mercoledì 1 dicembre 2010

IL POTERE INCOMPETENTE NON VIVE SENZA LA SUA CORTE

Nel mondo del lavoro troviamo due figure che sono una l'antitesi dell'altra:
il cortigiano e l'uomo libero .
La libertà, naturalmente, non è intesa nel senso di fare ciò che si vuole o come un' azione persistente in una società senza regole :la libertà in questo caso è l'espressione creativa di se' , la capacità di organizzare il proprio talento e di metterlo al servizio dello sviluppo culturale della società.
La libertà è intesa come necessità dell' essere umano di potersi realizzare nelle proprie competenze ed aspirazioni.
Il cortigiano, invece, non è una persona libera: è in balia del potere/padrone, non ha voluto sviluppare alcuna competenza e quindi è un incapace perchè è solo rivolto a compiacere il capo ed a servire chiunque eserciti in quel momento il potere.
L'uomo libero non si riconosce perchè ha successo. Infatti generalmente è relegato a ruoli secondari.
Si riconosce per quell'aureola di forza e temerarietà che sembra attraversare la sua immagine.
L'uomo libero viene temuto da chi non ha avuto lo stesso coraggio. Viene allontanato e si ascolta malvolentieri. All'uomo libero si impedisce di interloquire con gli altri. Ma non tanto perchè le sue parole possono far danno. No, soprattutto perchè le sue parole risuonano quale ancestrale rimprovero nel profondo della coscienza di chi, per codardia, ha soffocato la propria dignità e la propria libertà.
Non riesco a intravedere un futuro di pace per l'uomo libero perchè non è in grado di coesistere con la presenza del cortigiano. Il cortigiano è fisso al presente: la sua cultura è dedita allo sforzo di " stare a palazzo" ad una politica basata sull'individualismo e sulla furbizia. Sull'intrigo e il soliloquio chiassoso.
Il cortigiano deve essere incompetente: non c'è spazio per qualsivoglia iniziativa personale: il cortigiano non agisce, ma ubbidisce: serve perchè deve occupare il posto che formalmente è in organico. In modo che altri lo possano amministrare e conservare, così, una parvenza di gestione democratica.
I cortigiani sono intermediari del potere. La cortigianeria porta con se' un 'idea di una società infetta, autoreferenziale, senza coraggio e senza una spinta che possa portarci in un futuro nuovo fatto di progetti, di capacità e di scelte dignitose per chi lavora .
L'uomo libero crea problemi , in una società così. E' fastidioso, scomodo e irritante.
Per questo la vita per l'uomo libero di questi tempi è molto dura.
Coraggio!

martedì 30 novembre 2010

UN POST/UPIDO


E' così, credetemi: alla fine di una giornata densa di scene inenarrabili ( soprattutto per la mediocrità delle comparse e la scandalosa pretenziosità gerarchica delle dinamiche relazionali venutesi a creare) si raggiunge almeno qualche consapevolezza:
che non ha senso chiedere ad una pettinatrice se per caso hai bisogno di un nuovo taglio di capelli, ( a proposito. bel taglio il mio, no?)
che non si chiede mai ad un commerciante se ha fatto un buon prezzo,
che non devo chiedermi nemmmeno se chi prende il triplo del mio stipendio ha per caso il triplo della mia intelligenza o invece ne ha un terzo.
ma soprattutto mi sono rassegnata davanti ad una grande verità:
È difficile volare con le aquile quando lavori coi tacchini.
adesso chiedetemi perchè ci sono tanti tacchini e pochissime aquile : questa è facile.
Se sei già sul pavimento non puoi cadere.

e la paura di cadere è più forte della voglia di elevarsi.
Per questo.

IL SERVIZIO PUBBLICO CHE VORREI

Il comune che vorrei non aspetta le petizioni dei cittadini che chiedono di sistemare le panchine divelte, lo fa come manutenzione ordinaria.
Il Comune che vorrei non perde di vista ciò che il suo ruolo rappresenta ossia una funzione di servizio pubblico rivolto alle persone che abitano la città .
Il Comune che vorrei non spreca le risorse umane presenti all'interno dell'ente ma se ne serve per poter adottare progetti diretti al miglioramento della vita della comunità.
Non mortifica il lavoratore negandone le capacità e le professionalità che gli sono proprie e che sono qualità essenziali per un buon andamento del servizio.
Perchè chi amministra un Comune non ne è il padrone, ma il servitore solerte che risponde del proprio operato alla comunità .
Il Comune che vorrei è amministrato da persone che non dimenticano nemmeno per un momento che stanno gestendo i soldi versati nelle casse comunali dai cittadini affinchè siano utilizzati al meglio per il bene pubblico e non per scopi personali
Nel Comune che vorrei non si sviliscono le professionalità a causa di invidie o di paure, ma si utilizzano e si ottimizzano gli sforzi comuni per un programma rivolto all'interesse della gente.
Perchè nel Comune che vorrei si sa perfettamente che tutto ciò che adoperiamo non ci appartiene e non serve per mettersi in mostra, per esibire le proprie vanità o per sfogare le proprie voglie di notorietà, ma è solo un mezzo che permette alla comunità di vivere in una città vitale, forte, accogliente , trasparente e libera.
Nel Comune che vorrei non si minaccia, non si umilia, non si allontana la gente, non si ignorano i lavoratori, i bambini, i vecchi, ma si ascoltano, si incontrano per confrontare le opinioni, le necessità, le esperienze, le competenze, le speranze.
Nel servizio pubblico che vorrei.



Ringrazio tutti quelli che mi hanno scritto. Anche chi ha scritto mail . ho deciso di esserci e darmi da fare

lunedì 29 novembre 2010

LA VITA DURA DEI POLITICI


Che vita dura questi politici! i giorni festivi o pre - festivi sempre a tagliare qualche nastro inaugurale cercando di prepararsi un discorsetto credibile su come sarà fantastica la ripresa.
E in queste occasioni, chissà che fatica cercare di fare la faccia più rilassata possibile, soprattutto quando parte il flash del fotografo! E le rughe.. queste maledette rughe che cominciano a essere visibili. il mento che cade, le guance che cedono, le palpebre ruvide, la fronte aggrottata..
Già dal mattino della domenica , il politico di turno cerca di prepararsi per essere presentabile, cordiale, simpatico, amabile. E poi che fatica cercare di sorridere a quel tipo della stessa coalizione che vuole farlo fuori, quello che non vede l'ora di assistere ad un passo falso per poter sedersi allo stesso scranno!
Allora, quando lo incrocia vorrebbe pestargli il piede con lo stivaletto taccato a spillo, invece niente. Come fosse un caro amico subito gli elargisce sorrisi e bacini, abbracci di rito e frasi adulatorie per cercare di imbonirselo un po'.
Intanto la domenica è passata. E lunedì si riprende la battaglia per rimanere in sella. Ed è così difficile soprattutto per chi non sa fare niente di niente. E' come una roulette russa. Riuscirò ancora oggi a darla a bere?
Che vita stressante!
E poi , una volta che il politico è stato defenestrato che rimane di lui? Delle strette di mano, dei complimenti , delle defererenze che gli venivano concesse? Nulla. Cammina per strada e qualche vecchio è anche capace di lanciare un : " ladro!" nella sua direzione. E, PURE se a casa custodisce davvero un bel gruzzoletto ...triste e solo rimpiange persino i flash impietosi nella sua pelle raggrinzita. E mentre cammina, a testa bassa , si duole di non essersi assicurato, ai tempi d'oro, un posto nella pubblica amministrazione , magari come custode dei giardini pubblici!