lunedì 29 dicembre 2008

FACE BOOK


Si devono rassegnare i detrattori di Face book: è oramai il nuovo fenomeno di comunicazione dell'anno 2009 .

Ha questi pregi:
1) Ha messo in evidenza il bisogno di comunicare, di conoscere, di parlare ( o scrivere che è la stessa cosa) della gente. Non solo i giovanissimi , ma tutti insomma. Anche i bambini che hanno un impiego ( ossia noi, ehm , adulti... sì)

2) Ha permesso alle persone che hanno gusti sessuali diversi di potersi esprimere ( che gioia vedere un ragazzo scrivere: sono impegnato con Mario) Quando l'ho letto ero piena di gratitudine, di energia. Ok, sei impegnato con Mario: meraviglioso. Meraviglioso. Dai!!

3) Ho trovato in veste nuova i miei cari affezionati blogger ( vi amo e lo sapete vero?) Come vorrei anche Roberto ( vedi miralanza.blogspot.com ) con me! ( se ci sei batti un colpo !)

4) Ha spinto l'impiegato di banca ad uscire allo scoperto : "ehi ! Sono Giuseppe, ciao!"

Alcuni ( adorabili ipocriti come il mio adorabile anonimo eh eh) giustificano la loro iscrizione a face book dichiarando che "... cerco parenti lontani dell'Australia.." cocchi di mamma !!. Anch'io ho cercato mio cugino ma ci ho messo tre secondi. Pin pan ..ho messo il mio cognome. .... e voilà.. la sfilza dei miei omonimi anonimi eccola bella e pronta! Tsè tsè

Ma non importa quale scusa si voglia adottare. Siamo qua! I più col proprio nome e la propria faccia. Ancora qualcuno diffidente e guardingo. e si firma " dolore" Forse è così che vuole farsi conoscere.
Si parla poco . Si dicono molte cazzate. Non è come stare in una stanza da sola col proprio blog in intimità profonda, mistica e silenziosa .
E' tutto molto veloce e la conoscenza è superficiale un po' fittizia, mistificatrice e a volte sommaria. Molti parlano di sesso. cavolo! non è forse l'amore che muove il mondo?
Perchè no? Avanti.! Fin quando durerà , noi ci saremo.. I blogger in prima fila. Non occupateci lo spazio, Please!
Siamo un po' dove ci porta il cuore. ..

domenica 28 dicembre 2008

NON ERA RESTATO ALTRO

Lei aveva deciso tutto già mentre s'avviava . Non aveva sentimenti di sorta , ma solo in testa una decisione di massima su cosa fare.
Si conosceva.
La sua ansia ed il suo dolore non la ingannavano più di tanto.
Spesso questi sentimenti sono dettati da ragioni profonde radicate nella propria anima e nell'essenza vera e profonda dell'individuo. Ma lei lo sapeva, lo sapeva che quello che provava era un senso di smarrimento superficiale dovuto alla noia di vivere , alla ferita purulenta del proprio orgoglio ferito. Non altro. Non altro.

Lei si vedeva: sofferente e piangente . Si vedeva intrisa di tutta quella dignità propria che solo il dolore può attribuire , che solo il dolore disegna sul viso e sul portamento.. ma non c'era, lo sapeva, un vero sentimento che agiva nel pianto e nell'afflizione. Sarebbe bastato distrarre il proprio senso di perdita e di rinuncia con un'azione banale in fondo, anche se d'effetto e ponderosa?
Forse.
Era già successo in passato. Lei era così prevedibile. Così convenzionale nella sua ricerca di trasgressione, di distrazione. Di disubbidienza.

Chi fosse lui poco importava. Solo non doveva essere aggressivo, non doveva essere ingombrante. Perchè c'era lei già ingombrante, già invasiva. . Ecco: lei.
Lei decideva senza interferenze. Senza modifiche al programma. In solitudine ed autonomia perfette . Lei non si faceva mai sedurre. Lei non si faceva mai convincere.
Lei solcava il terreno , lei lo seminava. Le parole sarebbero state inutili , vuote, il vento lieve spazzava le foglie nel suo campo di sabbia e sassi appuntiti. Nulla d'altro.

E, mentre andava, un senso di potenza misteriosa la guidava nella strada e nel progetto.
Un senso di esaltazione la eccitava e la rendeva operosa ed efficiente.
Era viva.

Non ricorda poi tutto il resto: l'abbraccio... i movimenti del corpo e delle mani. ...Il desiderio non suo , ma dell'occasione e della circostanza. Un desiderio mondano, frivolo. Transitorio. Ed ancora di più ed ancora di più diventava penoso per il significato che avrebbe avuto , che poteva avere , che aveva avuto in passato e che s'era trasformato..ora, che s'era avvilito e consumato in gesto triviale. In un gesto inadeguato. Ributtante perchè superfluo . Sconveniente perchè inutile. Turpe perchè non partecipato.

E dopo. Dopo? Dopo.

Dopo, quella potenza illusoria s'era incendiata e il rogo avanzava inesorabile dentro di sè distruggendo prati verdi e germogli con faville impazzite sempre più alte e più vigorose. sempre di più ... di più senza tregua. Le fiamme si spingevano avanti bruciando la terra intorno tra il fumo nero ed il fuoco dirompente.

Alla fine l'incendio aveva raso al suolo ogni cosa.

Non era restato altro. Non un suono nè un movimento. Solo terra bruciata e vapore denso.
E lei persino gioiva di quel suo silenzio inanimato. Di questo disastroso epilogo.

Era questo l'inferno. Questo abbandono compunto. Questa solitudine affranta e mortificata. Questo risultato sciagurato.
Era questo?

Comune di Valenza: Il sindaco non potrà ricevere

foto scattata in data MARTEDI' 16 DICEMBRE 2008

La maestra mi ha dato un problema molto complicato vediamo se riusciamo a risolverlo

Il sindaco e gli assessori ricevono una volta alla settimana ogni martedì.
se ogni martedì di ogni mese il Sindaco e gli Assessori mettono fuori questo cartello e ,DATO CHE nella settimana , il giorno dedicato ad ascoltare i cittadini (che hanno il diritto di essere ascoltati e loro hanno il dovere di ascoltarli) è esclusivamente il martedì, QUANTE volte i cittadini avranno la possibilità di interpellare i loro dipendenti ? ( ossia il Sindaco e gli Assessori che sono stati votati dai medesimi cittadini?) nell'arco del mese? e dell'anno?

Una questione veramente ingarbugliata!!!!

Ricchi premi a chi risponderà esattamente

giovedì 25 dicembre 2008

LA VITA TRASPARENTE


Questa è una storia vera. Ma non riconosco più i personaggi ed il coraggio. Non riconosco più le circostanze e la determinazione.
Lei s'era trovata un pomeriggio come al solito, con quella stretta misteriosa allo stomaco.
In quei mesi aveva meticolosamente ripulito la casa , l'aveva fatta verniciare. E poi l'avevano arredata insieme. Era passato del tempo. Qualche mese. Era stata troppo impegnata a costruire, costruire. Lui andava e veniva dalla casa portando mobili e lei lo guardava e si chiedeva se era per lui che aveva lasciato suo marito, e le sue cose, e la sua vita fatta di tanti momenti dolcissimi. l'aveva fatto per lui. Che pazzia! Erano così diversi. Così diversi. Ma non ricorda più perchè .... cosa era stato il fattore scatenante che le aveva fatto riconoscere questa diversità.
Invece s'era accorta che era finito. Finito. Nel momento che stava veramente cominciando con i mobili e la casa. Una pazzia. Si diceva: una pazzia...
Come fare ? Come poter spiegare che proprio questa spinta alla realizzazione era stata l'occasione per la presa di coscienza, netta. Chiara. Innegabile? I giorni erano passati.
Quel giorno lei s'aggirava per la casa . S'era seduta nel nuovo letto e guardava il nuovo armadio: i vestiti stipati ordinatamente all'interno. I mobili laccati ed il tappeto ai suoi piedi.
Allora si alzò di scatto come rispondendo ad un ordine preciso. Prese due grandi valigie. Comincio a piegare le maglie, i pantaloni, le camicie una ad una. Il silenzio accompagnava i movimenti ed il respiro.. uno ed uno ancora uno... le scarpe , gli stivali, i quadretti , le fotografie. Lei staccava scrupolosamente tutte le sue cose dal muro senza alcun pensiero ed infilava lentamente dentro le valigie. Uno e due ed ancora. Senza fermarsi. Via, via ed ancora, ancora. .
Infine chiuse le valigie. Le trascinò lungo il corridoio, aprì la porta dell'ingresso. Si girò appena dietro di sè , ma senza esitazione richiuse la porta. E uscì per sempre.
Come ho amato quel momento eroico. Perduto. Lontano. Dimenticato.
Dov'è quella guerriera ora ?
Davanti ad un computer.
Immobile.

lunedì 15 dicembre 2008

Partito Democratico : Sogno infranto

Ogni giorno che passa il Pd sembra rimangiarsi il suo impegno di neppure un anno fa di «andare da solo», di considerarsi potenzialmente maggioritario, e dunque di non avere bisogno di nessuna «unione» con altri. Come conseguenza, un passo dopo l'altro ritorna d'attualità l'unità delle sinistre. Lo indica tutta una serie di fatti: dalla nessuna presa di distanza da parte del Pd nei confronti della linea dura della Cgil di Epifani, all'appoggio senza riserve offerto al movimento contro le riforme volute dal ministro Gelmini, alla crescente tentazione dell'antiberlusconismo duro e puro presentato di nuovo come argine necessario contro il «regime», alla gestione della questione della Commissione di vigilanza sulla Rai, infine alla presentazione di una candidatura unitaria (espressa dall'Italia dei Valori, e anche questo è significativo) per le elezioni regionali in Abruzzo.


Sono scelte che fanno incontrare al Pd una piazza che esso ormai conosce e controlla solo in parte, e di cui quindi finisce spesso per essere più la coda che la guida. Sono scelte che di fatto consegnano la bandiera dell'opposizione, e dunque anche quella del Pd, nelle mani di categorie (i piloti), di pezzi . di sociale (il magma studentesco), di protagonisti (Di Pietro, i comici!), che i in realtà hanno a che fare poco o nulla con un moderno partito riformista. L'unità delle sinistre si sta riformando nelle piazze. ‘ chiara qual è la causa immediata di questo lento ma deciso abbandono da parte del Pd delle posizioni «soliste», la debolezza della leadership di Walter Veltroni.


Azzoppato dalla dura sconfitta elettorale; insidiato dalle continue, lotte interne ed incapace di comporre in un accettabile grado d'unità tra le diverse anime confluite nel Pd‑Veltroni non è ancora riuscito a trovare e a praticare una seria politica d'opposizione capace di tenere insieme, il profilo riformista del suo partito da un lato, e dall'altro la chiarezza del quotidiano contrasto rispetto al governo.


Così, sentendo il terreno mancargli ogni giorno sotto i piedi, si è "buttato a sinistra". Privo del consenso degli elettori ha cercato almeno quello dei manifestanti; persa la battaglia dei votanti, si è messo a sperare nelle lotte dei «movimenti». Ma non c'è solo la debolezza di Walter Veltroni nel Pd, c'è qualcosa di più profondo, l' evidente difficoltà di condurre una lotta politica vera che porti il partito ad essere un vero movimento riformista, ma per farlo dovrebbe abbandonare quella cultura di antica matrice comunista che esso invece ancora si porta dentro.


Il Pd, si trova di fatto ad avere, anche stando all'opposizione, dei nemici a sinistra, ma non essendo ideologicamente riformista abbastanza, non riesce ad accettare di essere combattuto e di combattere tali -nemici, rinunciando all'idea di farseli i n qualche modo alleati, cosa che invece avverrà a livello locale alle prossime elezioni amministrative. Perché non ammetterei propri errori, ed iniziare a rivedere le proprie strategie politiche se si vuole ritornare a governare in questo paese? Forse è giunto il momento di concludere oggi, un' avventura da «solista» e riaprire un tavolo di dialogo con tutte le forze politiche e civiche e i movimenti radicati nel paese e che, forse, hanno ancora molto da insegnare e da dare in termini di impegno e di idee.
Non sprechiamo altro tempo!!!!


(Vincenzo COSTANTINO)

Crescere Insieme CIVICA Movimento democratico Alessandria

venerdì 12 dicembre 2008

A Valenza Striscia la Biscia ssssssshhhhhhhhhhh

Ricordate tempo addietro / L’Amministratore tetro /Senza sguardo e lingua doppia /Che di vanità or scoppia? /Questo, insomma, s’è arrabbiato /Perché dice: “ Canzonato” /Dal mio blog molto privato /Ma perché lui l’ha guardato? /Non ha poi niente da fare? /Ed i conti da saldare? /E il bilancio da quadrare? /E la moglie da guardare?/ Ma lui perde tempo a iosa/ Migliorare non è cosa / Tutto va poi a scatafascio/ sui suoi affari io tralascio/ Il Comune vende tutto /Chi si prenderà quel frutto? /Case, immobili e giardini /lui sberleffa i cittadini /poi si strizza in fretta gli occhi /Ci considera pitocchi /Se io scrivo “ Non è giusto!!” /M’allontana poi di gusto /“ Via da me quella megera! /mi rovina l’atmosfera!! / voglio solo cicisbei !/ e più stupidi di lei / che non sanno cosa faccio/ e di questo mi compiaccio "/ ma noialtri cittadini/ che ci mancano i quattrini/ ci segniamo il suo cognome/ci ricorderemo eccome!!!!/ quando si dovrà votare/ e lui Sa dove pUò andare!

lunedì 8 dicembre 2008

LA VITA IMPERFETTA

NON MI DEVI DIMOSTRARE NULLA. NON MI DEVI DIMOSTRARE DI ESSERE PERFETTO O DI SAPERE FARE ASSOLUTAMENTE BENE LE COSE. NON CREDO CHE CI SIA UNA MODALITA' DI COMPORTAMENTO UNICA. MA SENTO CHE DOBBIAMO GIOCARCELA QUESTA VITA ASSAPORANDO LE SENSAZIONI PIU' GIOIOSE DELLA VITA.
CIOE' : SENTIRE.. SENTIRE.
MI INTROMETTO SPESSO NELLA VITA DEGLI ALTRI . DICO: " NO " " NO" PERCHE' SENTO NEL PROFONDO DELLA MIA ANIMA ( GIA', NELLA MIA ANIMA ) CHE LA STRADA E' QUELLA DELL'AMORE. MA NON PER ESSERE RETORICI.
NON INTENDO NON SOLO ALMENO, L'AMORE TRA UOMO E DONNA. MA L'AMORE INTESO COME UN SENTIRE ED ESSERCI PIENAMENTE NELLE COSE CHE FACCIAMO E SE PER CASO CAPITASSE L'EVENTUALITA' CHE NON CI FOSSIMO , NON CI FOSSIMO NELLE COSE CHE FACCIAMO, ALLORA NON ABBIAMO ALTRA SCELTA CHE ANDARE VIA E CAMBIARE.


DISCUTEVO CON UNA MIA AMICA E LEI DICEVA: "UN DIVORZIO RAPPRESENTA UN FALLIMENTO NELLA VITA DI UNA PERSONA"
IO DICO: NO.

IO CREDO CHE UN DIVORZIO NON SIA CHE UN EPILOGO NATURALE DI UNA STORIA D'AMORE. L'EPILOGO PIU' TRASPARENTE E PIU' ONESTO.
DUNQUE. NON CI CHIEDIAMO SE IL FIORE APPASSITO HA FALLITO LA SUA ESSENZA DI FIORE.
E' NORMALE. E' L'EVOLUZIONE.
LA SOCIETA,' PER UNA SUA OPPORTUNITA' ECONOMICA E ORGANIZZATIVA, CI HA ABITUATI A CREDERE IL MATRIMONIO UNA ISTITUZIONE A TEMPO INDETERMINATO.
E' UNA PAZZIA.
TUTTO SUBISCE UN PROCESSO, UNA CRESCITA ED UNA EVOLUZIONE.
FORSE CHE L'AVVENIMENTO DELLA NOSTRA MORTE SANCISCE PER QUESTO IL FALLIMENTO DELL'ESSERE UOMINI?

domenica 7 dicembre 2008

sabato 6 dicembre 2008

giovedì 4 dicembre 2008

IL BLOG E' PERICOLOSO - ATTENZIONE -


Dei momenti mi pare che scrivere un testo con la consapevolezza e la volontà di diffonderlo on line al mondo abbia una valenza trascurabile.

Alcuni momenti ho invece la triste sensazione che questo nostro scrivere ci porti ad una specie di pazzia legittimata , oppure ancora peggio che consenta e giustifica quella pazzia che già è in atto in noi. Sottolineo: in atto in noi. Pulsioni di cui inconsciamente ci vergogniamo e non vogliamo rivelare le trasformiamo in affettazioni salottiere. Noi ...

Noi. Perché non mi escludo da questo riferimento , benché come tutti voi io mi senta migliore e diversa.


Ma è un inganno.


Questo dilemma ha cominciato ad affiorare nella mia mente dapprima in modo impreciso, poco riconoscibile, incerto confuso. Poi sempre più chiaro. Fatale.

Il problema non è tanto, non tanto che siamo pazzi, beninteso. Perché molti di noi lo sono.


Alcuni non hanno assolutamente capacità di discernere i vari elementi di un fatto, altri hanno delle certezze criminali, altri ancora, incapacità totale di rapportarsi all’esterno, alle donne in particolare o al mondo nella sua globalità innocua e nello stesso tempo minacciosa e inquietante.

Ma il fatto che queste persone, noi, che scriviamo con queste incongruenze mentali, non solo non ci controlliamo e non ci sforziamo di tenerle a bada, ma ancor peggio , le esibiamo come norme morali, come temperamenti da emulare (come massime di vita istituzionali.) Per questo. Per questo motivo, scrivo e penso e vi metto in guardia:


ATTENZIONE : il BLog è pericolosissimo.


Vi faccio un’esempio. Ma che ho sperimentato di persona.

Una persona affetta da disturbi psichiatrici con tendenze maniaco / ossessive e criminali decide di aprire un blog.

Certamente se voi lo vedeste in faccia ( gli occhi allucinati , lo sguardo vitreo, i movimenti del corpo scoordinati, i gesti invasati, voi, dico voi tutti lo riconoscereste subito per quello che è e gli dareste l’attenzione e la comprensione misurata alla situazione. Magari anche un'attenzione terapeutica ( perchè non è vero che siamo tutti uguali : c'è chi ha forza nel carattere e chi è debolissimo e di questo dobbiamo farci carico noi che scriviamo)


Invece questa persona scrive nel blog. E io gli rispondo. Magari non comprendo veramente e legittimo le sue parole scrivendo: “ belle parole” Bravo” " splendide parole”

Vi lascio a voi immaginare le conseguenze che vi possono essere.


Ma, se pure non vi fossero conseguenze, diciamo, a livello pratico, lo stesso si innescherà un meccanismo perfido e sterile che non porterà altro che all’emarginazione di questa persona , all’avvallo delle sue ossessioni, all' inasprimento delle sue limitatezze.


Questo automatismo, al quale con l'andare degli anni e delle azioni, ci potremo persino abituare (come ci siamo abituati e anzi ci sembra normale che la telecamera in TV inquadri il culo delle donne invece che il viso) , non potrà che portare ad un appiattimento mentale, un irrigidimento morale di tutti noi che scriviamo e commentiamo.


Questa cultura dell'adulazione e della legittimazione di QUALSIASI PAROLA ci porterà ad un impoverimento della società e mi sono tenuta leggera.


Si è notato?

mercoledì 3 dicembre 2008

COMUNE DI VALENZA: ANCORA P.D. INTROVABILE . BORIOLI LO SA?


AHI AHI AHI! IL P.D. NON SOLO NON ESISTE
MA SI E' TRAMUTATO IN UN FANTASMA !!!!!

UNA FANTASMA CHE CANCELLA I COMMENTI

DAL BLOG DEL PARTITO

DEMOCRATICO.

FORSE IL COMMENTO NON ERA STATO ABBASTANZA CELEBRATIVO E

DEFERENTE PER POTERLO LASCIARE ON LINE?

FORSE C'ERANO RIPORTATI DEI FATTI TALMENTE INCONFUTABILI CHE

L'ECTOPLASMA NON AVREBBE SAPUTO COSA REPLICARE ?

LIBERISSIMO, CARO ECTOPLASMA, DI CANCELLARE LE COSE CHE NON TI PIACCIONO

DALLA TUA CASA, MA NON E' QUESTO IL MODO PER " AVVICINARE LA GGGENTE"

COSA CHE TU SAI BENISSIMO, DARLING . ....

MA CHE TU LI CANCELLI......................................DANIELE BORIOLI LO SA?



GIGANTEEEEEE PENSACI TUUUUUUU


chiedo scusa se parlo di politica
( politica?!!! è un po' grossa come parola per ciò che avviene NEL COMUNE DI VALENZA )
ma ho una specie di momentaneo rigetto
a trattare più seriamente i blog
( LEGGO DELLE COSE TALMENTE ..... TALMENTE .. LO STESSO SONO MOLTO VICINA A CHI PARLA CON IL CUORE E CON GRANDI SPERANZE DI ESSERE COMPRESI . UN BACIO A LORO: PCIUUUU )


lunedì 1 dicembre 2008

Storia di violenza, inganno e fuga


Dopo otto anni ci eravamo lasciati. Cioè, lui mi aveva lasciato. Anzi più precisamente l’avevo trovato in una stanza abbracciato ad una tipa tutta smaltata che non avevo mai visto prima. Quando ti abbandonano devi ricostruire la giornata daccapo. Prima c’erano le ore scandite dall’abitudine di vedersi, di far combaciare gli orari e poi ti ritrovi con tutto questo tempo bucato, da ricompattare ed organizzare: come una nuova casa.


Erano stati giorni lacrimosi e poi era tornata la voglia di uscire. Premessa importante. Perché questo dell’uscire diventa un momento delicato: si è come nuovi, indifesi, pionieri ed un po’ allucinati.


M’ero messa a vagabondare per i giardini fino a che avevo incontrato un gruppetto di persone che conoscevo di vista e con cui qualche volta m’ero fermata a parlare.
Mi unisco a loro e cominciamo a bere e a mangiare per i bar ed a girovagare senza indirizzo.
C’era tra questi un ragazzo che avevo già notato perché era il più bello. Era quel che si può definire “un tipo particolare”. Aveva i capelli scarmigliati e la barba da cospiratore e poi non parlava mai, questo allora mi faceva credere che stesse riflettendo.
Non raccontavo di come mi sentivo ma avevo cominciato il gioco pericoloso della seduzione. Ero molto ammiccante, affettuosa, gli giravo attorno continuamente, spesso mi rivolgevo a lui e mi ci sedevo accanto.
Avevamo cenato in un locale del centro poi avevamo ripreso a passeggiare per la città buia ed autunnale. Non ricordo altro di quella sera. Se non minuziosamente quello che accadde da quel momento.


Era molto tardi. Forse si erano fatte le tre del mattino. Eravamo rimasti solo io e lui seduti sullo schienale di una panchina del giardino deserto e ventoso. Lui aveva bevuto molto e fumato. Aveva preso anche delle pasticche e me le aveva offerte. Non le ho prese solo perché ho sempre paura di perdermi e di non riuscire a ritrovarmi più. Non avevo compreso allora. Non avevo abbastanza esperienza in questo senso. Lui m’abbraccia d’improvviso ed io non lo respingo . Ma non lo contengo. Mi spinge e mi schiaccia sino a farmi ribaltare dallo schienale sulla terra bagnata del parco. Sento una fitta dolorosa alla schiena, ma ancora non mi avvedo del pericolo.
Infatti dico: “mi hai fatto male”

Mentre cerco di alzarmi comprendo subito, all’improvviso. Tutto mi è lucidissimo, chiaro. Lo osservo per la prima volta. Lui non mi ascoltava e non mi vedeva. Io non c’ero proprio per lui. Non s’era neppure accorto che avevamo fatto un volo di un metro con il rischio di farci male. Aveva lo sguardo perso nel vuoto ed una forza violenta nelle braccia. Mi aveva afferrato le mani e le schiacciava sul terreno non dandomi la possibilità di fare un solo movimento col busto. Mi guardo attorno e solo in quel momento mi accorgo che non c’era nessuno nel raggio di molti metri: riuscivo a visualizzare con difficoltà solo fioche luci delle auto che sfrecciavano nella via che fiancheggiava il giardino.

Il deserto. Il deserto intorno. Penso convulsamente ma più che pensare sento furiosamente e con angoscia di non poter appellarmi a nessuno, di non poter urlare e che se pure avessi urlato forse avrei peggiorato le mie condizioni, forse mi avrebbe anche picchiata.


L’ho pensato freneticamente in poche frazioni di secondo.

E decisi subito.

Ricambiai i baci.

Era l’unica possibilità che avevo di uscirne alla meno peggio. Anzi, non sapevo , non progettavo nulla per il futuro, volevo solo preservarmi per l’immediato presente.

Lui allentò la presa quando mi sentì accondiscendente e restammo lì a baciarci per un po’. Lui mi toccava dappertutto ed io lo lasciavo fare. Feci cenno di liberarmi le mani per accarezzarlo e lui lasciò la presa subito. Allora potei ruotare il busto un poco e cominciare a muovermi ed a respirare più liberamente. Ma non smettevo di accarezzarlo ed ingraziarmelo disperatamente. Mi spostavo lentamente strisciando in terra verso le luci delle macchine . Non ricordo più quanto tempo mi ci è voluto. Le luci si avvicinavano lentamente, il tempo passava inesorabilmente. Un ora? due ore? Non ricordo. Ma quando ho sentito che avrei potuto raggiungere le luci in sicurezza mi alzai in piedi e cominciai a correre a perdifiato.

Corro furiosamente in mezzo alla strada. Fermo una macchina. Salgo velocemente. Non mi volto neppure una volta per guardarmi le spalle. Non ricordo altro se non il mio pianto disperato nel sedile posteriore dell'auto.

VALENZA - LE VIGNETTE DI EZIO CAMPESE - IL P.D.

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Ringrazio Ezio Campese per aver autorizzato la pubblicazione delle sue vignette particolarissime che di volta in volta saranno in questo splendido e meraviglioso BLOG !!!!