
Ero in spiaggia. Mentre mi guardavo attorno, mi sono accorta che pochissime donne avevano il topless. Questo non è sinonimo di costumi morigerati, ma, anzi, è un segno dell' arretratezza di questi tempi.
Il nudo, infatti, di per se' non è una cosa indecente. Ricordiamoci che negli anni 60 le donne hanno lottato per avere la possibilità di spogliarsi e di essere se' stesse completamente. Infatti Gli hippy di allora convergevano in massa sulle spiagge della west coast per celebrare utopie di fratellanza universale e il nudismo era la loro divisa.
In base alla cultura femminista il corpo nudo era sinonimo di divertimento e libertà d’espressione. Infatti negli anni 60/70 si scattavano fotografie in cui erano ripresi uomini e donne nudi e con peli sotto le ascelle e sulle gambe, monti di venere lussureggianti e altri particolari anatomici in bella vista, tanto che qualcuno parlò addirittura di “orgoglio pubico”.
Ora il nudo ha assunto tutto un altro significato.
il nudo ora vuole solo umiliare la donna . Nel mondo dello spettacolo e non solo è diventato oggetto esibito in vetrina con l'unico compito di irretire lo spettatore (eppure il 60% degli spettatori televisivi sono donne).
Le donne sembra debbano guardarsi tra loro come fossero uomini. Si assiste sempre di più a corpi femminili come oggetti erotici ed ammiccanti. I corpi delle donne sono ripresi in televisione con inquadrature pornografiche. Sembra allora che la reazione da parte della donna debba essere quella di ricoprirsi e di non mostrarsi più nuda.
Ma anche questo sarebbe un gesto sbagliato.
Il nudo non è scostumato. E' l'oggettivazione del nudo che è vergognosa. Le donne dovrebbero riprendersi lo spazio per cui hanno combattutto le nostre mamme e ridare ai propri gesti la dignità che meritano per poter esprimere finalmente la propria libertà in qualità di soggetti principali e artefici della propria esistenza.
Vivere la propria nudità senza vergogna ma per riconoscersi nel contesto della natura e dell'universo non è affatto riprovevole è, anzi, una conquista di civiltà.
A presto cari, si va in Camper.
Il nudo, infatti, di per se' non è una cosa indecente. Ricordiamoci che negli anni 60 le donne hanno lottato per avere la possibilità di spogliarsi e di essere se' stesse completamente. Infatti Gli hippy di allora convergevano in massa sulle spiagge della west coast per celebrare utopie di fratellanza universale e il nudismo era la loro divisa.
In base alla cultura femminista il corpo nudo era sinonimo di divertimento e libertà d’espressione. Infatti negli anni 60/70 si scattavano fotografie in cui erano ripresi uomini e donne nudi e con peli sotto le ascelle e sulle gambe, monti di venere lussureggianti e altri particolari anatomici in bella vista, tanto che qualcuno parlò addirittura di “orgoglio pubico”.
Ora il nudo ha assunto tutto un altro significato.
il nudo ora vuole solo umiliare la donna . Nel mondo dello spettacolo e non solo è diventato oggetto esibito in vetrina con l'unico compito di irretire lo spettatore (eppure il 60% degli spettatori televisivi sono donne).
Le donne sembra debbano guardarsi tra loro come fossero uomini. Si assiste sempre di più a corpi femminili come oggetti erotici ed ammiccanti. I corpi delle donne sono ripresi in televisione con inquadrature pornografiche. Sembra allora che la reazione da parte della donna debba essere quella di ricoprirsi e di non mostrarsi più nuda.
Ma anche questo sarebbe un gesto sbagliato.
Il nudo non è scostumato. E' l'oggettivazione del nudo che è vergognosa. Le donne dovrebbero riprendersi lo spazio per cui hanno combattutto le nostre mamme e ridare ai propri gesti la dignità che meritano per poter esprimere finalmente la propria libertà in qualità di soggetti principali e artefici della propria esistenza.
Vivere la propria nudità senza vergogna ma per riconoscersi nel contesto della natura e dell'universo non è affatto riprovevole è, anzi, una conquista di civiltà.
