martedì 14 aprile 2009

LA GIORNATA

Le pareva che fosse segnato nel viso o nello sguardo inquieto ciò che andava pensando. Aveva ricevuto qualche telefonata e, malgrado lei si fosse sforzata di impostare la conversazione su argomenti lievi e consueti, alla fine le avevano chiesto un po' preoccupati : " Ma che c'è?" Lei naturalmente aveva risposto: " ma nulla , nulla. " trasalendo un poco nel tono e nella voce. Aveva interrotto le telefonate bruscamente. La giornata l'aveva spiata, seguita già dall'alba, sino a tarda sera. Era stata con lei sempre . Così che lei non poteva ingannarla presentando il volto mite e mansueto, il portamento educato e austero. Lei avrebbe voluto ritornare alla spensieratezza che ti permette una avventura appena intrapresa. Avrebbe voluto la stessa voracità e la stessa curiosità giocosa di qualcosa di cui non si è ancora responsabili. Eppure lo sapeva che ciò che si intraprende inizia la sua corsa sfrenata verso una soluzione irreversibile: la pallina rotola leggera in terra e non fa altro che assecondare la forza che l' ha spinta e l'ha invitata al viaggio incantato. La giornata l'aveva svegliata soavemente con la luce primaverile ma poi l'aveva avviata al confronto con le sue fantasie puerili ed infruttuose, con le sue imposture inutili. Lei voleva mettere a tacere quel giorno facendolo morire al più presto e s'infilò il pigiama quando ancora non era tramontato il sole. Tutto divenne lontano: non c'era un' ombra od un suono lasciato come traccia di ciò che aveva fortemente voluto e vissuto. Perchè, per quanto si dia forma ai propri desideri ,diventano anch'essi asserviti alla loro realizzazione ed al loro compimento finale. Eppure, mentre si fasciava di coperte e lenzuola, si accorse che era solo in questa prospettiva che possono dimorare le nostre predilezioni più appassionate.

domenica 12 aprile 2009

SENZA TESTA


Lei non si vedeva mai la testa. Era piena di mani e di gesti continui , era piena di gambe accavallate e ticchettanti sulla strada del paese, era piena di braccia e di voci forti o sussurrate alla sera. Per il resto non poteva che immaginare lo sguardo ed il capo inclinato ed il senso di disagio e di noia nella smorfia delle labbra e delle sopraciglia aggrottate. Ma forse si sbagliava. Lei si ricordava un volto che non c'era. Era altro. Più disincantato. più rude. era altro. Ora lei era un' altra. Presentava l'immagine e la passione, la contrabbandava per amore e desiderio, ma stava parlando d'altro cioè il suo corpo era altro rispetto a chi parlava. E qualche volta passando davanti allo specchio se la trovava davanti questa donna, involucro di carne rosa e di sangue , di colore e pelle stranieri. Di occhi e capelli chiari. La guardava attentamente ma non la riconosceva in quella che aveva riso e gridato , in quella che aveva avvinghiato le parti del suo corpo in quelle di lui un mese fa. Era lei, ma non era lei . Poteva ben avere un' altra bocca carnosa e soffice. un altro seno ed un'altra pancia ardente. In ogni caso lei l'avrebbe presa su di sè e sarebbe stata Antonella in ogni caso. Unica.

sabato 11 aprile 2009

L' ISTINTO MORALE


C'è un istinto morale che trasfigura ciò che rappresentiamo nel corpo e nel gesto. Sono nata con questa aspirazione all'armonia dello spirito che proviene da ogni cellula palpitante del mio essere.
E' dentro di me eppure mi aggiro come forestiero e straniero in una laida deserta per giungere ad una completezza che mi appartenga veramente al di là di me ma anche in me in una comunione naturale con il resto dell'esistenza. Eppure non sono che indegna e infedele e inopportuna nelle azioni e nei sentimenti. Eppure non ho risposte . Non ho il conforto della realizzazione di un etica benefica. Eppure nascondo, congiuro, inganno. E mi pare che solo attraverso la negazione e la distanza dalla qualità maggiore della relazione profonda con me stessa io possa rintracciare l'indirizzo chiaro e la passione necessaria al mio percorso. Mi sorprendo spesso a trafficare come un cospiratore attento ai dettagli della sua opera criminosa. Mi guardo indaffarata nel gesto preciso e puntiglioso in un susseguirsi di atti necessari alla trasgressione, ma non accolgo la drammaticità della per - versione sorda che mi comanda.

venerdì 10 aprile 2009

LA VIOLAZIONE

Non c'è una strada già battuta. Il sentiero è vergine. Non c'è una vita che ti difende alle spalle e ti chiama per nome. Il tuo nome ha una immagine di un'altra storia. Non hai eredità che ti tutelano.
I campi sono rigogliosi di fiori nuovi e non hanno visto altro che questo sole infuocato e giovane.
Ti eri piegata ai suoni ridenti , avevi sorretto mani tese ed inerti. Avevi deciso, stabilito, urlato.
Avevi raccolto e sollevato pesi con la determinazione di un progetto fondamentale.
Ora il passato mostra un delirio di immagini quasi inventate. Sono semplici cantilene che non hanno sostanza . Vivo come un predone del deserto che galloppa furiosamente saccheggiando di attimo in attimo questa mia vita indolente e sprovveduta . Nessuno lo sa: ho le chiavi in tasca del forziere di cui mi appresto alla violazione.