
Ci è stato detto, sin da bimbi, che il mondo in cui viviamo è il solo possibile mondo fuori del quale non c'è possibilità di una esistenza diversa e migliore.
Per questo l' omologazione con gli altri ci è parsa una conseguenza naturale per la nostra sopravvivenza .
L'obbedienza alle consuetudini radicate da secoli appare non una coecizione, ma una condizione naturale. Un fatto biologico.
Certe volte, diciamo, quasi sempre, mi sorprendo ad impegnarmi in conversazioni appassionate su come un dato comportamento sia da abbondonare che: no, no, no ci può essere una strada migliore, una soluzione alternativa, ci può essere un'altra possibilità che possa dare risultati vincenti e li descrivo e li propongo argomentandoli con una speranza ostinata , una determinazione accorata , una premura risoluta del tutto vana
Sembra, quasi, che parlare con l'altro, non voglia più significare mettere in comune la propria visione di vita per un confronto ed un avvicendamento arricchente, ma anzi, neutralizzare le differenze per appiattire lo sguardo in una direzione unica e stereotipata. Non quindi " comunicare" ma " aderire al costume".
E poi ci sono i codardi: quelli che non osano chiamare "il re nudo" quando è nudo arrecando danni patologici , non solo al sistema vigente, ma all'umanità intera che così massificata non potrà avere un futuro illuminato, una visione che si propaghi al di là di ciò che finora definiva il paradigma dell'ardore umano.
Odio i codardi.
E gli sciocchi, pure. Una categoria pericolosissima.
In una pagine dei vangeli apocrifi si trova scritto:
Gesù disse:
" Gli storpi li ho guariti, i ciechi pure. Con gli stupidi non sono riuscito. "
Da allora si sono moltiplicati a dismisura
Eccoli qui. A pochi passi da noi.
TIMBRANO IL CARTELLINO