Sto aspettando. Cosa? direte voi . Sto aspettando che le minacce di querela fattemi continuamente ed ostinatamente durante il periodo elettorale da chi non gradiva le mie esternazioni si concretizzino in qualche modo. Invece niente. Probabilmente chi parlava di querela intendeva solo spaventarmi ed intimidirmi. Oppure in qualche modo era costretto a quel tipo di attacco per paura che i suoi sostenitori cominciassero a defilarsi, colti da dubbi atroci sulla sua rispettabilità.
Ma tant'è: tutto quel gran minacciare ed intimidire e ricattare è cessato senza essere seguito da fatti ed azioni concrete.
Ma io non mi sono spaventata . Ossia non è certo questo che mi spaventa.
Mi spaventa la malattia, la vecchiaia, la noia, la morte.
Io scrivo e parlo sì, ma per una specie di esigenza morale diciamo, etica. Sono qui, al mondo e cerco di muovermi in modo rigoroso ( e poi verrà il bello che ci permetterà di definire ciò che è rigoroso e ciò che non lo è) Ma ascolto timorosa il battito del mio cuore e custodisco l'integrità del mio corpo come la cosa più preziosa che ho. Il resto passa tutto in secondo piano.
Come dicevo a quell'angioletto di mia figlia Giulia che mi rimproverava: " Tu vuoi sembrare la migliore" riguardo ad una piccola discussione relativa al suo comportamento, io ho risposto: " "Non ho nulla da dimostrare." E questo non è certo un privilegio, ma una questione cronologica che porta l'uomo a raggiungere una specie di distanza dalle aspirazioni terrene per cominciare a custodirsi intimamente. Quindi: non sono al mondo per divulgare chissà che buona novella: ma solo per individuare e liberare l'assoluta essenza che sono . Si tratta, però, esclusivamente della realizzazione di un atto biologico, lo stesso che spinge il bocciolo di un fiore a svelare i propri petali delicati all'universo tutto. Per poi sfiorire, MANNAGGIA.