lunedì 7 febbraio 2011

L' AZIENDA E' VOSTRA, SIGNORI !

Adesso immaginate di essere proprietari di una fabbrica di scarpe.
Ecco il vostro stabilimento: una capannone 80 x 100 , molti macchinari e  trecento dipendenti.
Certo, non avete  tutti i mezzi all'avanguardia, ma il fatturato va abbastanza bene.
Nel vostro reparto progettistica le cose sembrano andare per il meglio. Con i pochi strumenti a vostra disposizione il lavoro procede speditamente e molte buone idee riescono ad essere concretizzate con poca spesa.  anche perchè all'interno del settore ci sono due operai che lavorano bene: fanno tante ore e molte anche  non retribuite. Sono entusiasti del lavoro e si danno un gran da fare con ottimi risultati. Invece c'è  un reparto che ha ridotto l'orario perchè, dice il capomastro di quel miserrimo settore " non c'è  personale a sufficienza"
Cosa fareste voi?
Non so, ditemi. Cerchereste un nuovo capomastro per tentare una rinascita del reparto? Oppure sopprimereste il reparto poco produttivo? Pensateci bene, signori miei. 
Perchè in questa azienda, la vostra azienda, il vostro direttore generale, ha fatto tutta un 'altra cosa, non solo non ha sopresso il reparto poco funzionante e poco creativo, ma anzi,  ha deciso di trasferire  il lavoro, finora svolto egregiamente dai due operai entusiasti e volenterosi al settore  con il personale già ridotto e con un orario ristretto: un settore che non ha mai dimostrato capacità di iniziativa, di progettualità, di inventiva , insomma una ciofeca di reparto. E i due bravi  operai? Stanno a grattarsi le palle. Mistero della meritocrazia.  
Ma la fabbrica è vostra ,  cari cittadini, io ve l'ho detto.  Una vera furbata. eh?
Ora sono Cazzi vostri ( se poi nelle suole delle scarpe si formano i buchi)

giovedì 3 febbraio 2011

POTERE E PIPI'


E' capitato a tutti di imbattersi in quel particolare individuo che utilizza un qualsiasi suo potere  in modo arrogante e fazioso. E' una tentazione che ha origini ataviche quella di prevalere su chi è , in una particolare occasione , in posizione subalterna , per poter dire: " Ehi , qui comando io"

Non è necessario essere direttori generali o assessori o amministratori delegati: basta anche essere custodi di una scuola, fattorini di una ditta ed anche mozzo di  una nave. Insomma basta avere una funzione qualsiasi ed utilizzarla per imporre la propria volontà. Per esempio un custode di palazzo si può permettere di rivolgersi in modo arrogante e sgarbato all'indirizzo di un malcapitato visitatore per sentenziare: " Di qui non passa!" E così via.

Non è difficile fermare e inibire una persona che dipende da te anche solo per un secondo, che sia per poter  salire una scala o poter effettuare una visita medica od ancora per poter  avere un appuntamento. 
Non comprende mai, o non vuole comprendere, chi ricopre una specifica carica , che quel ruolo è soprattutto una funzione di servizio e che esiste proprio per adempiere a degli obblighi destinati a risolvere le faccende dei cittadini, dei lavoratori, del prossimo , insomma. Cioè è un ruolo che ti fa essere al servizio  delle persone non che ti fa essere a capo di queste.


Non ci sta niente da fare: è più forte di certa gente dover maltrattare colui che ha necessità di usufruire di un servizio. Allora dice, per esempio, :  " Bisogna rispettare le gerarchie, io non posso aiutarla " od ancora" Non è di mia competenza" o ancora" non posso fare niente" " si sposti" " l'ufficio è chiuso" e così via.


Queste persone, arroganti, sfrontate e villane non credano di ingannarci: dietro questi toni che vogliono simulare un indiscusso potere,invece, si cela solo un bisogno di riscatto per quella volta che mammà ha tirato loro un orecchio e ha urlato inviperita: " A letto senza cena!". Tiè!



sabato 29 gennaio 2011

LA MUSICA E' FINITA, GLI AMICI SE NE VANNO. MA CHE INUTILE SERATA, AMORE MIO


Mi sono rassegnata. Lo dico ufficialmente. Non lotto più e penso soprattutto a mangiare ed a dormire. La Minetti, non vi sembrerà possibile, ma ha detto una grande verità: " per fare la guerra e vivere in competizione bisogna avere troppi peli sullo stomaco e soprattutto nient'altro a cui pensare. "

Invece c'è altro: come per esempio terre sconosciute, le passioni improvvise, i piccoli caldi legami che instauri durante il tempo che ti è concesso e così via come i piaceri del sesso ( sempre più labili ed incomprensibili ) i piaceri della Nutella e della pastasciutta al ragù .
Allora smetto di inquietarmi per l'inettitudine dei più forti perchè, in fondo, qualsiasi cosa io possa fare rimarrano più forti. allora smetto di scrivere lettere di giustizia e di società, perchè indignarsi vuol dire" sperare di poter cambiare" ed io, ma nemmeno voi, cari miei patatoni che leggete, nemmeno voi potete cambiare niente di ciò che continua a muoversi intorno a noi.
In certi momenti, quei momenti di grande ingiustizia, talmente sei dentro alle vessazioni, alle contraddizioni del mondo che ti pare di farne parte. Sbagliato. Ci sei capitato dentro, ma è stata solo una fatalità: tu sei la palla che si è trovata nel loro sentiero, ti prendono a calci solo perchè sei sul loro cammino, non c'entri nulla con le loro operazioni , non fai parte delle loro strategie: sei un piccolo pulviscolo di polvere che un colpo di mano leggera fa scivolare via dalla loro giacca.
Allora perchè accanirsi, perchè appassionarsi ad un dibattito ininfluente?
I giochi sono fatti e se non sono ancora fatti sono un progetto che va oltre le nostre normali capacità di comprendonio. Più grandi di noi. Fuori di noi. Mentre , magari pensiamo a schierarci da una parte anzichè dall'altra , invece le parti credute avverse e separate sono state da sempre un'unità di intenti e di azioni condivise.
Basta.
Mi immagino in una piccola casa a Saturnia. Immagino lunghe passeggiate e la possibilità di riacquistare la sensazione del mio corpo: l'udito, la vista, il palpito del cuore e della carne. Già mi vedo di pelle e occhi.
Non parteciperò alla battaglia .
Ho già abbandonato l'ascia sulla soglia di casa.

venerdì 28 gennaio 2011

POST - RIBOLO


Ci offriamo al mondo col gesto. Ogni nostro movimento è una forma di dedizione a ciò che è fuori di noi.
In questo, nel movimento e nel mio offrirmi c'è insita la necessità di essere accolta nel mondo e nello stesso tempo di includerlo nel mio corpo in una presa di cui il senso sempre oltrepassa l'intenzione iniziale.
Se noi ci offriamo all'esistenza in ogni gesto si da il caso che la spinta sessuale si incarna e si amalgama attraverso ogni nostro contatto oltre il corpo che abita il desiderio e lo significa spiritualmente.
Per questo, quando Santoro, durante la trasmissione ANNO ZERO, ha incalzato il suo dirigente che si presentava incompetente, incerto, confuso ed incapace persino di esprimere un'autorevolezza attraverso l'autorità, per questo, al di là della discussione in merito, l'unico impulso è stato quello di portarlo nel mio letto ed accoglierlo tra le braccia , quale simbolo di una forza che non si piega, che non si scoraggia, che convince e dilaga oltre le proprie forze per ciò in cui credeva e per quello che lo muoveva appassionatamente malgrado l'incertezza dell'affermazione, ma solo per la vitàlità e il valore delle proprie convinzioni. Insomma AVREI VOLUTO portarlo nel mio letto senza neanche offrirgli un caffè. Prima.