lunedì 1 settembre 2008
domenica 31 agosto 2008
l'Amore adesso
L’avevo immaginato. I piedi nudi sulla sabbia. Il suono familiare del mare. ed ora siamo qui.
Non parliamo.
Durante il pomeriggio ti ho guardato a lungo. Ho seguito lentamente i contorni del viso, il taglio delle sopracciglie nere. Il sorriso consueto. Gli sguardi inquieti
Sapevo che la giornata insieme a te preludeva all'amore. Gustavo quegli attimi rallentando le azioni. Adesso è giunto il traguardo. Ripercorro quei momenti appena trascorsi immersi nella luce mondana della giornata estiva. Erano confusi tra i suoni di bimbi, e tra i profumi di creme e sale.
E noi , noi per la prima volta vicini. Intensi. A parlare a ridere a svelarsi senza raccontare nulla né io di me né tu di te. Ma vicini. Vicinissimi. A compiere tutti i gesti ordinari del bere, mangiare, chiedere , pagare il conto, fumare. E’ successo poco fa alla luce marina. Nella confusione ventosa dei bar e della gente rumorosa.
Adesso è sopraggiunto il silenzio ed il buio della spiaggia e della luna grande nel cielo. Lo avevo immaginato , lo avevo atteso. Previsto. Lo volevo.

Non ci eravamo mai toccati per tutto il giorno . Non ne avevamo mai parlato. Ma adesso con te sono sabbia , sono polvere leggera tra le tue braccia e tu sei acqua fresca di sorgente. Refrigerio per le mie tristezze. Sei pioggia sottile che bagna la mia pelle arsa dal sole. Ci stendiamo a riva in una sabbia morbidissima. Appena mi abbracci i muscoli tesi si rilasciano lentamente sino a diventare quasi fluidi tra le tue mani. Il bacio è nuovo per me. Conosco le tue labbra per la prima volta. Sento la profondità della bocca ed il tuo profumo invisibile. Un bacio, ancora un bacio mentre ti circondo la schiena morbida. Non c’è spazio fra di noi. Non c’è separazione nei movimenti dapprima lenti , soffocati, attenti ai segnali e ai suoni del corpo poi sempre più prepotenti, decisi, ciechi. Irrefrenabili.
Sembra che l’acqua raggiunga i corpi ed i corpi nuotino leggeri sopra le onde scure di cui sentiamo il fragore dal fondo . Avanti, avanti in una danza all'unisono tra gli spruzzi d'acqua e il vento.
Mi aiuti sollevando il vestito fresco, ti aiuto sganciando la cintura dei jeans in un gioco di solidarietà taciuto e immerso nel silenzio senza luce ma voluto subito , preteso. Raggiunto. Appagato.
Di nuovo poi ricomponiamo l'abbraccio come confortati l'uno dal desiderio dell'altro spinti da un richiamo urgente di dedizione.
Mi adopero per accoglierti dentro di me allargando le gambe e inarcando la schiena verso il tuo corpo. Tu giungi caldo, possente e misterioso nel buio e nella stretta.
Ti seguo in questo salto da vertigine, infine presa.