
Lo avevi guardato a lungo ma il viso e l'immagine staccata da te non poteva che restituirti il senso di tormentosa lontananza e separazione. Non siamo che uni. Non siamo che soli e isolati nel corpo finito e compresso negli atti e nell'ardore. Non siamo che menti disperse nel vuoto, pensieri solitari e infruttuosi. L'amore si genera e si dilata nell'anima come illusione magica, come una fantasia beffarda : ti preme nella carne e la chiami per nome. Ma quale nome? Quale uomo? Tu non lo conosci.
E' un altro da te. Cammina su strade sconosciute e risponde a domande che non hai sentito. Sorride di storie di cui non hai goduto. Inonda la città fantasma della sua lava rovente. Scivola e cresce e si espande. E' altro da te. Straniero. Ostile quasi. Eppure tu l'hai amato. Abbracciato. Hai ceduto il cuore ed il calore della mente confusa e irragionevole. Non hai trattenuto ed aggiunto a te nessuna parte dell'altro. Sei solo sprofondata nel miraggio di una fusione amorosa ed immortale. Cosa fruisci? Cosa ami ora? Non hai che un vocabolo consueto e ricordi di azioni che non sono ora e non sono qui. E se allora non ti spingevi oltre la pienezza dell'istante, ora non puoi ideare un presente di condivisione. Sei staccata. Staccata. Asceta di sogni incomprensibili . Non ti confondi , non ti plachi, non ritrovi il tuo volto in altre forme intorno tra gli alberi e le colline lontane anch'esse e straniere e sole come te. Perdute. Non ti appartengono. L'universo si è levato allo sguardo ed alla comprensione della tua vita dissociata. Tu, isolata particella confinata nell'abisso di una energia incondivisibile.