servire di lezione a gente che non vuole crescere. "
Perchè l'errore non è nulla . E' la mancanza del superamento dell'errore che è grave. Essere colpevoli può essere una condizione transitoria se si è in grado di valutare la deviazione, riconoscerla come un frutto della propria decisione e muoversi oltre di essa per vincerla. L'errore avviene perchè effettuarlo è la strada più conveniente nell'immediatezza dell'evento. Ma a lungo andare l'errore impegna ingenti risorse morali per mantenere lo status raggiunto con l'errore. E' questa posizione che ci rende colpevoli più dell'errore commesso. E' quindi il disconoscimento dell'errore preservandone la sua condizione.
L'innocenza non ha lacrime e non si deve giustificare. La colpevolezza deve mostrare il lato che commuove e che strazia per sopravvivere. Ed è un lavoro che tende i nervi e rattrappisce l'anima.
L'innocenza non deve raccontarsi perchè è nell'azione pura ed essenziale come il buio significa la notte. L'innocenza non deve essere convincente perche si apre al mondo quale realtà sobria ed urgente.
La colpevolezza racconta e mistifica perchè deve creare un'etica inesistente e fraudolenta.
Per questo non è l'errore che mi farà cambiare coiffeur, ma la mancanza di coscienza dell'errore che non ne permette la risoluzione e che impedisce all'innocenza di recuperare il dominio perduto in questa Italietta senza pudore e senza vergogna.
Perchè io dico invece che non solo nessuno è innocente, ma che tutti, proprio tutti siamo colpevoli. Colpevoli di sbagliare e colpevoli di accettare gli errori come un atto inevitabile, come un sopruso a cui non ribellarsi, di cui tacere.
Bisogna darci un taglio. E tanto per cominciare lo farò alla mia messa in piega.