Ogni giorno lei stava attentissima.
Non si lasciava perdere, non si perdeva d’occhio perché non voleva trovarsi all’improvviso in
luoghi di cui non avrebbe conosciuto il PERCORSO.
Perché ci vuole poco , ve lo dico, sinceramente.
Ci vuole poco a perdersi ed a sprofondare nell’abisso
da cui tutto , e pure noi , ha avuto
origine.
Non penso che a questo .
A non perdermi.
A essere cosciente di ogni mutamento
dell’anima e del corpo che viaggiano all’unisono diventando ora l’uno ora l’altro
il residuo di un movimento che è soprattutto una intenzionalità di se’ in altro
luogo che non è più adesso, che non è più qui.
Già vi vedo: scettici. Oppure ancora peggio : confusi .
Non capite e non volete capire (
qualcuno non capirà proprio niente e me ne farà una colpa. Io la prendo, questa colpa. Mi piace
che qualcheduno non mi capisca
soprattutto coloro da cui sono eticamente distante. A voi con la faccia raggrinzita dal rancore e la pancia gonfia di tranquillanti dico: " non comprendetemi, vi prego. Ne faccio un mio vanto. )
Non capite o non volete
capire che il nostro stare al mondo è sempre in bilico tra la ragione che non scioglie l'enigma e lo rinnega e il desiderio che le nostre infinitesimali parti del se’ ,
riunite per contratto e per regola , si presentino a noi frantumate e scisse a presentarci la
nostra pazzia. Qualcosa da cui non
potremo più tornare.
Parlo di questo perché si
sappia: è questa la mia posizione:
guardinga.
Ho paura. Insomma. La pazzia non è
così distante dal mio sogno. Sono solo ad un passo.
Eppure non abbiamo altra scelta che accogliere
questo corpo fluente e palpitante di spirito divino per accompagnarlo a scorgere
l’abisso che ci illuminerebbe se solo avessimo la forza di discenderne i gradini buii ed inacessibili.
Il mio viaggio è questo.
Non si
tratta, beninteso, di città e di strade, di ragionieri e di ministri incravattati. Si
tratta della stretta carnale della mia anima , dell’intenzionalità del suo afflato che si fa movimento del corpo.
Ho il compito di governarlo questo corpo: di
allungare il passo o di arrestarlo. D’essere
il pezzo mancante tra il cielo e la terra. Tra la notte il giorno. D’essere l’anello che congiunge e separa la passione dalla ragione . Legate insieme
anche se lontanissime.
E' un lavoro , questo, che mi impegna oltre misura. Vivere ai margini del baratro.
Che tempo fa? ! la mattina è tutto
ghiacciato, ma l’aria è limpida ed il cielo già da subito si illumina di un sole ancora nascosto.
Va bene così, monsieur?
1 commento:
Gli antichi demoni sono tornati.
E' il pezzo più bello che io abbia mai letto di te: lucido, aperto, veloce e crudele come una lama calda che affonda nel burro. Tu ne sei consapevole Antonella ed anche questo ti distingue dal resto.
Il baratro prima o poi ci inghiotterà- Scriveremo da lì, durante la discesa.
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