giovedì 13 gennaio 2011

PER LAVORARE BENE BISOGNA ANDARE AL CENTRO

Tutti noi, diciamolo, siamo orientati verso un acceso individualismo. In molti , questo volgersi verso se' stesso poggia su una ambizione sconfinata e su un senso di inferiorità che lo porta a guardare l'altro con invidia .

Si invidia all'altro il modo in cui lavora, il risultato che raggiunge , si vorrebbe essere nei suoi panni, non comprendendo che nei suoi panni non si potrebbe mai ripetere lo stesso comportamento.

Tanto per non entrare nel personale, per esempio,mi è capitato che un collega ha voluto a tutti i costi una funzione già portata avanti egregiamente dall'ufficio dove lavoro, malgrado avesse già difficoltà a compiere il proprio compito con l'orario pieno.
Eppure, se veramente avesse avuto a cuore la buona realizzazione del proprio di lavoro, avrebbe cercato di implementare l'orario del servizio già in sua gestione, avrebbe cercato di elaborare dei progetti per svilupparlo e renderlo efficiente.
Invece no. Ha assegnato al suo servizio un futuro ancora più mediocre e incompleto per accettare un ulteriore funzione. Il motivo non può essere che uno solo.
Tanto era la sua aspirazione all'emulazione di chi vedeva più alto di lui ( eh eh magari a ragione...) che ha scelto di appropriarsi di una competenza , di cui non ha la conoscenza, nè la necessaria umiltà per CONOSCERLA ( e, diciamolo veramente, nepèpure il tempo sufficiente, se lo utilizzasse per il serrvizio già a lui assegnato da molto tempo)
Questa mia riflessione, mi ha fatto passare completamente l'incazzatura per ciò che questo mi ha comportato personalmente ( cioè rinunciare a SVOLGERE un compito che mi piaceva e che avevo sempre portato a termine con piena soddisfazione dell'amministrazione rimanendo, ora, praticamente senza lavoro) , lasciando posto ad una desolata pietà verso un individuo che, perseguitato, probabilmente, da un senso di inadeguatezza , non potrà mai raggiungere quell'equilibrio emotivo che gli possa consentire una opportunità di reale condivisione con gli altri e pure con se' stesso.
Invece, il superamento di noi stessi sta nella capacità di costruire il centro di se' ; solo dopo sarà possibile l'incontro con il mondo che potrà essere privo di quei vizi propri di chi deve mostrare agli altri ciò che neppure trova in se' stesso.
La bellissima immagine è di una persona che mi è molto cara. La bacio.

mercoledì 12 gennaio 2011

LA VITA CONFORME




"La quotidianità è il mondo visto e praticato da un soggetto collocato nei suoi normali contesti di vita, quelli in cui avviene “ciò che si fa tutti i giorni"




Ho una posizione. ma l'ho già detto? Un lavoro sì, ovviamente. E cerco di rispettare le regole.


Ma non perchè ho paura di perdere un ruolo che ho acquisito. Lo faccio per rispetto degli altri. Ho dei compiti e cerco di svolgerli correttamente. Sembra una banalità. Anzi, lo è certamente. Eppure non sono in queste cose . Come ho detto. Sono distratta. Sono fuori dal mondo. Se non avessi questa possibilità, ossia varcare il cancello della quotidianità tutte le volte che mi aggrada, potrei morire.

Sono altro. Ho pensieri che mi nutrono e mi sostengono con forza. Non sono qui. Ma sono "ora" certamente, in ogni caso. I miei pensieri sono prorompenti, vitali, autorevoli. A volte mi strattonano violentemente. Io li seguo. Certo che li seguo.


Divento il demone sovvertitore. Divento l'esistenza essenziale. Sono la passione. Sono il desiderio che trasmuta le regole quotidiane.


I miei fantasmi mi verranno a trovare ed io li seguirò senza indugio . Attraverseremo città nuove, nuove possibilità. Sarò chiamata a battaglie oscure e inquietanti. Sono altro.

Ho un coltello fra i denti e sciabole luccicanti sui fianchi. Ho addosso odori inebrianti. Come potrei identificarmi nel tono suadente ? nel movimento lento e accomodante del corpo? Sono altro. Ho altre aspirazioni . Guardo oltre questo giorno. La mia vita scorre parallela all'oggi consueto. E' un abisso all'interno di esso. Posso nuotarci come piccolo pesce guizzante.

Non comprendo e non mi affrancherò a chi si posiziona nel quotidiano. Sarebbe, per me, la resa.

Sono lontana. Lontanissima dal giorno. Lo osservo con tenerezza, ma non mi appartiene anche se pare questa la vita..




" La vita mi appare sempre più da lontano: forse per questo la scorgo sempre più terribile.. Ma guai a me se un giorno non potessi più reggere così straniato da tutti". (1886)

.


Così scrisse Nietzsche due anni prima di essere internato in manicomio.

martedì 11 gennaio 2011

VERRA' LA MORTE ED AVRA' I TUOI OCCHI

In questo periodo mi capita spesso di svegliarmi durante la notte . Bon.

Questa non pare una notizia molto originale. Chissà a quanti, direte voi, capita di svegliarsi nel cuore della notte ed anche, magari, di non ri - addormentarsi più e non per questo ne fanno articolo da romanzo.

Ok, lo so, ma non cominciate a rompermi il cazzo con le vostre rimostranze che non è giornata.

Insomma, fatemi finire ( adoro litigare con l'altro io fuori di me soprattutto quando ho bisogno di scaricare la mia, pur adorabile, furente aggressività)

Dicevo, appunto, che mi sveglio sopraffatta dall'oscurità più completa e subito, appena mi sveglio, mi appresto ad alzarmi ed ad andare in bagno. Ora, da un po' di tempo, questa azione , banale ed in qualche senso, consueta, pare sia seguita da una sensazione di impotenza fisica e di conseguente sorpresa immediata di avere, invece , conservato le forze che mi permettano di ergermi in piedi sulle mie gambe ancora vigorose e capaci di tal gesto.
Ho come l'idea, insomma, che il riposo notturno abbia causato in me dei cambiamenti irreversibili quali un invecchiamento precoce oppure una improvvisa malattia degenerativa che, quindi, mi sorprendesse, appena sveglia, in queste mie tristi e nuove condizioni.
Come se nell'intervallo di tempo della mia coscienza vigile mi fossi trasformata in un altra me , più debole e più vulnerabile.
Sempre decido di cercare la mia immagine nello specchio con il timore che rifletta una faccia diversa da quella con cui mi ero coricata. Una immagine degenerata, appesantita e deturpata da espressioni cruente e sgraziate, quindi che riveli di me una realtà sfiorità, sconfitta, inaccettabile.
E' un attimo: perchè lo specchio mi rimanda l'immagine del mio volto nel suo consueto aspetto delicato e armonioso ( e, devo dire, delizioso) senza quei cenni severi e rabbiosi che mi sentivo addosso.
Mi dico: " Non è successo nulla" ma con l'ansia di chi ha la consapevolezza di nascondere un'ombra inquieta e scellerata tra le pieghe di un anima invisibile e segreta.

( la fascetta carinissima che vedete al braccio è veramente un ornamento che impreziosisce il mio aspetto solare e gioioso)

lunedì 10 gennaio 2011

TRIPPA PER GATTI


Eccoci all'inizio di una nuova settimana che, parafrasando Guccini , è diversa tutti i giorni e tutti i giorni uguale a se stessa.
Intanto, ringrazio i miei lettori affezionati che non mi lasciano nemmeno di notte, che mi leggono per quasi ventiquattro ore, come testimonia la mia statistica degli ingressi. Certo, non tutti mi leggono perchè mi amano, molti mi leggono per scrivere messaggi scioccherelli, di quelli che fanno intendere di non avere capito un' emerita mazza DEI MIEI POST, ma tant'è.. anche quelli fanno numero: un po' come quando cerchi voti in parlamento: un numero è un numero, niente di più che questo, perchè stare a questionare sul valore intrinseco della persona che lo rappresenta?
Anzi, diciamolo, a me diverte pensare a quell'anonimo che alle tre di stanotte, si prende la briga di commentare sul mio blog con l'intento di dire una cattiveria per farmi arrabbiare , ma non ce la fa perchè,come dice Lucy nel fumetto LINUS: "non è importante che si parli male di me: l'importante è che io sia popolare."
E sono talmente popolare, sembrerebbe, da far compiere operazioni acrobatiche ed alquanto fantasiose per impedirmi di lavorare.
Ed io,ALLORA, dico: " Fai pure, impegnati in questa azione , infine ,mica poi tanto complicata DA REALIZZARE in un ente pubblico, dove lo stipendio non si decurta con il carico di lavoro . "
Ma, se rifletti un tantino, ma solo un poco , credimi che, qualora riuscisse il gioco di mettermi a riposo, tutto ciò non può portare a nulla.
( tranne che a farmi riposare)
L'invidia, come dice Umberto GaLimberti ( che non è un personaggio di farmville, come probabilmente saresti portata a pensare) è un tentativo disperato di salvaguardare la propria identità, minacciata dal confronto con gli altri.
Ma la società purtroppo si regge, in gran parte, sul confronto sociale ed a questo non si pùò sfuggire.
Il proprio valore non si misura cercando di svalutare gli altri, ma attraverso la realizzazione di iniziative utili e costruttive. E sono quelle , oggi, le grandi assenti. E la loro assenza rivela l'inconsistenza di un progetto e di una riflessione CREATIVA di chi, invece, ha il dovere di fare.
Il resto, come diceva il buon Califano, è trippa per gatti, ossia sorci tuoi.
Buon appetito.