
Avevo scritto poesiole perchè mi sembrava divertente presentare con tono lieve certi comportamenti un po' insolenti, un po' improduttivi di una certa classe politica.
Non ho mai espresso malevolenza perchè non ce l'ho. La mia inquietudine preferisco riservarla a cose più importanti. Scrivevo perchè mi divertiva , mi consolava e mi distraeva dalle asprezze della mia anima. Mentre scrivevo ho pensato e detto: " qualcosa mi accadrà."
Ma era un'idea licenziosa: non m'appassionava e nè mi turbava. E' successo qualcosa. Machisenefrega. Non è questo il punto.
Non è il modo spudorato, impudente ed imprudente dell'azione di persone che non hanno la mia attenzione se non marginale in qualità di ruolo e di funzione. Questi sono persino divertenti, prevedibili. Ordinari.
E' molto tempo che lavoro in questo ambiente. Ho visto molti politici arroganti che adesso camminano per la strada sconosciuti alla gente e forse a loro stessi. Non è questo.
Non posso non scrivere però della mia delusione per una persona deliziosa che non ha neppure saputo avere il coraggio di avvisarmi. Di informarmi. Di prendersi l'onere del mio dispiacere come s'era preso l'onore della decisione.
Questa lettera è per Lei, Dottore.
E per questo mondo strano che ci fa avvicinare e rapportarsi senza parole e ci fa intuire e sperare di solidità e professionalità che invece non ci sono.
Non ci si dispiace mai per un lavoro mal fatto, ma sempre a causa di una persona che ci è venuta meno nei gesti e nella relazione.
Stasera, Dottore, per qualche minuto ho scritto di Lei , per qualche minuto in questo spazio etereo e grande ma in fondo chiuso e domestico come un quartiere popolare, per qualche minuto l'ho resa presente e percepibile. Lei , che era elemento diverso e sano e sensibile e amato , si è svelato inadeguato, coinvolto e quindi colluso. Colpevole. Perduto anche. Deludente. Insufficiente.
Insufficiente per molto tempo.
Da ora. Dottore.