
Umberto Galimberti dice: " non si da conoscenza senza connivenza, non si da comprensione senza compromissione affettiva"
In questo c'è tutto ciò che cerco in una interazione. Non mi interessa rilevare i successi della persona con cui parlo: i successi sono cose incomprensibili. Non dicono il calore, non dicono il fermento , il crepitio del sangue e del corpo, non trascinano l'anima verso l'altra anima, non si sporcano, non si colorano. Non ho tempo per attendere alla ostentazione della parola, al gusto per l'arrotolamento della frase. Ho troppo da scalpitare all'interno di me verso sentieri più burrascosi, più complici. Così il tempo incalza. A che scopo ridursi a dialoghi che cronicizzano il senso convenzionale della esistenza, quel senso che ha previsto già come ci si debba relazionare perchè il dialogo vada bene? Sono oltre. Che mi interessa? per il resto so parlarmi benissimo. Conosco tutte le parole che tra l'altro sono già state dette. Niente di nuovo, niente di nuovo che non sia invece questo perdersi in una forza trascinante che non valuti e non apprezzi il modo, ma respiri l'invadenza, la fusione, la confusione delle anime, l'abbraccio ardente, la correità profonda ed avvincente. Come potrei mai rassegnarmi ad una voce plastica per quanto corretta e forbita? E' tempo perso ed io tempo non ne ho da perdere.
Ma qualcuno ce l'ha?
In questo c'è tutto ciò che cerco in una interazione. Non mi interessa rilevare i successi della persona con cui parlo: i successi sono cose incomprensibili. Non dicono il calore, non dicono il fermento , il crepitio del sangue e del corpo, non trascinano l'anima verso l'altra anima, non si sporcano, non si colorano. Non ho tempo per attendere alla ostentazione della parola, al gusto per l'arrotolamento della frase. Ho troppo da scalpitare all'interno di me verso sentieri più burrascosi, più complici. Così il tempo incalza. A che scopo ridursi a dialoghi che cronicizzano il senso convenzionale della esistenza, quel senso che ha previsto già come ci si debba relazionare perchè il dialogo vada bene? Sono oltre. Che mi interessa? per il resto so parlarmi benissimo. Conosco tutte le parole che tra l'altro sono già state dette. Niente di nuovo, niente di nuovo che non sia invece questo perdersi in una forza trascinante che non valuti e non apprezzi il modo, ma respiri l'invadenza, la fusione, la confusione delle anime, l'abbraccio ardente, la correità profonda ed avvincente. Come potrei mai rassegnarmi ad una voce plastica per quanto corretta e forbita? E' tempo perso ed io tempo non ne ho da perdere.
Ma qualcuno ce l'ha?