sabato 17 ottobre 2009

COME DICEVA PROUST; APPUNTO

Proust diceva:
"
Nella vita delle donne tutto fa capo alla messa in prova di un abito nuovo"

Ho un giaccone nuovo, caldissimo. Mi piaccio molto con questo giaccone. Vesto il mio demone con cura. Lui gongola. Vuole questo. E' impegnato a lavorare in senso catastrofico. Ci riesce da Dio. Non potrebbe essere altrimenti. Non era stato forse il suo angelo preferito ?

venerdì 16 ottobre 2009

LA MANO NEL CULO : STORIA DI PICCOLA PROVINCIA

Immaginatevi la scena: un ufficio posto in fondo ad un corridoio quasi inaccessibile e non aperto al pubblico, con il soffitto basso e la luce fioca. Chi vorrebbe mai lavorare in un posto così lugubre?
Ebbene , miei cari lettori, qualcuno si trova sempre.
In questa storia malandrina c'è un capufficio, un omone grosso e burbero ormai quasi sessantino , con modi e fare arroganti e indisponenti. Chi vorrebbe mai lavorare con un uomo simile?
Ebbene, miei cari lettori, qualcuno si trova sempre.
Si può trovare, ad esempio, una donna senza grandi ambizioni e pretese se non quella di starsene tranquilla a trascorrere quelle sei ore IN SANTA PACE prima di dedicarsi alle sue manicure, pedicure e massaggi di bellezza.
E come si può stare veramente tranquilla , senza che alcuno ti chieda di fare un'ora in più o un lavoro nuovo o una nuova pratica da definire al più presto? O magari senza dover rendere conto delle proprie inadeguatezze professionali o dei costanti ritardi mattutini?
Ebbene, miei cari lettori, un modo si trova sempre.
Ma non voglio tediarvi ulteriormente con queste domande sibilline: entriamo nel vivo della storia.
Era una mattinata d'inverno. Un inverno rigido e nebbioso.
Lei era carica di pratiche tra le braccia e mentre scendeva le scale stava riordinando i pensieri per la stesura di una relazione un po' complicata. Per questo motivo il suo incedere era lento e silenzioso.
Attraversò il corridoio buio e con una poderosa fiancata spinse la porta dell'ufficio.
Fu in quel momento che lei si trovò davanti una scena che dapprima non realizzò totalmente.
C'era davvero l'omone burbero ed arcigno che ripiegato sulla sedia dell'impiegata rovistava con entrambe le braccia sotto le sue vesti?
Dovette mettere meglio a fuoco ed abituarsi alla luce opaca per comprendere che, sì, aveva visto giusto. E mentre il vecchio impiegato si adoperava laboriosamente tra le cosce della signora, questa aveva un 'espressione talmente impassibile ed inerte, come una tacchina in cova, da parere inverosimile.
Appena s'accorse della sua presenza, l'omone fece un salto all'indietro talmente maldestro da rendere l'intera scena più che proibita, ridicola.
La collega continuava a battere sulla tastiera come se ciò che era successo non l'avesse riguardata minimamente. Ipocrita donzella......
Da allora lei fu spesso testimone di furtivi maneggiamenti nella penombra del locale, rapidi palpeggiamenti di natiche e di capezzoli tirati fuori alla rinfusa, ma, mentre, da principio, aveva provato imbarazzo e confusione, in seguito sentì solo una gran pena ed un senso di sottile disgusto.
Eh, Eh... caro Brunetta, per quanto tu combatta fannulloni e lavativi non potrai mai.... giungere a fermare tale forza della natura.
Lo squallore di queste tristi vicende oltrepassa le umane possibilità.
( ogni riferimento a fatti o persone REALI non è casuale)

Ma, cari lettori, alcuni si chiederanno se l'omone fu mai redarguito oppure se fu redento oppure ancora morto e seppellito.. niente di tutto questo, ma lei non ne seppe più nulla perchè chiese il trasferimento ad altro ufficio un po' meno ... nell'ombra.

mercoledì 14 ottobre 2009

BELLA COME L'ODIO


Che io sia un'esibizionista è un dato ormai assodato. Ma cosa esibisco? una realtà fissa ad un istante e che rappresenta una visione cieca di una soggettività in continua trasformazione . Ma non solo: in tutti i casi viene esposta una visuale trasfigurata di ciò che la nostra cultura ci consegna, di ciò che produce la nostra capacità di simulazione. Perchè se solo i nostri pensieri potessero prendere forma e consistenza oltre che nell'atto, ma pure nell'estetica dell'immagine, il viso sarebbe tagliato da smorfie orrende e demoniache, il corpo segnato da cicatrici indelebili, purulente e infette. Saremmo dei mostri.

Confesserò: non posso scrivere in questi giorni di anima, di amore e di morte. il mio spirito è troppo pesante per elevarsi a tal punto. Vi racconto cosa m'è capitato:

Stavo percorrendo un sentiero buio e disagevole. Il mio cuore era inquieto da giorni perchè carico di ricriminazioni, di ingiunzioni di responsabilità agli altri che avevano avuto la colpa della mia sofferenza e del mio martirio.
Fino a quel momento avevo tenuto a bada l'odio che crepitava sommerso nel fondo del mio spirito perchè temevo che se gli avessi dato maggior spazio m'avrebbe straziato il cuore. Quel giorno, invece, mi girai di scatto come se avessi udito dei passi alle mie spalle e lo vidi: oh sì ! Lo vidi. Vidi quel sentimento malevolo d'odio e di rancore assetato che mi fissava attonito. Vidi proprio l'odio che al contatto con la mia anima si eccitò talmente da gonfiarsi ed impennarsi potentemente ( e perdonatemi questa perversa allusione) . Allora , non so se sbagliai, ma decisi di accoglierlo tra le braccia e di dedicarmi a lui come ad un evento miracoloso. Fui come travolta dalla assoluta trasparenza della sua perfidia. Era il male puro e m'aveva presa come il guanto s'avvolge alle dita della mano a tutela del freddo e di qualsiasi contatto esterno.

E' andata così, appunto.
Non ho voluto vincerlo e distrarlo con i miei sogni leggeri che mi avrebbero permesso di elevarmi ancora sopra ed oltre di me. Perchè in ogni caso l'odio sarebbe rimasto sonnacchioso e circospetto all'interno della coltre del mio spirito. Avrebbe consumato a poco a poco la mia esistenza.

Invece è qui. Non potete vederlo e mi meraviglio anch'io guardandomi allo specchio di vedere lo stesso volto docile e lo stesso sorriso indulgente. Eppure sprigiona calore infernale con le sue lingue di fuoco dilaganti.

Ora altri pensieri mi governano. Pensieri malevoli. Altre azioni mi occupano la giornata, sono azioni occulte e rapide : hanno l'aspetto sgradevole dei roditori di quelle città rumorose e sporche che abitano i vicoli dimenticati dall'uomo.
Non li vedete, ma ci sono: forti, veloci, sguiscianti, irresistibilmente velenosi. Possono uccidere.