mercoledì 16 giugno 2010

IL CIELO STELLATO SOPRA DI ME


Sto aspettando. Cosa? direte voi . Sto aspettando che le minacce di querela fattemi continuamente ed ostinatamente durante il periodo elettorale da chi non gradiva le mie esternazioni si concretizzino in qualche modo. Invece niente. Probabilmente chi parlava di querela intendeva solo spaventarmi ed intimidirmi. Oppure in qualche modo era costretto a quel tipo di attacco per paura che i suoi sostenitori cominciassero a defilarsi, colti da dubbi atroci sulla sua rispettabilità.
Ma tant'è: tutto quel gran minacciare ed intimidire e ricattare è cessato senza essere seguito da fatti ed azioni concrete.
Ma io non mi sono spaventata . Ossia non è certo questo che mi spaventa.
Mi spaventa la malattia, la vecchiaia, la noia, la morte.
Io scrivo e parlo sì, ma per una specie di esigenza morale diciamo, etica. Sono qui, al mondo e cerco di muovermi in modo rigoroso ( e poi verrà il bello che ci permetterà di definire ciò che è rigoroso e ciò che non lo è) Ma ascolto timorosa il battito del mio cuore e custodisco l'integrità del mio corpo come la cosa più preziosa che ho. Il resto passa tutto in secondo piano.
Come dicevo a quell'angioletto di mia figlia Giulia che mi rimproverava: " Tu vuoi sembrare la migliore" riguardo ad una piccola discussione relativa al suo comportamento, io ho risposto: " "Non ho nulla da dimostrare." E questo non è certo un privilegio, ma una questione cronologica che porta l'uomo a raggiungere una specie di distanza dalle aspirazioni terrene per cominciare a custodirsi intimamente. Quindi: non sono al mondo per divulgare chissà che buona novella: ma solo per individuare e liberare l'assoluta essenza che sono . Si tratta, però, esclusivamente della realizzazione di un atto biologico, lo stesso che spinge il bocciolo di un fiore a svelare i propri petali delicati all'universo tutto. Per poi sfiorire, MANNAGGIA.

martedì 15 giugno 2010

QUESTO MIO TEMPO CHE FINALMENTE INCONTRA IL MONDO

Mettiamola così: dal momento che prende avvio la nostra breve esistenza subiamo quasi inconsapevolmente questo lavorio della natura che ci forgia e ci trasforma da " uomo in formazione" a " uomo FATTO " .
Da quando siamo bimbi e poi fanciulli e ancora adolescenti e quindi giovani siamo in costruzione continua , esseri che stanno sempre per divenire altro ma che non lo sono ancora, ed il tempo ci scorre addosso per evolvere il nostro spirito per svilupparne la carne e la potenza.
Insomma il tempo vissuto finora per noi uomini fatti è stato un tempo scandito da un orologio estraneo al mondo generale , ma solo nostro. Un tempo che batte il ritmo di crescita e di sviluppo che non apparteneva al resto dell'umanità: era solo del bimbo che eravamo, dell'adolescente ruggente che fremeva e di nessun altro.
Che tempo dunque poteva essere se apparteneva solo a noi e non celebrava l'esisteva universale che intanto muoveva cose preziose ed inedite?
Solo quando il frutto è maturo può essere riconosciuto per se' stesso ed essere gustato quale nutrimento fondante della natura. Così noi , noi essere umani solo in un particolare periodo riusciamo a sovrapporre il nostro tempo al tempo che scorre nel mondo e solo per un breve istante la nostra esistenza si affaccia completamente alla vita che ha la sua autentica e compiuta espressione attraverso la coscienza adulta.
Adesso è il mio tempo. Sono giunta.
Non so quanto ne sarà concesso, come dice Lila di questo tempo condiviso col mondo .
Ma è questo il mio tempo , un pacchetto confezionato con fiocchi , ghirlande e colori lucenti. Non sono , dunque , più io che rispondo ad un tempo intimo, ma partecipo all'istante che viene da fuori di me e mi accoglie tra i suoi palpiti melodiosi.
Stasera la pioggia si sta rovesciando sulle strade con una energia solare e beata.

lunedì 14 giugno 2010

CITTA' DI VALENZA: 1° LUGLIO LA NOTTE ROSA DI VALENZA

GIOVEDI' 1° LUGLIO 2010
ECCO IL PROGRAMMA:
Cortile di Corso Garibaldi 78
Dalle ore 21,00 concerto del quartetto d'archi della "Orchestra femminile italiana", con musiche di Mozart, Haydn, Boccherini, Piazzolla,
Corso Garibaldi Dalle 22,00 , esibizione di danza delle alunne dell'Ass. Culturale "Vietata riproduzione" di Valenza
Punti musica nei bar e caffè del centro cittadino.
In Viale Oliva – Caffè Barberis: animazioni per bambini.
In Via Nebbia – Bar Stella: karaoke per tutti.
In Via F.lli Cairoli – Caffè Principe: punto musica.
In Via F.lli Cairoli - la galleria GFV di Via Camurati n. 4 organizza un'animazione ed un casting per ritrarre i volti dei bambini che verranno raffigurati nei quadri, in preparazione della mostra di Akira Zakamoto "Gli angeli di Valenza".
In C.so Garibaldi – Bar Garibaldi: punto musica.Tra Via Mazzini ( bar Smeraldo) e Via Piemonte ( American Dream ) Si esibiranno le bravissime ragazze del Melograno con splendide danze orientali. Costumi bellissimi. da non perdere
In Piazza XXXI Martiri stand con creazioni sul tema "rosa", stand della Consulta del Volontariato
Negozi aperti fino alla mezzanotte con vetrine decorate di rosa
il programma non è completo! Ci saranno tantissime sorprese ( stiamo lavorando per tutti noi!!) Per informazioni:
URP/Manifestazioni - tel 0131 945246

domenica 13 giugno 2010

ARCHEOLOGIA : VEIO PIANO DI COMUNITA'



7 luglio 2010: iniziano i lavori di scavo, siamo a Veio, Piano di Comunità, in provincia di Roma vicinissimo a Formello alla fine della Cassia Veientana, i lavori sono diretti dalla Prof. G. Bartoloni del dipartimento di Etruscologia dell'università di Roma Sapienza, l'università sforna cervelli. Già Etruscologia, Veio fu in passato una delle grandi e fiorenti metropoli etrusche (delle quali poco si parla ma tanto c'è da dire) con una storia tale da poterne parlare ininterrottamente per dei mesi interi, fino ad essere distrutta dai Romani nel 396 a. C. dopo anni di sanguinosi e sofferti scontri. Oggi (cioè oggi no perchè è domenica) ci siamo suddivisi in quattro grandi settori:
_Piazza d'Armi area VII in cui si trova un'enorme cisterna con edifici annessi
_Piazza d'Armi Area I in cui tra le strutture sono venute alla luce due sepolture di due maschi di cui uno più giovane, inumati
_Mura
_Piano di comunità
Io scavo a Piano di comunità. I lavori sono coordinati da Barbara Belelli Marchesini.
Credo personalmente di far parte di un mondo privilegiato: poche persone hanno la fortuna di vedere il passato, i resti di un tempo che non esiste più, non fantascienza ma realtà: in questi posti la gente viveva e faceva le sue cose così come noi oggi nei nostri posti:noi possiamo vedere questo passato uscire fuori davanti a noi. Non è un lavoro semplice, molti ci immaginano come Lara Croft o Indiana Jones avventurosi, armati fino ai denti, puliti agili; in realtà è un pò diverso: le nostre armi sono cazzuola pala piccone scope scopette secchi carriole; molto spesso non siamo affatto coraggiosi (io ad esempio non posso salire sulla scala xchè ho paura e soffro di vertigini) torniamo a casa sporchi di terra polvere e fango, i nostri lividi non sono il risultato di un combattimento corpo a corpo ma di una posizione sbagliata mentre si scava, spesso per capire cosa abbiamo davanti e a cosa serviva ci mettiamo anni, i nostri tesori sono fr. di ceramica terracotte architettoniche qualcosa in metallo (se capita oro saltiamo sullo strato per giorni), molti di noi sono menti eccelse, ragazzi giovani di meno di 30 anni che si spaccano la schiena sotto il sole o in biblioteca fino a tarda sera per poi tornare a casa a cercare sui nostri libri e fotocopie risposte che non vogliono assolutamente arrivare fino a notte fonda, senza che nessuno conosca il nostro nome i nostri sforzi i nostri meriti: Ci vogliono anni per poter arrivare a un risultato come quelli che vediamo AL cinema, nessuno sa chi siamo. Conosco un ragazzo, un genio dell'archeologia, gli basta poco per capire cosa ha davnti e a cosa poteva essere pertinente, anche da un fr. di ceramica grande come un'unghia, eppure nessuno lo sa, tutti lo conoscono eppure nessuno sa chi è.


Mi hanno chiesto di spiegare qui cosa abbiamo trovato finora e come si svolge il lavoro di un archeologo ma mi sembra un presa in giro dirvi che dalle buche (probabilmente di palo) che abbiamo scavato (che sembrano tutte insieme dirci che appartenevano ad un edificio circolare, non lo sappiamo perchè proprio accanto a loro sopraggiunge il limite di scavo che ci impedisce di andare oltre( o il contadino potrebbe spararci)) fanno uscire materiali di età del ferro, ma a che servirebbe, ad ingrossare l'aura di miticità che ha il nostro lavoro. Non mi basterebbero sei pagine per spiegare come si svolge il nostro lavoro, le difficoltà a ciu andiamo incontro quotidianamente, descrivere le emozioni la fatica, il caldo la fatia nel diatinguere una strato da un altro quando non c'è assolutamente luce: le notti passati svegli per scrivere una tesina per un esame che sembra diventare la più importante ricerca mai fatta; credo sarebbe inutile, credo che per capure il nostro lavoro bisogna esserci dentro, ma esserci col cuore: se non lo si ha dentro non lo si può fare: non si diventa ricchi e famosi, si ama, si ama fino in fondo, fino a diventare un motivo di vita.
Molti non ci capioscono: molti mi chiedono perchè voglio perdere il mio tempo cercando pietre, e xchè qui, non sono nemmeno romana ed essere toscana/picena per metà non è sufficiente x voler studiare un popolo di cui a nessuno importa nulla?
xchè?
xchè credo che quello che possiamo vedere noi gli altri non lo possono vedere, xchè credo che non sia inutile sapere cosa c'era prima di noi anche migliaia di anni prima di noi, credo sia fondamentale sapere il passato più remoto per capire il presente e non farci inchiappettare oggi.