
Così ad un certo punto della propria vita, diciamolo, diventiamo un ostacolo. Diventiamo uno di quei pali piazzati nella pista di neve durante i campionati di sci.
Ma come facciamo a diventare degli ostacoli? Semplice. Dapprima diventiamo la strada da percorrere, o meglio: la brioche nel caffè. Lui ti dice: " Ti Amo" e certamente ti ama. Certamente la sua volontà c'è tutta nella parola pronunciata e nel sospiro. Ma cos'è la volontà? Una spinta confusa proveniente chissà da che antro delle proprie viscere, un impulso sorto all'improvviso prodotto dall'effetto di cause che si susseguono incatenate e governate dal ritmo potente dell'esistenza universale. In poche parole: la volontà è una cosa effimera, provvisoria, precaria, indefinibile.
Dunque perchè dare tanto credito a questa volontà ed alle parole che da essa derivano?
Ma torniamo a noi. Lui ha detto : " Ti amo"
E poi di lì a poco diventi l'ostacolo. Ti pare strano? Eppure nel tempo addietro spesso hai chiamato ostacolo le mogli degli altri, le amiche, e magari anche i loro figli. Lui diceva: " vedo se riesco a liberarmi di mia moglie"
Adesso toccava a te essere il paletto immobile se pur vibrante da evitare con un colpo di reni deciso e potente nella pista di ghiaccio. Eri tu.
Lui ti aveva detto: " Ti amo" Le parole erano state dette con volontà e passione. Ma abbiamo già spiegato cos'è la volontà e la passione? La passione è un fuoco che sprigiona la sua forza nel momento che consuma tutto ciò di vitale può incenerirsi e morire. Dunque.
Eri l'ostacolo. Un ostacolo pensante. Un ostacolo diffidente. Per questo l'avevi sorpreso chino su una tipa a cui tu non avresti prestato alcuna attenzione. Ma questo non vuol dire nulla.
Se non che la parola è pronunciata leggermente , che la volontà non ha carattere, che il fuoco divampa e consuma, che la vita si muove ed avanza senza evoluzione, senza miglioramento, ma solo all'insegna del cambiamento. Casuale.