domenica 28 dicembre 2008

NON ERA RESTATO ALTRO

Lei aveva deciso tutto già mentre s'avviava . Non aveva sentimenti di sorta , ma solo in testa una decisione di massima su cosa fare.
Si conosceva.
La sua ansia ed il suo dolore non la ingannavano più di tanto.
Spesso questi sentimenti sono dettati da ragioni profonde radicate nella propria anima e nell'essenza vera e profonda dell'individuo. Ma lei lo sapeva, lo sapeva che quello che provava era un senso di smarrimento superficiale dovuto alla noia di vivere , alla ferita purulenta del proprio orgoglio ferito. Non altro. Non altro.

Lei si vedeva: sofferente e piangente . Si vedeva intrisa di tutta quella dignità propria che solo il dolore può attribuire , che solo il dolore disegna sul viso e sul portamento.. ma non c'era, lo sapeva, un vero sentimento che agiva nel pianto e nell'afflizione. Sarebbe bastato distrarre il proprio senso di perdita e di rinuncia con un'azione banale in fondo, anche se d'effetto e ponderosa?
Forse.
Era già successo in passato. Lei era così prevedibile. Così convenzionale nella sua ricerca di trasgressione, di distrazione. Di disubbidienza.

Chi fosse lui poco importava. Solo non doveva essere aggressivo, non doveva essere ingombrante. Perchè c'era lei già ingombrante, già invasiva. . Ecco: lei.
Lei decideva senza interferenze. Senza modifiche al programma. In solitudine ed autonomia perfette . Lei non si faceva mai sedurre. Lei non si faceva mai convincere.
Lei solcava il terreno , lei lo seminava. Le parole sarebbero state inutili , vuote, il vento lieve spazzava le foglie nel suo campo di sabbia e sassi appuntiti. Nulla d'altro.

E, mentre andava, un senso di potenza misteriosa la guidava nella strada e nel progetto.
Un senso di esaltazione la eccitava e la rendeva operosa ed efficiente.
Era viva.

Non ricorda poi tutto il resto: l'abbraccio... i movimenti del corpo e delle mani. ...Il desiderio non suo , ma dell'occasione e della circostanza. Un desiderio mondano, frivolo. Transitorio. Ed ancora di più ed ancora di più diventava penoso per il significato che avrebbe avuto , che poteva avere , che aveva avuto in passato e che s'era trasformato..ora, che s'era avvilito e consumato in gesto triviale. In un gesto inadeguato. Ributtante perchè superfluo . Sconveniente perchè inutile. Turpe perchè non partecipato.

E dopo. Dopo? Dopo.

Dopo, quella potenza illusoria s'era incendiata e il rogo avanzava inesorabile dentro di sè distruggendo prati verdi e germogli con faville impazzite sempre più alte e più vigorose. sempre di più ... di più senza tregua. Le fiamme si spingevano avanti bruciando la terra intorno tra il fumo nero ed il fuoco dirompente.

Alla fine l'incendio aveva raso al suolo ogni cosa.

Non era restato altro. Non un suono nè un movimento. Solo terra bruciata e vapore denso.
E lei persino gioiva di quel suo silenzio inanimato. Di questo disastroso epilogo.

Era questo l'inferno. Questo abbandono compunto. Questa solitudine affranta e mortificata. Questo risultato sciagurato.
Era questo?

Comune di Valenza: Il sindaco non potrà ricevere

foto scattata in data MARTEDI' 16 DICEMBRE 2008

La maestra mi ha dato un problema molto complicato vediamo se riusciamo a risolverlo

Il sindaco e gli assessori ricevono una volta alla settimana ogni martedì.
se ogni martedì di ogni mese il Sindaco e gli Assessori mettono fuori questo cartello e ,DATO CHE nella settimana , il giorno dedicato ad ascoltare i cittadini (che hanno il diritto di essere ascoltati e loro hanno il dovere di ascoltarli) è esclusivamente il martedì, QUANTE volte i cittadini avranno la possibilità di interpellare i loro dipendenti ? ( ossia il Sindaco e gli Assessori che sono stati votati dai medesimi cittadini?) nell'arco del mese? e dell'anno?

Una questione veramente ingarbugliata!!!!

Ricchi premi a chi risponderà esattamente

giovedì 25 dicembre 2008

LA VITA TRASPARENTE


Questa è una storia vera. Ma non riconosco più i personaggi ed il coraggio. Non riconosco più le circostanze e la determinazione.
Lei s'era trovata un pomeriggio come al solito, con quella stretta misteriosa allo stomaco.
In quei mesi aveva meticolosamente ripulito la casa , l'aveva fatta verniciare. E poi l'avevano arredata insieme. Era passato del tempo. Qualche mese. Era stata troppo impegnata a costruire, costruire. Lui andava e veniva dalla casa portando mobili e lei lo guardava e si chiedeva se era per lui che aveva lasciato suo marito, e le sue cose, e la sua vita fatta di tanti momenti dolcissimi. l'aveva fatto per lui. Che pazzia! Erano così diversi. Così diversi. Ma non ricorda più perchè .... cosa era stato il fattore scatenante che le aveva fatto riconoscere questa diversità.
Invece s'era accorta che era finito. Finito. Nel momento che stava veramente cominciando con i mobili e la casa. Una pazzia. Si diceva: una pazzia...
Come fare ? Come poter spiegare che proprio questa spinta alla realizzazione era stata l'occasione per la presa di coscienza, netta. Chiara. Innegabile? I giorni erano passati.
Quel giorno lei s'aggirava per la casa . S'era seduta nel nuovo letto e guardava il nuovo armadio: i vestiti stipati ordinatamente all'interno. I mobili laccati ed il tappeto ai suoi piedi.
Allora si alzò di scatto come rispondendo ad un ordine preciso. Prese due grandi valigie. Comincio a piegare le maglie, i pantaloni, le camicie una ad una. Il silenzio accompagnava i movimenti ed il respiro.. uno ed uno ancora uno... le scarpe , gli stivali, i quadretti , le fotografie. Lei staccava scrupolosamente tutte le sue cose dal muro senza alcun pensiero ed infilava lentamente dentro le valigie. Uno e due ed ancora. Senza fermarsi. Via, via ed ancora, ancora. .
Infine chiuse le valigie. Le trascinò lungo il corridoio, aprì la porta dell'ingresso. Si girò appena dietro di sè , ma senza esitazione richiuse la porta. E uscì per sempre.
Come ho amato quel momento eroico. Perduto. Lontano. Dimenticato.
Dov'è quella guerriera ora ?
Davanti ad un computer.
Immobile.