
Dunque, non chiederti: " Chi sono? "sino a che ti celi dietro delle definizioni e ti contrai alla vita. Non chiederti: " Chi sono?" nel momento in cui eccedi in essa senza partecipazione. A questo punto che importa chi sei, dato che ciò che esprimi non ti appartiene, è un'ostentazione di dominio di se', è una parvenza di potenza e di affermazione di un " io" inventato.
Non è rilevante chi sei dunque, ma se sei nell'atto, nella parola, quella parola che impieghi quotidianamente e che rivela la sua afasia profonda ed irreversibile.
Chiediti, invece, se " Senti" e cosa senti nei gesti e nello sguardo, se ciò che ti attraversa scivola in una mente apatica anche se sofferente, se malgrado tu tenda alle vette infinite delle proprie passioni, invece, precipiti nel silenzio dello spirito che non ti risponde.
Se non sei tu, quindi, non sei. Questa è la risposta ad una domanda che ha il senso di essere posta come quella di chiedersi: " ma sto respirando?"
Perchè se l'amore non è inteso come una trascendenza della propria anima e viene visitato come atto pornografico non necessita di definizione perchè non è. Non c'è . Non esiste.
L'amore tra il corpo e lo spirito abita lo sguardo ed il patimento , inteso come il sentimento che si origina da noi e che non si chiama ma si produce quale sorgente fluente e rigogliosa.
Allora non chiederti chi sei perchè tu sei l'eterno.
Perchè se non " senti" non esisti e invece, nel momento in cui sentiamo noi dilatiamo i confini della nostra esperienza sino a comprendere l’universo. Il sentire è tutto. Possiamo stare ore disquisire sulle cose pratiche della vita cioè di politica o di lavoro e delle mille incombenze da sbrigare che ci occupano mani e menti in azioni precise e strutturate. Ma è solo il sentire profondo del nostro spiriTo che diventa in un attimo ciò che domina e muove la nostra esistenza.
In questo , in tutto questo, noi siamo l’eterno fluire dell’essenza che ci rinnova e ci vitalizza . Allora non chiederti chi sei, cazzo, ma: " Cosa sento?"