
S’era messa a guardare le cose che la circondavano.
Si ricordava il tempo e l’impegno che aveva adoperato per realizzare tutto ciò che aveva. Ma era un ricordo accademico, da scolaretta zelante, non avvertiva più il senso e l’emozione. Ciò che vedeva non le piaceva affatto. S’accorse che il suo bisogno era diretto all'atto di comporre più che all'oggetto finito. Il giocattolo strutturato non le interessava. Viveva nell’energia del desiderio di costruire e manipolare l’istante, viveva succhiando profondamente la linfa dell’essenza che dipanava da lei , ma poi non si attardava a verificare l'effetto.
Si ricordava il tempo e l’impegno che aveva adoperato per realizzare tutto ciò che aveva. Ma era un ricordo accademico, da scolaretta zelante, non avvertiva più il senso e l’emozione. Ciò che vedeva non le piaceva affatto. S’accorse che il suo bisogno era diretto all'atto di comporre più che all'oggetto finito. Il giocattolo strutturato non le interessava. Viveva nell’energia del desiderio di costruire e manipolare l’istante, viveva succhiando profondamente la linfa dell’essenza che dipanava da lei , ma poi non si attardava a verificare l'effetto.
Mentre pensava questo, con il desiderio di aprire la porta e dirigersi altrove, le pareva all’improvviso che questa sua inclinazione non fosse giovevole. Sarebbe quindi stata in continuo pellegrinaggio con l’ansia d’avere non volendo ottenere davvero, non potendo avere mai soddisfacimento e senza fermarsi ad una vita sicura e costruttiva?
Lei lo sapeva. che la sua esistenza era protesa all’atto dell’eccitazione profonda della propria anima e solo attraverso l’impazienza del possesso avrebbe potuto elevare la sua canzone e essere presente alla sua vita confusa e libertaria. Per questo aspettava quell''incontro che era sempre un principiare il gioco e l'emozione. Un ricostruire daccapo come se nulla fosse stato raggiunto negli incontri precedenti. Per questo lei amava quei momenti. Per questo lei amava lui in modo viscerale. Così decise di non pensare più a niente. Subito non si mosse ma rimase seduta silenziosa e indifferente. Poi si alzò, si infilò il giaccone lentamente, afferrò le chiavi dell'auto sul mobile dell’ingresso. Quante volte lo aveva fatto? Quante volte era scappata? Scappare. Scappare. Allontanarsi senza poter spiegare, senza sapere dove andare di preciso.
Lei aprì la porta con l’animo ribelle e clandestino che le era consueto. Lei scese le scale senza far rumore. Lei andò via. Ma sapeva che lo avrebbe fatto anche dal luogo che l'attendeva.