domenica 13 giugno 2010

ARCHEOLOGIA : VEIO PIANO DI COMUNITA'



7 luglio 2010: iniziano i lavori di scavo, siamo a Veio, Piano di Comunità, in provincia di Roma vicinissimo a Formello alla fine della Cassia Veientana, i lavori sono diretti dalla Prof. G. Bartoloni del dipartimento di Etruscologia dell'università di Roma Sapienza, l'università sforna cervelli. Già Etruscologia, Veio fu in passato una delle grandi e fiorenti metropoli etrusche (delle quali poco si parla ma tanto c'è da dire) con una storia tale da poterne parlare ininterrottamente per dei mesi interi, fino ad essere distrutta dai Romani nel 396 a. C. dopo anni di sanguinosi e sofferti scontri. Oggi (cioè oggi no perchè è domenica) ci siamo suddivisi in quattro grandi settori:
_Piazza d'Armi area VII in cui si trova un'enorme cisterna con edifici annessi
_Piazza d'Armi Area I in cui tra le strutture sono venute alla luce due sepolture di due maschi di cui uno più giovane, inumati
_Mura
_Piano di comunità
Io scavo a Piano di comunità. I lavori sono coordinati da Barbara Belelli Marchesini.
Credo personalmente di far parte di un mondo privilegiato: poche persone hanno la fortuna di vedere il passato, i resti di un tempo che non esiste più, non fantascienza ma realtà: in questi posti la gente viveva e faceva le sue cose così come noi oggi nei nostri posti:noi possiamo vedere questo passato uscire fuori davanti a noi. Non è un lavoro semplice, molti ci immaginano come Lara Croft o Indiana Jones avventurosi, armati fino ai denti, puliti agili; in realtà è un pò diverso: le nostre armi sono cazzuola pala piccone scope scopette secchi carriole; molto spesso non siamo affatto coraggiosi (io ad esempio non posso salire sulla scala xchè ho paura e soffro di vertigini) torniamo a casa sporchi di terra polvere e fango, i nostri lividi non sono il risultato di un combattimento corpo a corpo ma di una posizione sbagliata mentre si scava, spesso per capire cosa abbiamo davanti e a cosa serviva ci mettiamo anni, i nostri tesori sono fr. di ceramica terracotte architettoniche qualcosa in metallo (se capita oro saltiamo sullo strato per giorni), molti di noi sono menti eccelse, ragazzi giovani di meno di 30 anni che si spaccano la schiena sotto il sole o in biblioteca fino a tarda sera per poi tornare a casa a cercare sui nostri libri e fotocopie risposte che non vogliono assolutamente arrivare fino a notte fonda, senza che nessuno conosca il nostro nome i nostri sforzi i nostri meriti: Ci vogliono anni per poter arrivare a un risultato come quelli che vediamo AL cinema, nessuno sa chi siamo. Conosco un ragazzo, un genio dell'archeologia, gli basta poco per capire cosa ha davnti e a cosa poteva essere pertinente, anche da un fr. di ceramica grande come un'unghia, eppure nessuno lo sa, tutti lo conoscono eppure nessuno sa chi è.


Mi hanno chiesto di spiegare qui cosa abbiamo trovato finora e come si svolge il lavoro di un archeologo ma mi sembra un presa in giro dirvi che dalle buche (probabilmente di palo) che abbiamo scavato (che sembrano tutte insieme dirci che appartenevano ad un edificio circolare, non lo sappiamo perchè proprio accanto a loro sopraggiunge il limite di scavo che ci impedisce di andare oltre( o il contadino potrebbe spararci)) fanno uscire materiali di età del ferro, ma a che servirebbe, ad ingrossare l'aura di miticità che ha il nostro lavoro. Non mi basterebbero sei pagine per spiegare come si svolge il nostro lavoro, le difficoltà a ciu andiamo incontro quotidianamente, descrivere le emozioni la fatica, il caldo la fatia nel diatinguere una strato da un altro quando non c'è assolutamente luce: le notti passati svegli per scrivere una tesina per un esame che sembra diventare la più importante ricerca mai fatta; credo sarebbe inutile, credo che per capure il nostro lavoro bisogna esserci dentro, ma esserci col cuore: se non lo si ha dentro non lo si può fare: non si diventa ricchi e famosi, si ama, si ama fino in fondo, fino a diventare un motivo di vita.
Molti non ci capioscono: molti mi chiedono perchè voglio perdere il mio tempo cercando pietre, e xchè qui, non sono nemmeno romana ed essere toscana/picena per metà non è sufficiente x voler studiare un popolo di cui a nessuno importa nulla?
xchè?
xchè credo che quello che possiamo vedere noi gli altri non lo possono vedere, xchè credo che non sia inutile sapere cosa c'era prima di noi anche migliaia di anni prima di noi, credo sia fondamentale sapere il passato più remoto per capire il presente e non farci inchiappettare oggi.

venerdì 11 giugno 2010

LA BELLA VITA E' PIU' BELLA DELLA VITA

Siamo qui quasi con il timore atteso che qualcosa o qualcuno giunga all'improvviso a sconvolgere l'equilibrio sonnacchioso che ci definisce. Eppure , in cuor nostro, sentiamo che tutto questo mondo in qualche modo organizzato non è che una costruzione per - versa della nostra mente e aneliamo alla sua distruzione per vedere insomma, cosa c'è al di là di questo. Che venga dunque il pensiero nuovo e che mi forgi e mi trascini verso una destabilizzazione inevitabile e seducente! Ma è in me, solo in me , questo richiamo che spinge ma allontana, che scuote ma trattiene.E' in me ciò che io sola posso annunciare, ciò di cui io sola possa essere immersa e nutrita. . Insomma. basta . all'improvviso vestita di tutto punto , innocente perchè convenzionale, seria e quindi autorevole. ecco che penso ad altro mentre tu davanti a me racconti storie che dovrebbero essere di mia competenza. Oh, mi dico, basta. Non ho più bisogno di mostrare fin dove posso essere capace di giungere con le mia capacità logistiche. C'è altro. Non vedi? In piedi io sorrido : non sono più la stessa, ora: ho altre pretese , ho altre seduzioni, all'improvviso rivolgo il mio sguardo alle mie voglie maligne. Di cosa stiamo discutendo? Ho nostalgia di fremere delle immagini , dei sorrisi, dei gesti dei sospiri. Non vado oltre il respiro che mi accompagna. E' il suono nostalgico di ciò che pare ineluttabile : il mio perdermi nell'apparenza che rimandi senza altro significato che il volto inedito del desiderio.

giovedì 10 giugno 2010

COME STENDERE LA BIANCHERIA AL SOLE E SPARARE CAZZATE


Certe volte mi sorprendo a ruminare pensieri malevoli . Sono pensieri fissi ed ostinati. Comincio a sentire un ottuso disagio su cose che poi non mi riguardano.
Per esempio leggo dei testi di blog in giro e mi viene voglia di appollottolare quello che leggo per buttarlo nel cestino e bruciare il tutto con gusto mefistofelico.
Mi viene un odio smisurato ed irragionevole verso questi eremiti di massa che sentenziano le loro visioni del mondo come fossero dogmi rivelatori di non si sa quale novella celestiale.
Si trovano frasi nel web del genere: " a certi impeti dell'anima bisogna esercitarsi per esserne avvezzi" " ci sono cuori che sanno ricevere perchè conoscono e cuori che riescono a provare solo gratitudine" Ci si fa rappresentare dall'immagine in fondo sobria del computer per raccontare non già il mondo, ma l'immagine percepita del mondo che non esiste, la sua sfinge insomma che, interpretandola si legittima e si trasfigura.
E mi dico con una rabbia capricciosa ed in fondo pedestre ed inutile di quanto sia deleterio scrivere così per convincersi che pensare ciò che si scrive sia doveroso ed indispensabile .

E' una sensazione maligna e paranoica che lievita a dismisura impedendomi di realizzare davvero il senso di questo scrivere comune. Perchè la maggior parte della gente è inconsapevole. Lo scrittore Manlio Sgalambro scrive: "La specie umana non è nulla, alcuni uomini sono tutto" ( immagino pensasse a me per la seconda ipotesi).Ma quando questo acrimonia si dirada allora ritrovo in questa marea di parole scritte confuse e sciocche una difesa alla propria solitudine, che non la nutre nè la risolve, ma forse ancora di più la cronicizza perchè degrada l'animo e lo ri -caccia nell'eremo oscuro che livella l'intelligenza ad una stessa linea piatta di massa. Ed allora smetto di ruminare e provo una grande pena.
E poi mi dico:" minchiate, sarà il caso che mi metta a stendere la biancheria prima che il sole tramonti"

sabato 5 giugno 2010

BACIAMI, STUPIDO: MANUALE DI COMUNICAZIONE EFFICACE


Abituati come siamo a ricevere informazioni tramite le immagini e i suoni abbiamo trasformato la nostra capacità di comprendere in una capacità di collegare un " simbolo" visivo con il concetto che vuole richiamare.
Per esempio se vediamo un " fiore" disegnato riusciamo a richiamare alla mente il concetto ed il fiore stesso anche se il fiore non è concretamente come è stato disegnato o reso immagine. Per questo la nostra intelligenza da analitica ee rigorosa si è trasformata in una intelligenza istintiva e sommaria ( non riesce a dare un ordine logico e analitico alle immagini che recepiamo con la mente) Cioè, la comunicazione efficace deve tenere conto che, per avere successo, ha l'obbligo di essere identificata in semplici codici che non debbano far riflettere, ma giungere direttamente all'obiettivo per trasmettere l'idea già bella e confezionata. Per questo, quando si vuole promuovere un evento o far arrivare una notizia alla gente ci si deve attivare ponendosi in una visione iconica dell'informazione che vogliamo trasmettere.

Ma come si costruisce un'icona? Sicuramente non ci si può improvvisare in questo senso. L'obiettivo di giungere alla gente deve essere oggetto di studi e sperimentazioni, non possiamo affrontare un problema così complesso senza prima aver pianificato: lo studio del territorio locale, il pubblico e l'audience development, le politiche culturali locali, le possibili tecnologie a nostra disposizione. Bisogna anche sapere che non sempre ciò che piace a chi organizza le modalità di informazione è poi per forza IDONEO all'obiettivo che ci si prefigge: ossia arrivare alla gente con dei messaggi facilmente recepibili e comprensibili.

Quindi: non possiamo improvvisare e/o fare a proprio gusto quando si tratta di comunicazione, poichè non basta trasmettere ma bisogna che la trasmissione giunga a DESTINAZIONE codificata funzionalmente a ciò che volevamo comunicare.
Uno gioco da ragazzi .