domenica 5 luglio 2009

giovedì 2 luglio 2009

LA STRADA SENZA CONFINI ED IL DEMONE AL VOLANTE


Ho sfilato i capelli. Stile spettinato: non è difficile per me raggiungere questo look. Sto da Dio.
Tornata da questa incombenza, ho preso una piccola busta per i costumi da mare, una tovaglia, lo scottex. Sono scesa nel grande posteggio dove si trova il mio camper. Sembrava un grosso e placido animale .Ho premuto il pulsante delle chiavi che subito ha emesso un piccolo suono. Solo dopo vi sono salita sopra. all'interno la luce del sole era come sfocata e sorda. Ho cominciato a sistemare le mie cose nei piccoli cassetti. Domani parto per la Toscana. Vado a Marina di Grosseto. Viaggiare mi da quasi lo stesso conforto di scrivere . Scrivere viaggiando immagino che sia il massimo. Ma non ho corrente elettrica nel camper perchè faccio campeggio libero. Domani uscirò dall'ufficio alle 13.00. La prima cosa che farò sarà togliermi il vestito di rassicurante segretaria amministrativa. Mi vestirò come una vagabonda . Diventerò una pellegrina. Ossia una persona che non ha un punto di riferimento se non se' stessa come essere non situato.
Per questo mi piace andare. Andare vuol dire porsi nell'ottica della ricerca di un posto o forse porsi nell'ottica di non essere mai fermo. Ma su questo pensierò mi diletterò nei miei giorni di viaggio. E poi ho il demone con me: quando non lavoro lo lascio padrone della mia vita interamente. riesce a mutare persino le sembianze morbide e voluttuose che durante la settimana mi caratterizzano. Divento molto più alta, più ingombrante e la luce che mi circonda offusca i confini, per questo li posso attraversare senza sforzo.

OGNI VOLTA CHE SCRIVO

Ogni volta che scrivo mi pare debba essere l'ultima volta.

Perchè lo scrivere, confuso in mezzo a tanti altri bisogni di scrivere altrettanto impellenti ma in fondo superflui, trasforma ogni spazio scritto in qualcosa che si poteva evitare.
Un Blogger in un post intitolato " Nessuno è meglio di me" ha scritto: "scriverò solo quando avrò qualcosa da dire e che sarà necessario scrivere." Ma ciò che ha scritto successivamente non si poteva certo definire " qualcosa da dire o necessario da scrivere" : era invece il frutto di un suo bisogno convulso di autoaffermazione e di consolazione. Niente che possa considerarsi utile od interessante. Non è il solo, naturalmente.
Tutto ciò che leggiamo, a meno che non provenga da una persona in grado di elaborare nuovi concetti , nuove possibilità di riflessione o che sia dotato di capacità di comunicazione ed elaborazione mentale, tutto ciò che leggiamo, dicevo, è accessorio .
Ho la vaga impressione che ciò che lo rende interessante per il lettore sia solo il trasporto affettivo che lo induce verso chi scrive. Niente altro.
Mi chiedo: cosa dunque, ti spinge ad interessarti di una frase anzichè un ' altra? Probabilmente una parola letta o sentita ad un certo punto ti mette a confronto misteriosamente con i tuoi fantasmi oscuri e sconosciuti che con il loro risveglio repentino ti permettono di " dare un contenuto vitale" al tuo mondo.
Perchè non c'è "il mondo" . Perchè non c'è "il giusto" Perchè non c'è "la verità."
C'è il tuo mondo, c'è la tua verità. C'è il tuo palpito segreto e a volte inspiegabile.
Quasi mai giustificato.
Ma d'altra parte la vita è brevissima : non faremo in tempo a comprendere l'inganno perchè troppo occupati a scrivere. Per fortuna.

mercoledì 1 luglio 2009

STORIA DI UN BIMBO E DI UN MERCOLEDI' EROICO

.........
il bimbo

" Sono stato attentissimo" Lui aveva assicurato" ci posso mettere la mano sul fuoco"!
Ma i giorni erano passati . Lei aveva una scritta blu tra le mani dal significato inequivocabile.
Lei aveva pianto un poco. Perchè sapeva cosa significava. Significava devozione, significava impegno. Significava essere una guida là dove lei stessa cercava una strada. E la strada era lunga. La strada era impervia e sconosciuta. E poi oramai lo conosceva. L'illusione era caduta : non c'era più un canto all'unisono, anzi, non c'era più il canto.
Lei gli aveva detto: " Ho deciso: farò l'interruzione"
Lui era un uomo.
Di solito l'uomo pensa che sia un discorso femminile. Disse" Fai come vuoi".
Lei si era sottoposta a tutti gli esami di rito. Non parlava e non chiedeva consigli. Lei cercava all'interno di se' la legittimazione della sua scelta. Perchè, sempre, un azione può essere giustificata MA anche l'attuazione del suo opposto.
Lei non pensava affatto. Lei denudava il braccio per le analisi del sangue e si stendeva nel lettino per effettuare l'elettrocardiogramma. Lei eseguiva le azioni come dotata di circuiti insensibili alla riflessioni emotive.
Il medico disse" " Venga mercoledì alle ore 8.00 "
Lei scese dal lettino e disse:" Va bene"
Pensava che sarebbe stato complicato, che avrebbe dovuto lottare ed insistere e rivendicare, invece tutto era stato facile, per fortuna. Nessuna domanda. Nessun cenno ad altre possibilità.
Lei si sentiva troppo figlia. Si sentiva una figlia incompresa. Una figlia disubbidiente.
Il mercoledì lei si vestì velocemente. Salì in auto. Ma andò in ufficio.
Che splendido mercoledì !! e che splendido bimbo!