lunedì 17 gennaio 2011

IN VERITA' VI DICO.


Cos'è la verità? ( non ve l'aspettavate questa domanda eh?)

La parola " verità" tradotta dal greco significa " svelamento" Come se , appunto , la verità fosse una realtà iscritta nella volta celeste e che necessiti di una presa di coscienza che permetta la sua " scoperta".

La verità quindi diviene un ordine stabilito a cui dobbiamo tendere ed adeguarci. Per questo chi non si adegua e non si conforma a ciò che è stato chiamato " verità" è colui che disubbidisce, è colui che si ribella.

Ora, personalmente, non sento la verità come qualcosa che mi illumina e mi trascina, ma bensì come un'azione che si concretizza nei gesti buoni e funzionali.

Non sono io che mi ribello alla verità quando trasgredisco ad una consuetudine radicata, ma la circostanza che necessità un'azione alternativa.

Il tempo si muove vertiginosamente, tutto si trasforma al suo incedere, tocca a noi "fare" la verità attraverso un attività concreta e fattiva che permetta una realizzazione positiva della realtà vera.
Dunque la verità non è un dogma deciso nella notte dei tempi.
La verità si sperimenta e si definisce attraverso l'opera buona. Attraverso una concreta evoluzione dell'atto. Per questa stessa ragione non esiste la" disubbidienza" come azione eversiva alla realtà consueta, ma invece una ricerca onesta e attenta di una verità costruttiva.
Per questo adoro chi ha iniziative nuove, chi cerca strade vergini, visioni mai pensate oltre di noi. Per questo amo chi tenta di superarsi . Sempre.

giovedì 13 gennaio 2011

SPES CONTRA SPEM

Vi presento SPES CONTRA SPEM ("SPERARE CONTRO OGNI SPERANZA" dalla lettera di S. Paolo ai Romani 4,18) associazione onlus fondata da un gruppo di persone attive nel volontariato.
Nel 1993 nasce il progetto Televita destinata agli anziani, avviato nel 1993 su base volontaria diretto al territorio del IV Municipio di Roma, nel 1996 Televita diventa un'associazione di volontariato, con una propria autonomia organizzativa e operativa, in quanto ente dedicato a questo progetto specifico; nello stesso anno e nell'anno successivo tiene un convegno il cui scopo è mettere in rete tutti i soggetti che si occupano di handicap nel territorio, nasce la prima Consulta municipale per l'handicap nata a Roma., per la quale realizza studi e ricerche per il monitoraggio dei bisogni dei disabili, e valuta la congruità delle risorse assegnate ai capitoli del bilancio concernenti l'assistenza e la tutela delle persone con disabilità. .
Nel 1998 queste persone decidono di impegnarsi maggiormente nel rispondere alle esigenze dei disabili e delle loro famiglie: nel 2000 grazie all'impegno di queste persone e di altre molto generose nasce la prima casa famiglia per disabili dell'associazione: CASABLU (due appartamenti (1° e 2° piano), siti nell'immobile di via Comano 95; viene autorizzata dal Comune di Roma - V Dipartimento con determinazione dirigenziale n. 1055 il 12 giugno 2000, ad ospitare dodici persone adulte in stato di grave disabilità); nello stesso anno la Cooperativa promuove un convegno sullo stato di abbattimento degli ostacoli fisici, morali e culturali che si oppongono all'integrazione tra le diversità (Le barriere dentro e fuori di noi).
Tra il 2001 e il 2002 la Cooperativa realizza e promuove un progetto di servizio sperimentale, per l'assistenza a persone in età scolare in situazione di autismo o con disturbi del linguaggio e della comunicazione e partecipa in associazione temporanea d'impresa (A.T.I.) con la coop. soc. 'Il Brutto Anatroccolo', progetto sperimentale, promosso dal Municipio IV del Comune di Roma, che intendeva fornire ai malati terminali affetti da patologie oncologiche un supporto sociale domiciliare; con la coop. soc. 'Il Brutto Anatroccolo', con la coop. soc. 'Tangram - Idea Prisma', con l'assoc. 'La Maggiolina' a un servizio per minori, per l'animazione, l'integrazione e il coinvolgimento in attività ricreative di bambini in situazione di disabilità insieme a soggetti normodotati. Nel 2003 grazie alla partecipazione di molti giovani e meno giovani impegnati in Casablu nasce l'associazione "il Chicco di grano"; negli anni scolastici 2003-2004 e 2004-2005, è stato realizzato con successo il progetto di sensibilizzazione alla diversità, nelle classi della scuola media statale E. Majorana di Roma, ottenendo, attraverso i ragazzi la sensibilizzazione delle famiglie.
Il I novembre 2004 grazie all'aiuto di due generosi genitori nasce CASASALVATORE in cui sono ospitate sei persone con disabilità. Nel 2006 una sfida del tutto nuova, ormai perfettamente a suo agio nel campo della disabilità, la coop. si lancia in una sfida lanciata dall'attualità: nasce APPRODO una casa famiglia per ragazzi tra i 10 e i 18 anni, minori stranieri non accompagnati e iminori italiani sottratti alle famiglie. Nel 2007 ilo progetto si allarga: nasce SEMIAUTONOMIA: nell'appartamento di fronte quello che ospita APPRODO pochi piani sopra CasaSalvatore, una casa dove imparare l'autonomia, per i ragazzi che compiono diciotto anni e quindi escono dall'APPRODO: i ragazzi appena maggiorenni non godono più della tutela e delle possibilità che offre una casafamiglia, dovendola lasciare per far spazio ai più piccoli ma non essendo ancora effettivamente autonomi sono lasciati allo sbaraglio: con SEMIAUTONOMIA ci si è imposti l'obiettivo, in poco tempo, di indirizzarli ad una vita il più possibile autonoma: con la supervisione di un educatore e avendo di fronte la casa dove sono diventati "grandi" a cucinare, a gestire una casa, organizzarsi la vita da soli. Vengono inoltre aiutati nel cercare un lavoro e a crescere.

Oggi Spes Contra Spem non ha abbandonato le vittorie conseguite nel passato, ma non si accontenta: nuove sfide e nuovi grandi risultati ci attendono. Anche grazie all'aiuto di genorosi e vecchi amici ma anche di quelli nuovi, per non dimenticare anche in un periodo di crisi così buia come quello che stiamo vivendo chi paga spesso il prezzo più pesante.

PER LAVORARE BENE BISOGNA ANDARE AL CENTRO

Tutti noi, diciamolo, siamo orientati verso un acceso individualismo. In molti , questo volgersi verso se' stesso poggia su una ambizione sconfinata e su un senso di inferiorità che lo porta a guardare l'altro con invidia .

Si invidia all'altro il modo in cui lavora, il risultato che raggiunge , si vorrebbe essere nei suoi panni, non comprendendo che nei suoi panni non si potrebbe mai ripetere lo stesso comportamento.

Tanto per non entrare nel personale, per esempio,mi è capitato che un collega ha voluto a tutti i costi una funzione già portata avanti egregiamente dall'ufficio dove lavoro, malgrado avesse già difficoltà a compiere il proprio compito con l'orario pieno.
Eppure, se veramente avesse avuto a cuore la buona realizzazione del proprio di lavoro, avrebbe cercato di implementare l'orario del servizio già in sua gestione, avrebbe cercato di elaborare dei progetti per svilupparlo e renderlo efficiente.
Invece no. Ha assegnato al suo servizio un futuro ancora più mediocre e incompleto per accettare un ulteriore funzione. Il motivo non può essere che uno solo.
Tanto era la sua aspirazione all'emulazione di chi vedeva più alto di lui ( eh eh magari a ragione...) che ha scelto di appropriarsi di una competenza , di cui non ha la conoscenza, nè la necessaria umiltà per CONOSCERLA ( e, diciamolo veramente, nepèpure il tempo sufficiente, se lo utilizzasse per il serrvizio già a lui assegnato da molto tempo)
Questa mia riflessione, mi ha fatto passare completamente l'incazzatura per ciò che questo mi ha comportato personalmente ( cioè rinunciare a SVOLGERE un compito che mi piaceva e che avevo sempre portato a termine con piena soddisfazione dell'amministrazione rimanendo, ora, praticamente senza lavoro) , lasciando posto ad una desolata pietà verso un individuo che, perseguitato, probabilmente, da un senso di inadeguatezza , non potrà mai raggiungere quell'equilibrio emotivo che gli possa consentire una opportunità di reale condivisione con gli altri e pure con se' stesso.
Invece, il superamento di noi stessi sta nella capacità di costruire il centro di se' ; solo dopo sarà possibile l'incontro con il mondo che potrà essere privo di quei vizi propri di chi deve mostrare agli altri ciò che neppure trova in se' stesso.
La bellissima immagine è di una persona che mi è molto cara. La bacio.

mercoledì 12 gennaio 2011

LA VITA CONFORME




"La quotidianità è il mondo visto e praticato da un soggetto collocato nei suoi normali contesti di vita, quelli in cui avviene “ciò che si fa tutti i giorni"




Ho una posizione. ma l'ho già detto? Un lavoro sì, ovviamente. E cerco di rispettare le regole.


Ma non perchè ho paura di perdere un ruolo che ho acquisito. Lo faccio per rispetto degli altri. Ho dei compiti e cerco di svolgerli correttamente. Sembra una banalità. Anzi, lo è certamente. Eppure non sono in queste cose . Come ho detto. Sono distratta. Sono fuori dal mondo. Se non avessi questa possibilità, ossia varcare il cancello della quotidianità tutte le volte che mi aggrada, potrei morire.

Sono altro. Ho pensieri che mi nutrono e mi sostengono con forza. Non sono qui. Ma sono "ora" certamente, in ogni caso. I miei pensieri sono prorompenti, vitali, autorevoli. A volte mi strattonano violentemente. Io li seguo. Certo che li seguo.


Divento il demone sovvertitore. Divento l'esistenza essenziale. Sono la passione. Sono il desiderio che trasmuta le regole quotidiane.


I miei fantasmi mi verranno a trovare ed io li seguirò senza indugio . Attraverseremo città nuove, nuove possibilità. Sarò chiamata a battaglie oscure e inquietanti. Sono altro.

Ho un coltello fra i denti e sciabole luccicanti sui fianchi. Ho addosso odori inebrianti. Come potrei identificarmi nel tono suadente ? nel movimento lento e accomodante del corpo? Sono altro. Ho altre aspirazioni . Guardo oltre questo giorno. La mia vita scorre parallela all'oggi consueto. E' un abisso all'interno di esso. Posso nuotarci come piccolo pesce guizzante.

Non comprendo e non mi affrancherò a chi si posiziona nel quotidiano. Sarebbe, per me, la resa.

Sono lontana. Lontanissima dal giorno. Lo osservo con tenerezza, ma non mi appartiene anche se pare questa la vita..




" La vita mi appare sempre più da lontano: forse per questo la scorgo sempre più terribile.. Ma guai a me se un giorno non potessi più reggere così straniato da tutti". (1886)

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Così scrisse Nietzsche due anni prima di essere internato in manicomio.