giovedì 10 febbraio 2011

LA GATTA

Lo so, lo so, la mia mamma umana è sempre preoccupata, arriva a casa e si mette su quella scatoletta a schiacciare quegli stupidi quadretti grigi. In questi mesi l'ho vista sempre assorta in chissà che pensieri ..già ... i pensieri... chissà cosa saranno mai questi fluttuanti fantasmi che ci passano davanti allo sguardo. ma io so come fare: non presto a loro la minima attenzione: il mio tempo è qua: il mio tempo è ora. Mi scaldo al sole di questa splendida giornata  passeggiando sulla  fioriera  del mio grande balcone. L'aria è luminosa e quieta. Cosa altro possiamo desiderare dalla vita? 
Adesso la mia mamma umana mi  ha raggiunto qua e miagola strani dolci suoni  tra le labbra chiare. S'avvinghia a me con le sue lunghe mani sottili per un abbraccio che mi avvolge tutta.
Io l'assecondo volenterosa perchè so che anche lei può comprendere la vera ragione della nostra esistenza, che è quella di approfittare di ogni istante fantastico che la natura ci offre.

martedì 8 febbraio 2011

L'UOMO CHE CAMMINA SUI PEZZI DI VETRO



Mi sto addolcendo. Con l'età. 
Un tempo, quando mi imbattevo in persone incompetenti montavo dalla rabbia, lo ammetto. Cominciavo a sclerare. Stavo lì a guardarli  mentre il  fuoco   si sprigionava da tutti i pori della  pelle e alla fine gli scaricavo addosso tutto ciò che pensavo di loro. Niente di più sbagliato.
Loro si mettevano sulla difensiva e puntavano i piedi, rimanendo ancorati alle loro posizioni. Fine del dialogo. Stop.
Era più forte di me: perchè ho sempre l'idea che chi lavora deve essere competente, efficiente ed intelligente.
Esagero, lo capisco.
Non so se davvero ho smesso di avere questa idiosincrasia verso le incongruenze del mondo. Ma ho capito che posso farcela a comprenderle . E se non a comprenderle, almeno, a provarne tenerezza.
E' successo questo:
Un mio conoscente mi invita a casa sua : " ho arredato la casa con un mobilio interamente progettato e costruito da me, è fantastica: devi vederla"
Sono andata.
Appena apre la porta mi ritrovo davanti agli occhi una serie di pendagli fosforescenti  e appuntiti che pendevano oscillando dal soffitto.
Erano pezzi di metallo intagliati tanto grossolanamente da risultare acuminati e quindi pericolosi.
Lui era entusiasta: " Hai visto che bell'ornamento?"
Alzo lo sguardo ed ancora dal soffitto provenivano fili elettrici colorati che si intersecavano tra loro secondo un percorso impazzito che terminava nei pressi di uno specchio in una parete al centro della stanza.
Lo specchio era composto da tanti piccoli pezzi  assemblati tra loro tramite delle fasce metalliche inquietanti. Ma più di tutto , mi colpirono le dimensioni dei pezzi di vetro uno diverso dall'altro senza che si potesse intuire un disegno logico.
L'arredamento, quindi, fu un susseguirsi di oggetti pendenti dal soffitto di materiale vario, divani colorati ad arlecchino e cornici dorate senza alcun dipinto. 
Io ero sconvolta. Non c'era nulla che mi piacesse di ciò che stavo visitando. Mi voltai verso di lui per fargli delle domande su quel mobile o quel pendaglio, quando incrociai il suo sguardo estasiato alla vista delle sue opere. 
Allora gli accarezzai una guancia affettuosamente e gli dissi: " E' bellissimo! Sei veramente un bravo progettista"  Ero sincera.
E, in quel momento , mi pacificai con quella parte di mondo a cui piacevano quei pezzi di vetro.

lunedì 7 febbraio 2011

L' AZIENDA E' VOSTRA, SIGNORI !

Adesso immaginate di essere proprietari di una fabbrica di scarpe.
Ecco il vostro stabilimento: una capannone 80 x 100 , molti macchinari e  trecento dipendenti.
Certo, non avete  tutti i mezzi all'avanguardia, ma il fatturato va abbastanza bene.
Nel vostro reparto progettistica le cose sembrano andare per il meglio. Con i pochi strumenti a vostra disposizione il lavoro procede speditamente e molte buone idee riescono ad essere concretizzate con poca spesa.  anche perchè all'interno del settore ci sono due operai che lavorano bene: fanno tante ore e molte anche  non retribuite. Sono entusiasti del lavoro e si danno un gran da fare con ottimi risultati. Invece c'è  un reparto che ha ridotto l'orario perchè, dice il capomastro di quel miserrimo settore " non c'è  personale a sufficienza"
Cosa fareste voi?
Non so, ditemi. Cerchereste un nuovo capomastro per tentare una rinascita del reparto? Oppure sopprimereste il reparto poco produttivo? Pensateci bene, signori miei. 
Perchè in questa azienda, la vostra azienda, il vostro direttore generale, ha fatto tutta un 'altra cosa, non solo non ha sopresso il reparto poco funzionante e poco creativo, ma anzi,  ha deciso di trasferire  il lavoro, finora svolto egregiamente dai due operai entusiasti e volenterosi al settore  con il personale già ridotto e con un orario ristretto: un settore che non ha mai dimostrato capacità di iniziativa, di progettualità, di inventiva , insomma una ciofeca di reparto. E i due bravi  operai? Stanno a grattarsi le palle. Mistero della meritocrazia.  
Ma la fabbrica è vostra ,  cari cittadini, io ve l'ho detto.  Una vera furbata. eh?
Ora sono Cazzi vostri ( se poi nelle suole delle scarpe si formano i buchi)

giovedì 3 febbraio 2011

POTERE E PIPI'


E' capitato a tutti di imbattersi in quel particolare individuo che utilizza un qualsiasi suo potere  in modo arrogante e fazioso. E' una tentazione che ha origini ataviche quella di prevalere su chi è , in una particolare occasione , in posizione subalterna , per poter dire: " Ehi , qui comando io"

Non è necessario essere direttori generali o assessori o amministratori delegati: basta anche essere custodi di una scuola, fattorini di una ditta ed anche mozzo di  una nave. Insomma basta avere una funzione qualsiasi ed utilizzarla per imporre la propria volontà. Per esempio un custode di palazzo si può permettere di rivolgersi in modo arrogante e sgarbato all'indirizzo di un malcapitato visitatore per sentenziare: " Di qui non passa!" E così via.

Non è difficile fermare e inibire una persona che dipende da te anche solo per un secondo, che sia per poter  salire una scala o poter effettuare una visita medica od ancora per poter  avere un appuntamento. 
Non comprende mai, o non vuole comprendere, chi ricopre una specifica carica , che quel ruolo è soprattutto una funzione di servizio e che esiste proprio per adempiere a degli obblighi destinati a risolvere le faccende dei cittadini, dei lavoratori, del prossimo , insomma. Cioè è un ruolo che ti fa essere al servizio  delle persone non che ti fa essere a capo di queste.


Non ci sta niente da fare: è più forte di certa gente dover maltrattare colui che ha necessità di usufruire di un servizio. Allora dice, per esempio, :  " Bisogna rispettare le gerarchie, io non posso aiutarla " od ancora" Non è di mia competenza" o ancora" non posso fare niente" " si sposti" " l'ufficio è chiuso" e così via.


Queste persone, arroganti, sfrontate e villane non credano di ingannarci: dietro questi toni che vogliono simulare un indiscusso potere,invece, si cela solo un bisogno di riscatto per quella volta che mammà ha tirato loro un orecchio e ha urlato inviperita: " A letto senza cena!". Tiè!