
Non è forse la vera essenza della nostra esistenza la capacità di intrecciare legami? Non parlo di " relazioni" in generale. Ma del senso profondo che nasce magicamente tra persone che si riconoscono come piante di una stessa radice e misteriosamente si trovano e hanno la fortuna di affrancarsi. Spesso guardo le persone intorno a me. Non sono loro, non sono loro la spinta che può muovere il mio animo. Ma capita , è capitato che d'improvviso, ci sia un linguaggio comune ed una comprensione limpida che nutre lo spirito e da forma a ciò che andiamo a compiere. Questo "dare forma " ha il senso di imprimere significato alle nostre azioni, cioè al nostro stare al mondo. Ma è difficile. Molto difficile. Io ascolto, guardo gli altri e leggo. Ma non trovo il mio linguaggio. Non sono le parole che ascolto quelle per cui riesco a trovare significatività. Eppure conosco bene la modalità di comunicazione con l'altro essere umano. Riesco a farmi comprendere ed a comprendere. Riesco a condividere quello che si dice" il linguaggio comune" fatto di elementi e termini atti a permettere l'interazione. Ma, ugualmente, non mi basta e non mi appaga. non è qui che si realizza l'esistenza. Ma nella esplicazione di quelle risorse intime ed emozionali che ci fanno partecipare con tutta la nostra essenza all'incontro. Mi dico " smetto" . Smetto di guardare e di leggere e di angustiarmi perchè non riconosco il linguaggio, il suono è straniero e algido. La parola è incomprensibile alle mie emozioni. Non irrora il sangue, non affonda nella mia carne. Mi dico " smetto" . smetto di scrivere e di attendere: dalla cenere sepolta e crepitante non guizzerà la fiamma. Il linguaggio rumoroso non nutre e non consola. ma anzi, diventerà col tempo il silenzio chiassoso che accompagnerà la quotidianità della mia vita.
Questa quotidianità di merda. Bleah
Questa quotidianità di merda. Bleah