venerdì 26 giugno 2009

IL NUDO, LA DONNA E ALTRI OGGETTI.

Ero in spiaggia. Mentre mi guardavo attorno, mi sono accorta che pochissime donne avevano il topless. Questo non è sinonimo di costumi morigerati, ma, anzi, è un segno dell' arretratezza di questi tempi.
Il nudo, infatti, di per se' non è una cosa indecente. Ricordiamoci che negli anni 60 le donne hanno lottato per avere la possibilità di spogliarsi e di essere se' stesse completamente. Infatti Gli hippy di allora convergevano in massa sulle spiagge della west coast per celebrare utopie di fratellanza un
iversale e il nudismo era la loro divisa.
In base alla cultura femminista il corpo nudo era sinonimo di divertimento e libertà d’espressione. Infatti negli anni 60/70 si scattavano fotografie in cui erano ripresi uomini e donne nudi e con peli sotto le ascelle e sulle gambe, monti di venere lussureggianti e altri particolari anatomici in bella vista, tanto che qualcuno parlò addirittura di “orgoglio pubico”.

Ora il nudo ha assunto tutto un altro significato.
il nudo ora vuole solo umiliare la donna . Nel mondo dello spettacolo e non solo è diventato oggetto esibito in vetrina con l'unico compito di irretire lo spettatore (eppure il 60% degli spettatori televisivi sono donne).
Le donne sembra debbano guardarsi tra loro come fossero uomini. Si assiste sempre di più a corpi femminili come oggetti erotici ed ammiccanti. I corpi delle donne sono ripresi in televisione con inquadrature pornografiche. Sembra allora che la reazione da parte della donna debba essere quella di ricoprirs
i e di non mostrarsi più nuda.
Ma anche questo sarebbe un gesto sbagliato.
Il nudo non è scostumato. E' l'oggettivazione del nudo che è vergognosa. Le donne dovrebbero riprendersi lo spazio per cui hanno combattutto le nostre mamme e ridare ai propri gesti la dignità che meritano per poter esprimere finalmente la propria libertà in qualità di soggetti principali e artefici della propria esistenza.

Vivere la propria nudità senza vergogna ma per riconoscersi nel contesto della natura e dell'universo non è affatto riprovevole è, anzi, una conquista di civiltà.


A presto cari, si va in Camper.

giovedì 25 giugno 2009

IO SONO TUTTO


Non compiacerti dei ruoli che ricopri. Questi non fanno altro che comprimere le possibilità. La tua identità sociale può esserti di conforto, puoi ingannarti e rendersi scudo delle tue debolezze. Puoi illudere gli altri, ma diciamolo: tu sai bene di essere vulnerabile. Allo stesso modo non mi dispero dei miei fallimenti: io non sono in quelle cose .

Io non sono una moglie ed una madre, io non sono una femmina seducente o una puttana ( ho anche questa fantasia allettante: prossimamente farò un listino prezzi) . La propria immagine ci viene rimandata come un boomerang inafferrabile e alla fine ne siamo prigionieri. Non amo ascoltare il successo che ostenta la gente tipo: " Ho allevato mio figlio alla vecchia maniera: ora lui ha raggiunto dei traguardi positivi".Vorrei vomitare." Mio marito mi adora : è il mio principe azzurro" " sono una donna solare" " sono un uomo ormai maturo e con esperienza". BLeah..

Non pensare che io sia intransigente. Sono satura. Sono un piccolo vaso d'argilla traboccante .

Io mi stacco da me . Mi separo. Divento la parte essenziale di me stessa per questo ho la potenzialià d'essere qualunque COSA si possa esprimere in questa esistenza. Posso dilatarmi e stringermi come argilla ed ancora posso sciogliermi o condensarmi come liquido instabile e informe. Ciò che è avvenuto non è opera mia. Non sono l'artefice dei ruoli e del grande edificio che mi difendono. Chi mi ama lo fa per suo piacere: è una espressione personale e creativa del suo esistere . Solo così l'incontro con l'alterità può AVERE LUOGO: Non ho paura dell'altro perchè l'altro coesiste in questo "non essere identificato" in alcuna immagine stereotipata di me stessa. Sono tutto, quindi posso essere anche te.

Anzi, lo sono senz'altro. Per questo ti amo.

mercoledì 24 giugno 2009

A Enzo Di OMOLOGAZIONE NON RICHIESTA E ALTRI BLOG


Qualche giorno fa hai scritto nel tuo blog riferendoti a me:
"...... Hai sbagliato con me e io ho sbagliato con Te ma non mi hai dato molta scelta, non ne dai a nessuno e sei di una femminilità accesa, quasi primordiale, hai un senso della vita lontano dal mio e, a diffferenza di me, non sai dire no. Tu vivi la tua esistenza sessualmente, lo fai anche quando bevi un bicchiere d'acqua; prendi ogni cosa che ti piace, ti insinui ed escludi tutto il resto. Tutto! Non sarò io a dirti cosa fare o non fare ma non ti ho permesso di usarmi come oggetto ludico all'interno di un tuo menage sentimentale. Qui ora hai scritto bene e sei una persona, altrove in altri contesti e sul tuo blog diventi un'altra e te lo ripeto, ti accompagni a personaggi inqualificabili..."

Io amo approfondire e conoscere le persone che mi piacciono. Con te non l'ho fatto ed è l'unico sbaglio che mi riconosco. ( verso di te, intendo perchè verso di me ho l'imbarazzo della scelta) Vivo la mia vita sessualmente, questo sì, perchè come ho scritto in molti post sono una persona intera. gli esseri umani sono animali sessuati non faccio altro che esprimere me stessa in ciò che sento e mi riconosco. la sessualità si muove nel proprio sentire dunque non posso che concordare con te. Escludo tutto il resto, forse, ma solo per non far del male perchè ho grande rispetto per le emozioni degli altri non voglio coinvolgere qualcuno che non posso seguire, perchè presa da altro. Non è vero che non so dire di no. Ma so sbagliare direzione perfettamente. Dico "sì " a ciò che non merita e non comprende. Dico sì dove una perfetta indifferenza sarebbe l'atteggiamento migliore. Dove ho scritto male, Enzo?. Non lo vedo. Vorrei tanto vederlo.
Tu mi credi più forte di ciò che sono. Chi si fa guidare dai propri palpiti è più vulnerabile degli altri. ma spesso lo faccio perchè mi fido della mia capacità di ricostruirmi. Sono come quei personaggi dei cartoni animati che si spaccano in mille pezzettini e risorgono interi dalle macerie più insanabili. una specie di Bill il Coyote.
Ma sono mortale e breve, E SONO STATA IN BUONA FEDE. Per quanto riguarda le persone inqualificabili , come ti ho scritto, una volta, non potevo giudicare. Ora sì, ma sono fuori dalle emozioni e posso quasi diventare un vecchio e meticoloso ragioniere.
Ma ci sono nella vita certi momenti " limite" in cui l'individuo agisce con modalità primitive dettate esclusivamente dalla sua matrice istintuale, certo questo non mi giustifica. Non ti ho mai voluto come giocattolo all'interno della mia relazione ( ma odio definirla in questo modo neppure menage mi piace, però) Affatto. Anzi. Volevo farti STARE fuori a tutti i costi. Non so cosa ho fatto per non coinvolgerti. Penso quando mai ho giocato con te e non riesco che a ricordare la mia defezione a te e l'affetto che in ogni caso ti portavo. Il senso della vita lontano dal tuo?! oddio.. non ho idea di quale senso abbia la vita. Vado alla cieca e mi faccio guidare dalle emozioni.
Mi sento un po' idiota a scrivere on line, ma tu l'hai fatto no? Forse siamo idioti tutti e due.
Per quanto io scriva, per quanto si scriva ho la sensazione sconsolata che non serva ad entrare in contatto, a com - muovere. Come vorrei tu lo facessi!

martedì 23 giugno 2009

LA CADUTA


Sono scesa. Sono scesa e giù.. ancora più giù ....ed ancora. Lo sapevo che se avessi preso quella scala e buia e ripida e impervia sarei stata in pericolo di vita. Sono scesa. Sono sprofondata nel fondo di questo tunnel oscuro e maligno e non distinguo che la profondità dell'abisso e non distinguo che la velenosa essenza che lo alimenta. Avrei potuto non aprire la porta, non varcare l'ingresso. Avrei potuto dimorare nell'assenza del dolore e dell'affanno. Avrei potuto sostare a lungo (forse per sempre) in quel luogo neutro dove mi trovavo e dove l'emozione non era chiamata a battaglie ineludibili.
Invece ho perlustrato l'antro straniero , ho camminato lungo un sentiero di sassi, sono rotolata in fondo al cunicolo cieco. Non so cosa mai ci sto a fare qui, ora. Non ne conosco i motivi e l'indirizzo l'ho smarrito già da qualche tempo. Non voglio ingannarmi. Sono scesa. Sono caduta. Le parole non spiegano il percorso .Le parole non esprimono la lacerazione dilaniante. Le parole non comunicano la strada, non descrivono la storia. Le parole a questo punto sono fuorvianti e omologanti.
La storia è nuova, adesso. l'impatto con il profondo fondo del mio spirito ha creato uno squarcio irreversibile. Eppure l'ebbrezza mi trascina , mi chiama, mi invita ad affondare il cuore ancora più giù .... ancora più giù....come eco per /verso di splendida sirena...