mercoledì 8 dicembre 2010

IL DIPENDENTE CHE NON JA FA DA SOLO


Il dipendente che non ja fa da solo ha bisogno dell'apporto di numerosi altri dipendenti tra le varie categorie: " inutile", " incazzato", " tremens" " raccomandato " e così via.
Perchè il dipendente che non ja fa non riesce a portare a termine alcun compito con le sue sole forze fisiche e/o intellettuali.
Per esempio, per allestire un qualsivoglia evento, invece di mettersi lì a comporre nero su bianco le varie possibilità sceniche, per poi mettere in pratica il lavoro pensato ecco che chiama a rapporto, operai, cantonieri, magazzinieri, elettricisti, scenografi, dirigenti e quant'altro, per lavorare ad un' opera che per realizzarla sarebbe bastato solamente mettere in funzione un proprio cervello (ammesso che sia stato funzionante.)
Non è raro, quando ti imbatti in un dipendente che da solo non ja fa , trovarsi in mezzo ad una marea di tecnici, operai, impiegati, architetti , tutti intenti a risolvere una sola questione, impegnando così tutte le risorse economiche e cerebrali a disposizione dell'ente.
Tu che, invece, non hai mai chiesto aiuto ai colleghi quando dovevi realizzare grandi manifestazioni e nè quando dovevi mettere a punto scenografie per essere ammirate da migliaia di cittadini, hai un moto di compassione verso il dipendente che non ja fa , vorresti dargli una pacca sulla spalla e fargli coraggio, sempre che in mezzo a tutta quella folla di operatori tu riesca a individuarlo perso com'è nel fondo del fondo di un progetto che non gli appartiene per niente e di cui , probabilmente, rivendicherà la paternità.
Alla fine non lo fai perchè non vuoi togliere al dipendente che non ja fa , l'illusione di aver operato con tutte le sue intellettuali for,ze ad un grande momento utile alla storia della città.
Ma , in cuor nostro, facendo i conti di quante risorse umane sono state impegnate, di quante ore sono state spese, di quanti cervelli sono stati chiamati a raccolta , di quante braccia hanno spostato, trascinato, trasportato, sollevato pesi e idee ci si chiede se alla fine il rapporto qualità / prezzo sia stato realmente equilibrato, oppure il sovraccosto era l'inevitabile conseguenza dovuta al fatto di aver assegnato l'incarico al dipendente che non ja fa. Che non ja faceva proprio da solo. Amen

martedì 7 dicembre 2010

VALENZA.....


la foto è di Cinzia Garbi. per poterla estrapolare dal blog è necessaria l'autorizzazione dell'artista

sabato 4 dicembre 2010

VARIGOTTI. UNA CITTA' CHE SI APRE AL MARE







Varigotti è un piccolissimo paese, frazione di Finale Ligure. caratteristica è la sua spiaggia composta da sabbia finissima, a differenza dei paesi limitrofi dove le spiagge sono di sassi. Altra caratteristica è la chiusura al traffico del paese composto da vie lastricate da ciotoli del colore tipico ligure ( SENAPE)
Il paese, benchè piccolo, ispira un senso di grande libertà essendo completamente aperto verso il mare da dove ,volgendo lo sguardo verso l'interno, vediamo ergersi gravi e massicci gli appennini imbiancati.
Antonella è in ferie per cinque giorni.

mercoledì 1 dicembre 2010

IL POTERE INCOMPETENTE NON VIVE SENZA LA SUA CORTE

Nel mondo del lavoro troviamo due figure che sono una l'antitesi dell'altra:
il cortigiano e l'uomo libero .
La libertà, naturalmente, non è intesa nel senso di fare ciò che si vuole o come un' azione persistente in una società senza regole :la libertà in questo caso è l'espressione creativa di se' , la capacità di organizzare il proprio talento e di metterlo al servizio dello sviluppo culturale della società.
La libertà è intesa come necessità dell' essere umano di potersi realizzare nelle proprie competenze ed aspirazioni.
Il cortigiano, invece, non è una persona libera: è in balia del potere/padrone, non ha voluto sviluppare alcuna competenza e quindi è un incapace perchè è solo rivolto a compiacere il capo ed a servire chiunque eserciti in quel momento il potere.
L'uomo libero non si riconosce perchè ha successo. Infatti generalmente è relegato a ruoli secondari.
Si riconosce per quell'aureola di forza e temerarietà che sembra attraversare la sua immagine.
L'uomo libero viene temuto da chi non ha avuto lo stesso coraggio. Viene allontanato e si ascolta malvolentieri. All'uomo libero si impedisce di interloquire con gli altri. Ma non tanto perchè le sue parole possono far danno. No, soprattutto perchè le sue parole risuonano quale ancestrale rimprovero nel profondo della coscienza di chi, per codardia, ha soffocato la propria dignità e la propria libertà.
Non riesco a intravedere un futuro di pace per l'uomo libero perchè non è in grado di coesistere con la presenza del cortigiano. Il cortigiano è fisso al presente: la sua cultura è dedita allo sforzo di " stare a palazzo" ad una politica basata sull'individualismo e sulla furbizia. Sull'intrigo e il soliloquio chiassoso.
Il cortigiano deve essere incompetente: non c'è spazio per qualsivoglia iniziativa personale: il cortigiano non agisce, ma ubbidisce: serve perchè deve occupare il posto che formalmente è in organico. In modo che altri lo possano amministrare e conservare, così, una parvenza di gestione democratica.
I cortigiani sono intermediari del potere. La cortigianeria porta con se' un 'idea di una società infetta, autoreferenziale, senza coraggio e senza una spinta che possa portarci in un futuro nuovo fatto di progetti, di capacità e di scelte dignitose per chi lavora .
L'uomo libero crea problemi , in una società così. E' fastidioso, scomodo e irritante.
Per questo la vita per l'uomo libero di questi tempi è molto dura.
Coraggio!