Mi sto addolcendo. Con l'età.
Un tempo, quando mi imbattevo in persone incompetenti montavo dalla rabbia, lo ammetto. Cominciavo a sclerare. Stavo lì a guardarli mentre il fuoco si sprigionava da tutti i pori della pelle e alla fine gli scaricavo addosso tutto ciò che pensavo di loro. Niente di più sbagliato.
Loro si mettevano sulla difensiva e puntavano i piedi, rimanendo ancorati alle loro posizioni. Fine del dialogo. Stop.
Era più forte di me: perchè ho sempre l'idea che chi lavora deve essere competente, efficiente ed intelligente.
Esagero, lo capisco.
Non so se davvero ho smesso di avere questa idiosincrasia verso le incongruenze del mondo. Ma ho capito che posso farcela a comprenderle . E se non a comprenderle, almeno, a provarne tenerezza.
E' successo questo:
Un mio conoscente mi invita a casa sua : " ho arredato la casa con un mobilio interamente progettato e costruito da me, è fantastica: devi vederla"
Sono andata.
Appena apre la porta mi ritrovo davanti agli occhi una serie di pendagli fosforescenti e appuntiti che pendevano oscillando dal soffitto.
Erano pezzi di metallo intagliati tanto grossolanamente da risultare acuminati e quindi pericolosi.
Lui era entusiasta: " Hai visto che bell'ornamento?"
Alzo lo sguardo ed ancora dal soffitto provenivano fili elettrici colorati che si intersecavano tra loro secondo un percorso impazzito che terminava nei pressi di uno specchio in una parete al centro della stanza.
Lo specchio era composto da tanti piccoli pezzi assemblati tra loro tramite delle fasce metalliche inquietanti. Ma più di tutto , mi colpirono le dimensioni dei pezzi di vetro uno diverso dall'altro senza che si potesse intuire un disegno logico.
L'arredamento, quindi, fu un susseguirsi di oggetti pendenti dal soffitto di materiale vario, divani colorati ad arlecchino e cornici dorate senza alcun dipinto.
Io ero sconvolta. Non c'era nulla che mi piacesse di ciò che stavo visitando. Mi voltai verso di lui per fargli delle domande su quel mobile o quel pendaglio, quando incrociai il suo sguardo estasiato alla vista delle sue opere.
Allora gli accarezzai una guancia affettuosamente e gli dissi: " E' bellissimo! Sei veramente un bravo progettista" Ero sincera.
E, in quel momento , mi pacificai con quella parte di mondo a cui piacevano quei pezzi di vetro.