
Nel vangelo c'è riportata una frase significativa che spiega ciò che fa di noi dei mistificatori:
" La lingua è un fuoco che incendia tutta la nostra vita. "
Perchè è soprattutto attraverso il linguaggio che noi decidiamo di raccontare la realtà , e, spesso, attraverso la rappresentazione che più ci aggrada.
Allora scriviamo: " Sono un gentiluomo" oppure scrivo " Sono una donna coerente e corretta" così da sopravvivere al rifiuto che abbiamo di noi stessi forgiandoci diversi E QUINDI inautentici , così da trovare una via d'uscita al nostro malessere, a ciò che non accettiamo di noi e che mascheriamo attraverso la parola e il tentativo di convincere gli altri e noi stessi di ciò che non è ma che vorremmo fosse per noi. In questo modo, non solo non ci adopereremo per superarci, ma ci identificheremo con una realtà fittizia ed ingannevole.
Il mio adorabile blogger usa male la sua capacità dialettica che sarebbe stato un dono se non un mezzo per dare una visione onesta della realtà per quanto lacerata ed inadeguata.
In questo pecca anche di ingenuità perchè, se mai potrà ingannare se stesso, non riuscirà a vincere la propria debolezza e quindi non farà altro che muoversi improduttivamente nelle sabbie mobili della suo senso di estraneità al mondo ed a se stesso.
Perchè mi accanisco su questa ostinazione? Perchè mi riconosco a tratti nell'aspirazione a non guardare, a non accettare la realtà e a lavorare con tutte le mie competenze linguistiche ed intellettuali per forgiarmi una realtà migliore che non c'è e che in fondo non mi riguarda affatto. Proprio per questo adoro il mio narcisissimo blogger. Perchè il suo espediente non ha speranze di sopravvivenza reale, ma, in fondo, nevroticamente TIFO PER LUI.