lunedì 29 dicembre 2008

FACE BOOK


Si devono rassegnare i detrattori di Face book: è oramai il nuovo fenomeno di comunicazione dell'anno 2009 .

Ha questi pregi:
1) Ha messo in evidenza il bisogno di comunicare, di conoscere, di parlare ( o scrivere che è la stessa cosa) della gente. Non solo i giovanissimi , ma tutti insomma. Anche i bambini che hanno un impiego ( ossia noi, ehm , adulti... sì)

2) Ha permesso alle persone che hanno gusti sessuali diversi di potersi esprimere ( che gioia vedere un ragazzo scrivere: sono impegnato con Mario) Quando l'ho letto ero piena di gratitudine, di energia. Ok, sei impegnato con Mario: meraviglioso. Meraviglioso. Dai!!

3) Ho trovato in veste nuova i miei cari affezionati blogger ( vi amo e lo sapete vero?) Come vorrei anche Roberto ( vedi miralanza.blogspot.com ) con me! ( se ci sei batti un colpo !)

4) Ha spinto l'impiegato di banca ad uscire allo scoperto : "ehi ! Sono Giuseppe, ciao!"

Alcuni ( adorabili ipocriti come il mio adorabile anonimo eh eh) giustificano la loro iscrizione a face book dichiarando che "... cerco parenti lontani dell'Australia.." cocchi di mamma !!. Anch'io ho cercato mio cugino ma ci ho messo tre secondi. Pin pan ..ho messo il mio cognome. .... e voilà.. la sfilza dei miei omonimi anonimi eccola bella e pronta! Tsè tsè

Ma non importa quale scusa si voglia adottare. Siamo qua! I più col proprio nome e la propria faccia. Ancora qualcuno diffidente e guardingo. e si firma " dolore" Forse è così che vuole farsi conoscere.
Si parla poco . Si dicono molte cazzate. Non è come stare in una stanza da sola col proprio blog in intimità profonda, mistica e silenziosa .
E' tutto molto veloce e la conoscenza è superficiale un po' fittizia, mistificatrice e a volte sommaria. Molti parlano di sesso. cavolo! non è forse l'amore che muove il mondo?
Perchè no? Avanti.! Fin quando durerà , noi ci saremo.. I blogger in prima fila. Non occupateci lo spazio, Please!
Siamo un po' dove ci porta il cuore. ..

domenica 28 dicembre 2008

NON ERA RESTATO ALTRO

Lei aveva deciso tutto già mentre s'avviava . Non aveva sentimenti di sorta , ma solo in testa una decisione di massima su cosa fare.
Si conosceva.
La sua ansia ed il suo dolore non la ingannavano più di tanto.
Spesso questi sentimenti sono dettati da ragioni profonde radicate nella propria anima e nell'essenza vera e profonda dell'individuo. Ma lei lo sapeva, lo sapeva che quello che provava era un senso di smarrimento superficiale dovuto alla noia di vivere , alla ferita purulenta del proprio orgoglio ferito. Non altro. Non altro.

Lei si vedeva: sofferente e piangente . Si vedeva intrisa di tutta quella dignità propria che solo il dolore può attribuire , che solo il dolore disegna sul viso e sul portamento.. ma non c'era, lo sapeva, un vero sentimento che agiva nel pianto e nell'afflizione. Sarebbe bastato distrarre il proprio senso di perdita e di rinuncia con un'azione banale in fondo, anche se d'effetto e ponderosa?
Forse.
Era già successo in passato. Lei era così prevedibile. Così convenzionale nella sua ricerca di trasgressione, di distrazione. Di disubbidienza.

Chi fosse lui poco importava. Solo non doveva essere aggressivo, non doveva essere ingombrante. Perchè c'era lei già ingombrante, già invasiva. . Ecco: lei.
Lei decideva senza interferenze. Senza modifiche al programma. In solitudine ed autonomia perfette . Lei non si faceva mai sedurre. Lei non si faceva mai convincere.
Lei solcava il terreno , lei lo seminava. Le parole sarebbero state inutili , vuote, il vento lieve spazzava le foglie nel suo campo di sabbia e sassi appuntiti. Nulla d'altro.

E, mentre andava, un senso di potenza misteriosa la guidava nella strada e nel progetto.
Un senso di esaltazione la eccitava e la rendeva operosa ed efficiente.
Era viva.

Non ricorda poi tutto il resto: l'abbraccio... i movimenti del corpo e delle mani. ...Il desiderio non suo , ma dell'occasione e della circostanza. Un desiderio mondano, frivolo. Transitorio. Ed ancora di più ed ancora di più diventava penoso per il significato che avrebbe avuto , che poteva avere , che aveva avuto in passato e che s'era trasformato..ora, che s'era avvilito e consumato in gesto triviale. In un gesto inadeguato. Ributtante perchè superfluo . Sconveniente perchè inutile. Turpe perchè non partecipato.

E dopo. Dopo? Dopo.

Dopo, quella potenza illusoria s'era incendiata e il rogo avanzava inesorabile dentro di sè distruggendo prati verdi e germogli con faville impazzite sempre più alte e più vigorose. sempre di più ... di più senza tregua. Le fiamme si spingevano avanti bruciando la terra intorno tra il fumo nero ed il fuoco dirompente.

Alla fine l'incendio aveva raso al suolo ogni cosa.

Non era restato altro. Non un suono nè un movimento. Solo terra bruciata e vapore denso.
E lei persino gioiva di quel suo silenzio inanimato. Di questo disastroso epilogo.

Era questo l'inferno. Questo abbandono compunto. Questa solitudine affranta e mortificata. Questo risultato sciagurato.
Era questo?

Comune di Valenza: Il sindaco non potrà ricevere

foto scattata in data MARTEDI' 16 DICEMBRE 2008

La maestra mi ha dato un problema molto complicato vediamo se riusciamo a risolverlo

Il sindaco e gli assessori ricevono una volta alla settimana ogni martedì.
se ogni martedì di ogni mese il Sindaco e gli Assessori mettono fuori questo cartello e ,DATO CHE nella settimana , il giorno dedicato ad ascoltare i cittadini (che hanno il diritto di essere ascoltati e loro hanno il dovere di ascoltarli) è esclusivamente il martedì, QUANTE volte i cittadini avranno la possibilità di interpellare i loro dipendenti ? ( ossia il Sindaco e gli Assessori che sono stati votati dai medesimi cittadini?) nell'arco del mese? e dell'anno?

Una questione veramente ingarbugliata!!!!

Ricchi premi a chi risponderà esattamente

giovedì 25 dicembre 2008

LA VITA TRASPARENTE


Questa è una storia vera. Ma non riconosco più i personaggi ed il coraggio. Non riconosco più le circostanze e la determinazione.
Lei s'era trovata un pomeriggio come al solito, con quella stretta misteriosa allo stomaco.
In quei mesi aveva meticolosamente ripulito la casa , l'aveva fatta verniciare. E poi l'avevano arredata insieme. Era passato del tempo. Qualche mese. Era stata troppo impegnata a costruire, costruire. Lui andava e veniva dalla casa portando mobili e lei lo guardava e si chiedeva se era per lui che aveva lasciato suo marito, e le sue cose, e la sua vita fatta di tanti momenti dolcissimi. l'aveva fatto per lui. Che pazzia! Erano così diversi. Così diversi. Ma non ricorda più perchè .... cosa era stato il fattore scatenante che le aveva fatto riconoscere questa diversità.
Invece s'era accorta che era finito. Finito. Nel momento che stava veramente cominciando con i mobili e la casa. Una pazzia. Si diceva: una pazzia...
Come fare ? Come poter spiegare che proprio questa spinta alla realizzazione era stata l'occasione per la presa di coscienza, netta. Chiara. Innegabile? I giorni erano passati.
Quel giorno lei s'aggirava per la casa . S'era seduta nel nuovo letto e guardava il nuovo armadio: i vestiti stipati ordinatamente all'interno. I mobili laccati ed il tappeto ai suoi piedi.
Allora si alzò di scatto come rispondendo ad un ordine preciso. Prese due grandi valigie. Comincio a piegare le maglie, i pantaloni, le camicie una ad una. Il silenzio accompagnava i movimenti ed il respiro.. uno ed uno ancora uno... le scarpe , gli stivali, i quadretti , le fotografie. Lei staccava scrupolosamente tutte le sue cose dal muro senza alcun pensiero ed infilava lentamente dentro le valigie. Uno e due ed ancora. Senza fermarsi. Via, via ed ancora, ancora. .
Infine chiuse le valigie. Le trascinò lungo il corridoio, aprì la porta dell'ingresso. Si girò appena dietro di sè , ma senza esitazione richiuse la porta. E uscì per sempre.
Come ho amato quel momento eroico. Perduto. Lontano. Dimenticato.
Dov'è quella guerriera ora ?
Davanti ad un computer.
Immobile.

lunedì 15 dicembre 2008

Partito Democratico : Sogno infranto

Ogni giorno che passa il Pd sembra rimangiarsi il suo impegno di neppure un anno fa di «andare da solo», di considerarsi potenzialmente maggioritario, e dunque di non avere bisogno di nessuna «unione» con altri. Come conseguenza, un passo dopo l'altro ritorna d'attualità l'unità delle sinistre. Lo indica tutta una serie di fatti: dalla nessuna presa di distanza da parte del Pd nei confronti della linea dura della Cgil di Epifani, all'appoggio senza riserve offerto al movimento contro le riforme volute dal ministro Gelmini, alla crescente tentazione dell'antiberlusconismo duro e puro presentato di nuovo come argine necessario contro il «regime», alla gestione della questione della Commissione di vigilanza sulla Rai, infine alla presentazione di una candidatura unitaria (espressa dall'Italia dei Valori, e anche questo è significativo) per le elezioni regionali in Abruzzo.


Sono scelte che fanno incontrare al Pd una piazza che esso ormai conosce e controlla solo in parte, e di cui quindi finisce spesso per essere più la coda che la guida. Sono scelte che di fatto consegnano la bandiera dell'opposizione, e dunque anche quella del Pd, nelle mani di categorie (i piloti), di pezzi . di sociale (il magma studentesco), di protagonisti (Di Pietro, i comici!), che i in realtà hanno a che fare poco o nulla con un moderno partito riformista. L'unità delle sinistre si sta riformando nelle piazze. ‘ chiara qual è la causa immediata di questo lento ma deciso abbandono da parte del Pd delle posizioni «soliste», la debolezza della leadership di Walter Veltroni.


Azzoppato dalla dura sconfitta elettorale; insidiato dalle continue, lotte interne ed incapace di comporre in un accettabile grado d'unità tra le diverse anime confluite nel Pd‑Veltroni non è ancora riuscito a trovare e a praticare una seria politica d'opposizione capace di tenere insieme, il profilo riformista del suo partito da un lato, e dall'altro la chiarezza del quotidiano contrasto rispetto al governo.


Così, sentendo il terreno mancargli ogni giorno sotto i piedi, si è "buttato a sinistra". Privo del consenso degli elettori ha cercato almeno quello dei manifestanti; persa la battaglia dei votanti, si è messo a sperare nelle lotte dei «movimenti». Ma non c'è solo la debolezza di Walter Veltroni nel Pd, c'è qualcosa di più profondo, l' evidente difficoltà di condurre una lotta politica vera che porti il partito ad essere un vero movimento riformista, ma per farlo dovrebbe abbandonare quella cultura di antica matrice comunista che esso invece ancora si porta dentro.


Il Pd, si trova di fatto ad avere, anche stando all'opposizione, dei nemici a sinistra, ma non essendo ideologicamente riformista abbastanza, non riesce ad accettare di essere combattuto e di combattere tali -nemici, rinunciando all'idea di farseli i n qualche modo alleati, cosa che invece avverrà a livello locale alle prossime elezioni amministrative. Perché non ammetterei propri errori, ed iniziare a rivedere le proprie strategie politiche se si vuole ritornare a governare in questo paese? Forse è giunto il momento di concludere oggi, un' avventura da «solista» e riaprire un tavolo di dialogo con tutte le forze politiche e civiche e i movimenti radicati nel paese e che, forse, hanno ancora molto da insegnare e da dare in termini di impegno e di idee.
Non sprechiamo altro tempo!!!!


(Vincenzo COSTANTINO)

Crescere Insieme CIVICA Movimento democratico Alessandria

venerdì 12 dicembre 2008

A Valenza Striscia la Biscia ssssssshhhhhhhhhhh

Ricordate tempo addietro / L’Amministratore tetro /Senza sguardo e lingua doppia /Che di vanità or scoppia? /Questo, insomma, s’è arrabbiato /Perché dice: “ Canzonato” /Dal mio blog molto privato /Ma perché lui l’ha guardato? /Non ha poi niente da fare? /Ed i conti da saldare? /E il bilancio da quadrare? /E la moglie da guardare?/ Ma lui perde tempo a iosa/ Migliorare non è cosa / Tutto va poi a scatafascio/ sui suoi affari io tralascio/ Il Comune vende tutto /Chi si prenderà quel frutto? /Case, immobili e giardini /lui sberleffa i cittadini /poi si strizza in fretta gli occhi /Ci considera pitocchi /Se io scrivo “ Non è giusto!!” /M’allontana poi di gusto /“ Via da me quella megera! /mi rovina l’atmosfera!! / voglio solo cicisbei !/ e più stupidi di lei / che non sanno cosa faccio/ e di questo mi compiaccio "/ ma noialtri cittadini/ che ci mancano i quattrini/ ci segniamo il suo cognome/ci ricorderemo eccome!!!!/ quando si dovrà votare/ e lui Sa dove pUò andare!

lunedì 8 dicembre 2008

LA VITA IMPERFETTA

NON MI DEVI DIMOSTRARE NULLA. NON MI DEVI DIMOSTRARE DI ESSERE PERFETTO O DI SAPERE FARE ASSOLUTAMENTE BENE LE COSE. NON CREDO CHE CI SIA UNA MODALITA' DI COMPORTAMENTO UNICA. MA SENTO CHE DOBBIAMO GIOCARCELA QUESTA VITA ASSAPORANDO LE SENSAZIONI PIU' GIOIOSE DELLA VITA.
CIOE' : SENTIRE.. SENTIRE.
MI INTROMETTO SPESSO NELLA VITA DEGLI ALTRI . DICO: " NO " " NO" PERCHE' SENTO NEL PROFONDO DELLA MIA ANIMA ( GIA', NELLA MIA ANIMA ) CHE LA STRADA E' QUELLA DELL'AMORE. MA NON PER ESSERE RETORICI.
NON INTENDO NON SOLO ALMENO, L'AMORE TRA UOMO E DONNA. MA L'AMORE INTESO COME UN SENTIRE ED ESSERCI PIENAMENTE NELLE COSE CHE FACCIAMO E SE PER CASO CAPITASSE L'EVENTUALITA' CHE NON CI FOSSIMO , NON CI FOSSIMO NELLE COSE CHE FACCIAMO, ALLORA NON ABBIAMO ALTRA SCELTA CHE ANDARE VIA E CAMBIARE.


DISCUTEVO CON UNA MIA AMICA E LEI DICEVA: "UN DIVORZIO RAPPRESENTA UN FALLIMENTO NELLA VITA DI UNA PERSONA"
IO DICO: NO.

IO CREDO CHE UN DIVORZIO NON SIA CHE UN EPILOGO NATURALE DI UNA STORIA D'AMORE. L'EPILOGO PIU' TRASPARENTE E PIU' ONESTO.
DUNQUE. NON CI CHIEDIAMO SE IL FIORE APPASSITO HA FALLITO LA SUA ESSENZA DI FIORE.
E' NORMALE. E' L'EVOLUZIONE.
LA SOCIETA,' PER UNA SUA OPPORTUNITA' ECONOMICA E ORGANIZZATIVA, CI HA ABITUATI A CREDERE IL MATRIMONIO UNA ISTITUZIONE A TEMPO INDETERMINATO.
E' UNA PAZZIA.
TUTTO SUBISCE UN PROCESSO, UNA CRESCITA ED UNA EVOLUZIONE.
FORSE CHE L'AVVENIMENTO DELLA NOSTRA MORTE SANCISCE PER QUESTO IL FALLIMENTO DELL'ESSERE UOMINI?

domenica 7 dicembre 2008

sabato 6 dicembre 2008

giovedì 4 dicembre 2008

IL BLOG E' PERICOLOSO - ATTENZIONE -


Dei momenti mi pare che scrivere un testo con la consapevolezza e la volontà di diffonderlo on line al mondo abbia una valenza trascurabile.

Alcuni momenti ho invece la triste sensazione che questo nostro scrivere ci porti ad una specie di pazzia legittimata , oppure ancora peggio che consenta e giustifica quella pazzia che già è in atto in noi. Sottolineo: in atto in noi. Pulsioni di cui inconsciamente ci vergogniamo e non vogliamo rivelare le trasformiamo in affettazioni salottiere. Noi ...

Noi. Perché non mi escludo da questo riferimento , benché come tutti voi io mi senta migliore e diversa.


Ma è un inganno.


Questo dilemma ha cominciato ad affiorare nella mia mente dapprima in modo impreciso, poco riconoscibile, incerto confuso. Poi sempre più chiaro. Fatale.

Il problema non è tanto, non tanto che siamo pazzi, beninteso. Perché molti di noi lo sono.


Alcuni non hanno assolutamente capacità di discernere i vari elementi di un fatto, altri hanno delle certezze criminali, altri ancora, incapacità totale di rapportarsi all’esterno, alle donne in particolare o al mondo nella sua globalità innocua e nello stesso tempo minacciosa e inquietante.

Ma il fatto che queste persone, noi, che scriviamo con queste incongruenze mentali, non solo non ci controlliamo e non ci sforziamo di tenerle a bada, ma ancor peggio , le esibiamo come norme morali, come temperamenti da emulare (come massime di vita istituzionali.) Per questo. Per questo motivo, scrivo e penso e vi metto in guardia:


ATTENZIONE : il BLog è pericolosissimo.


Vi faccio un’esempio. Ma che ho sperimentato di persona.

Una persona affetta da disturbi psichiatrici con tendenze maniaco / ossessive e criminali decide di aprire un blog.

Certamente se voi lo vedeste in faccia ( gli occhi allucinati , lo sguardo vitreo, i movimenti del corpo scoordinati, i gesti invasati, voi, dico voi tutti lo riconoscereste subito per quello che è e gli dareste l’attenzione e la comprensione misurata alla situazione. Magari anche un'attenzione terapeutica ( perchè non è vero che siamo tutti uguali : c'è chi ha forza nel carattere e chi è debolissimo e di questo dobbiamo farci carico noi che scriviamo)


Invece questa persona scrive nel blog. E io gli rispondo. Magari non comprendo veramente e legittimo le sue parole scrivendo: “ belle parole” Bravo” " splendide parole”

Vi lascio a voi immaginare le conseguenze che vi possono essere.


Ma, se pure non vi fossero conseguenze, diciamo, a livello pratico, lo stesso si innescherà un meccanismo perfido e sterile che non porterà altro che all’emarginazione di questa persona , all’avvallo delle sue ossessioni, all' inasprimento delle sue limitatezze.


Questo automatismo, al quale con l'andare degli anni e delle azioni, ci potremo persino abituare (come ci siamo abituati e anzi ci sembra normale che la telecamera in TV inquadri il culo delle donne invece che il viso) , non potrà che portare ad un appiattimento mentale, un irrigidimento morale di tutti noi che scriviamo e commentiamo.


Questa cultura dell'adulazione e della legittimazione di QUALSIASI PAROLA ci porterà ad un impoverimento della società e mi sono tenuta leggera.


Si è notato?

mercoledì 3 dicembre 2008

COMUNE DI VALENZA: ANCORA P.D. INTROVABILE . BORIOLI LO SA?


AHI AHI AHI! IL P.D. NON SOLO NON ESISTE
MA SI E' TRAMUTATO IN UN FANTASMA !!!!!

UNA FANTASMA CHE CANCELLA I COMMENTI

DAL BLOG DEL PARTITO

DEMOCRATICO.

FORSE IL COMMENTO NON ERA STATO ABBASTANZA CELEBRATIVO E

DEFERENTE PER POTERLO LASCIARE ON LINE?

FORSE C'ERANO RIPORTATI DEI FATTI TALMENTE INCONFUTABILI CHE

L'ECTOPLASMA NON AVREBBE SAPUTO COSA REPLICARE ?

LIBERISSIMO, CARO ECTOPLASMA, DI CANCELLARE LE COSE CHE NON TI PIACCIONO

DALLA TUA CASA, MA NON E' QUESTO IL MODO PER " AVVICINARE LA GGGENTE"

COSA CHE TU SAI BENISSIMO, DARLING . ....

MA CHE TU LI CANCELLI......................................DANIELE BORIOLI LO SA?



GIGANTEEEEEE PENSACI TUUUUUUU


chiedo scusa se parlo di politica
( politica?!!! è un po' grossa come parola per ciò che avviene NEL COMUNE DI VALENZA )
ma ho una specie di momentaneo rigetto
a trattare più seriamente i blog
( LEGGO DELLE COSE TALMENTE ..... TALMENTE .. LO STESSO SONO MOLTO VICINA A CHI PARLA CON IL CUORE E CON GRANDI SPERANZE DI ESSERE COMPRESI . UN BACIO A LORO: PCIUUUU )


lunedì 1 dicembre 2008

Storia di violenza, inganno e fuga


Dopo otto anni ci eravamo lasciati. Cioè, lui mi aveva lasciato. Anzi più precisamente l’avevo trovato in una stanza abbracciato ad una tipa tutta smaltata che non avevo mai visto prima. Quando ti abbandonano devi ricostruire la giornata daccapo. Prima c’erano le ore scandite dall’abitudine di vedersi, di far combaciare gli orari e poi ti ritrovi con tutto questo tempo bucato, da ricompattare ed organizzare: come una nuova casa.


Erano stati giorni lacrimosi e poi era tornata la voglia di uscire. Premessa importante. Perché questo dell’uscire diventa un momento delicato: si è come nuovi, indifesi, pionieri ed un po’ allucinati.


M’ero messa a vagabondare per i giardini fino a che avevo incontrato un gruppetto di persone che conoscevo di vista e con cui qualche volta m’ero fermata a parlare.
Mi unisco a loro e cominciamo a bere e a mangiare per i bar ed a girovagare senza indirizzo.
C’era tra questi un ragazzo che avevo già notato perché era il più bello. Era quel che si può definire “un tipo particolare”. Aveva i capelli scarmigliati e la barba da cospiratore e poi non parlava mai, questo allora mi faceva credere che stesse riflettendo.
Non raccontavo di come mi sentivo ma avevo cominciato il gioco pericoloso della seduzione. Ero molto ammiccante, affettuosa, gli giravo attorno continuamente, spesso mi rivolgevo a lui e mi ci sedevo accanto.
Avevamo cenato in un locale del centro poi avevamo ripreso a passeggiare per la città buia ed autunnale. Non ricordo altro di quella sera. Se non minuziosamente quello che accadde da quel momento.


Era molto tardi. Forse si erano fatte le tre del mattino. Eravamo rimasti solo io e lui seduti sullo schienale di una panchina del giardino deserto e ventoso. Lui aveva bevuto molto e fumato. Aveva preso anche delle pasticche e me le aveva offerte. Non le ho prese solo perché ho sempre paura di perdermi e di non riuscire a ritrovarmi più. Non avevo compreso allora. Non avevo abbastanza esperienza in questo senso. Lui m’abbraccia d’improvviso ed io non lo respingo . Ma non lo contengo. Mi spinge e mi schiaccia sino a farmi ribaltare dallo schienale sulla terra bagnata del parco. Sento una fitta dolorosa alla schiena, ma ancora non mi avvedo del pericolo.
Infatti dico: “mi hai fatto male”

Mentre cerco di alzarmi comprendo subito, all’improvviso. Tutto mi è lucidissimo, chiaro. Lo osservo per la prima volta. Lui non mi ascoltava e non mi vedeva. Io non c’ero proprio per lui. Non s’era neppure accorto che avevamo fatto un volo di un metro con il rischio di farci male. Aveva lo sguardo perso nel vuoto ed una forza violenta nelle braccia. Mi aveva afferrato le mani e le schiacciava sul terreno non dandomi la possibilità di fare un solo movimento col busto. Mi guardo attorno e solo in quel momento mi accorgo che non c’era nessuno nel raggio di molti metri: riuscivo a visualizzare con difficoltà solo fioche luci delle auto che sfrecciavano nella via che fiancheggiava il giardino.

Il deserto. Il deserto intorno. Penso convulsamente ma più che pensare sento furiosamente e con angoscia di non poter appellarmi a nessuno, di non poter urlare e che se pure avessi urlato forse avrei peggiorato le mie condizioni, forse mi avrebbe anche picchiata.


L’ho pensato freneticamente in poche frazioni di secondo.

E decisi subito.

Ricambiai i baci.

Era l’unica possibilità che avevo di uscirne alla meno peggio. Anzi, non sapevo , non progettavo nulla per il futuro, volevo solo preservarmi per l’immediato presente.

Lui allentò la presa quando mi sentì accondiscendente e restammo lì a baciarci per un po’. Lui mi toccava dappertutto ed io lo lasciavo fare. Feci cenno di liberarmi le mani per accarezzarlo e lui lasciò la presa subito. Allora potei ruotare il busto un poco e cominciare a muovermi ed a respirare più liberamente. Ma non smettevo di accarezzarlo ed ingraziarmelo disperatamente. Mi spostavo lentamente strisciando in terra verso le luci delle macchine . Non ricordo più quanto tempo mi ci è voluto. Le luci si avvicinavano lentamente, il tempo passava inesorabilmente. Un ora? due ore? Non ricordo. Ma quando ho sentito che avrei potuto raggiungere le luci in sicurezza mi alzai in piedi e cominciai a correre a perdifiato.

Corro furiosamente in mezzo alla strada. Fermo una macchina. Salgo velocemente. Non mi volto neppure una volta per guardarmi le spalle. Non ricordo altro se non il mio pianto disperato nel sedile posteriore dell'auto.

VALENZA - LE VIGNETTE DI EZIO CAMPESE - IL P.D.

.........




Ringrazio Ezio Campese per aver autorizzato la pubblicazione delle sue vignette particolarissime che di volta in volta saranno in questo splendido e meraviglioso BLOG !!!!

domenica 30 novembre 2008

mercoledì 26 novembre 2008

Buonasera Dottore


Avevo scritto poesiole perchè mi sembrava divertente presentare con tono lieve certi comportamenti un po' insolenti, un po' improduttivi di una certa classe politica.


Non ho mai espresso malevolenza perchè non ce l'ho. La mia inquietudine preferisco riservarla a cose più importanti. Scrivevo perchè mi divertiva , mi consolava e mi distraeva dalle asprezze della mia anima. Mentre scrivevo ho pensato e detto: " qualcosa mi accadrà."


Ma era un'idea licenziosa: non m'appassionava e nè mi turbava. E' successo qualcosa. Machisenefrega. Non è questo il punto.


Non è il modo spudorato, impudente ed imprudente dell'azione di persone che non hanno la mia attenzione se non marginale in qualità di ruolo e di funzione. Questi sono persino divertenti, prevedibili. Ordinari.
E' molto tempo che lavoro in questo ambiente. Ho visto molti politici arroganti che adesso camminano per la strada sconosciuti alla gente e forse a loro stessi. Non è questo.
Non posso non scrivere però della mia delusione per una persona deliziosa che non ha neppure saputo avere il coraggio di avvisarmi. Di informarmi. Di prendersi l'onere del mio dispiacere come s'era preso l'onore della decisione.

Questa lettera è per Lei, Dottore.

E per questo mondo strano che ci fa avvicinare e rapportarsi senza parole e ci fa intuire e sperare di solidità e professionalità che invece non ci sono.
Non ci si dispiace mai per un lavoro mal fatto, ma sempre a causa di una persona che ci è venuta meno nei gesti e nella relazione.
Stasera, Dottore, per qualche minuto ho scritto di Lei , per qualche minuto in questo spazio etereo e grande ma in fondo chiuso e domestico come un quartiere popolare, per qualche minuto l'ho resa presente e percepibile. Lei , che era elemento diverso e sano e sensibile e amato , si è svelato inadeguato, coinvolto e quindi colluso. Colpevole. Perduto anche. Deludente. Insufficiente.
Insufficiente per molto tempo.
Da ora. Dottore.

martedì 25 novembre 2008

LA STREGA CATTIVA A VALENZA E LA NOBILE CORTE

Forse non ci crederete /ma poi dubbi non avrete /Questa nobile congrega/ ha paura della strega/Quelle donne indipendenti/ che fuggivano i potenti/ Perché libere vivevano/ e favori non chiedevano/Ma se il tempo è ormai già andato/ loro restano al passato /Ed invece di pensare / bene a quel che devon fare /Stanno lì a almanaccare / su qual ceppo lei bruciare /E finirla nella brace/ così che alla fine tace! /Se potessero davvero / non ne fanno poi mistero /impedirle i movimenti / senza tanti complimenti /Tanto pensano tapini / da sembrare un po’ cretini /Poi l’idea gli viene bella/ come il buco alla ciambella /Per punire questa strega / non c’è rogo che la lega /ma di fretta e senza scusa / ispirati da una musa /senza porsi la questione / quando c’è la commissione /si dimenticano che / una regola poi c’è /non è un gioco libertario/ qui ci vuole un segretario ! /ma che importa io lo levo!/ come fosse il medioevo /ed in barba a questa legge /han deciso come schegge /accendiamo la catasta / siamo quelli della casta !

Al paggetto della corte / gli è toccato triste sorte / di inchinarsi a trenta gradi/ e giocar la vita ai dadi/ è l'ostaggio del potere / segue sempre il suo volere/

lunedì 24 novembre 2008

Si parla di sesso.

Postato da un amico il 5 Marzo 2008:
"Ieri mi è capitato di fare sesso come di rado mi succede: una”sessione” di sesso selvaggio,dove ogni azione di uno provoca una reazione dell’altra che a sua volta innesca una....mi avete capito: in pochi attimi tutto si trasforma in qualcosa di animalesco,dove sono gli ormoni e l’istinto a parlare e mi sembra strana l’espressione “fare l’amore” a proposito di sesso a livelli simili.In certi momenti l’amore si ritira in buon ordine e lo si farebbe anche con persone che si odiano.
Per farlo veramente bene bisogna che entrambi lo desiderino e che siano il più possibile rilassati e con la mente sgombra da tutto ciò che esula dalla ricerca del massimo piacere. Le mie esperienze come quella di cui sopra sono state e sono tuttora piuttosto rare,anche perchè le donne si riempono la bocca con la parola amore,hanno l’amore che le pervade tutte e si dimenticano che l’amore si nutre anche di buon sesso.
A me sono quasi solo capitate donne Mastro Lindo convinte di avere esaurito la propria parte aprendo le gambe ed incrociando le braccia,aspettando che la manna arrivi dal cielo,donne piene di sensi di colpa che non sono mai state sfiorate dall’idea che solo con la partecipazione si riesce a non sentirsi usate,donne Swatch che “facciamo presto che alle cinque devo andare”, donne che sono state educate all’esclusiva soddisfazione del maschio e si avvicinano al letto come ad un patibolo e potrei continuare ma mi fermo.Si parla tanto di crisi del maschio,del suo ruolo incerto in un mondo di veloci cambiamenti e della sue ansia da prestazione:io odio la burina ostentazione ma sono sicuro delle mie prestazioni sempre che la controparte partecipi con il mio stesso entusiasmo e passione. Non bisogna dimenticare che il miglior afrodisiaco è il vedere il partner coinvolto nel sesso come e più di noi mentre vederlo attendere la fine delle manovre con la faccia della vittima sacrificale smonti persino le migliori intenzioni e gli appetiti più sani."

Scusami. Ti ho preso il tuo post e l'ho incollato qui. Ti arrabbierai, ( spero che questo non pregiudichi la nostra amicizia: ti leggo poichè mi interessa cosa pensi. ) ma voglio scrivere su questo modo di vedere il sesso che è tipico dei maschi. Voglio dirti quello che sente una donna. E quella donna sono io. ( ma va ?!)
Non riconosco nulla di ciò che hai scritto. Non parlo , io, così di sesso o d'amore che poi sai, per me è assolutamente imprescindibile. Perchè il desiderio che ti porta a fare sesso è confuso e fuso in una miriade di sentimenti e sensazioni che non so come riesca tu a separarli da quello che viene definito " amore" .

L'amore non ha solo una faccia. Dobbiamo finirla di mitizzare questo Dio "Amore ".
L'amore non è un sentimento verginale, scevro da pulsioni oscure. Non è come fosse un angelo immacolato risplendente di luce propria santificata.
L'amore è una sensazione umanissima e contaminata da molte percezioni contraddittorie. E queste, a loro volta, sono influenzate dal momento psicologico personale, dalla capacità di sentire dell'individuo, dal bisogno di essere, dall'odio, dalla competizione, dalla propensione caratteriale, dalla profondità della propria anima e dai fantasmi inesplicabili che abitano le nostre viscere.
Ciò che muove il desiderio cioè la voglia di scopare, di essere toccata e di toccare è un meccanismo misterioso. Ancora adesso io personalmente non so spiegarmi come mai ad un certo punto sento " voglia" di un uomo che magari non rispecchia quei canoni che ho ben prefissati dell'uomo desiderabile, quelli che poi conosciamo tutti: bello, giovane, intelligente generoso ecc ecc.

Un mio amico si lamentava come te che lei non partecipava.
Sappiate ragazzi, che se lei non partecipa è perchè non vi desidera. Punto.
Non " sente" nulla o " sente" poco e magari dipende anche da voi, da come vi siete mossi. Una parola detta male. un gesto. Un comportamento e l'ardore si spegne. L'ardore, l'amore. il desiderio, la voglia. Che ha un nome solo, che ha un calore unico. E' nel cuore e nel cervello e nella fica. Diventa sangue, diventa fame.
Non è un problema di tecnica, (sono sicuro delle mie prestazioni )ma di passione, di anima, di coinvolgimento. Di disponibilità al sentire . Di riconoscimento delle vibrazioni, di empatia con l'altro. Bon

( "amami per un'ora , ma perdutamente" come dice Gianna Nannini )

P.S. l'inefferabilità e l'illogicità del desiderio è dimostrata anche dal fatto che le parole del tuo post (da cui sono discordante) Le " sento" , invece, profondamente erotiche.
( come darsi in finale una bella zappa sui piedi oh yeah )

domenica 23 novembre 2008

L'incontro con gli altri

Ero in birreria. Seduta in mezzo. Tra Silvio e Rina ( carina questa cosa di mettere i nomi) Davanti avevo Mauro e con lui scherzo sempre. Anche se non abbiamo nulla che ci accomuna. Forse cercare di non stare male. ma lui ci riesce. Io fremevo , come sempre. Esco di casa per cercare di rientrarvi al più presto possibile. Mi dico: " Ok , hai fatto il tuo dovere: sei uscita. hai cercato di ridere. hai fatto qualche battuta anche intelligente. Sei molto intelligente, caspita. "
Ho parlato persino di quell'idiota che manda messaggi anonimi nel mio blog. Ho fatto il suo nome. Perchè so bene chi è ed è vergognoso che sia proprio lui, con tutto quello che dovrebbe fare invece che occuparsi di me. ( per quanto ehm .. io sia un oggetto di attenzione veramente irresistibile) I miei amici non leggono il mio blog. Pensano che sia un diarietto innocuo da portinaia. Così ne parlano bonariamente.
Imprudenti.
Abbiamo riso e fatto fotografie. Claudio ha fatto un brindisi scherzoso. Tutti hanno riso ed anch'io. Ma era un sorriso di pelle e di gola.
Io, che non bevo mai alcolici perchè mi fa stare male, ieri sera ho bevuto del vino bianco. Mi sembrava fosse acqua. Lo sentivo leggerissimo e fresco.
Hanno proposto di cambiare locale. Di continuare la festa. Ma io non me la sentivo. Fremevo. La mia ansia non mi da molta autonomia. Già scalpitava per emergere. Ho detto: " io no" E ho tirato un sospiro di sollievo quando gli altri non hanno fatto domande. Il tempo per me era scaduto. Non posso permettere alla mia leggerezza di prolungarsi la vita. Ho un appuntamento con le mie riflessioni. Devo capire. Devo capire. Devo soprattutto sciogliermi. Non posso trattenermi in occupazioni rilassanti e svaganti. Ho il tema del dolore da svolgere. Ho la passione pulsante da rinnovare. Ho un richiamo silenzioso di Morte e Amore tra le labbra. la vita non è con gli altri. L'essenza dell'esistenza è solo all'interno di sè. l'incontro con gli altri, per quanto sia prezioso, si può assimilare ad uno sfiorarsi di due viandanti che si incrociano in un sentiero troppo stretto per permettere il passaggio di entrambi.
Ciò che condivido con gli altri diventa solo uno spunto per una solitaria elaborazione intima e viscerale.

Se durante il contatto qualcuno ti passa vicino troppo distrattamente, ti rimane la voglia di sapere chi era mai costui, come mai andava così di fretta. cosa aveva di meglio da fare più che fermarsi a parlare con te. Con te, insomma. Che sei il meglio.
Ma questo lo si sapeva già. ( n.d.r. Che sono il meglio)
Allora: l'incontro con gli altri assolve al bisogno di rappresentare se' stessi . Di sfoggiare le proprie competenze. Di qualsiasi natura siano. Dunque.
Sono una spugna satura e grondante. Devo strizzarmi per benino. espellerò queste pulsioni neglette: attenzione al piano sotto !!!!

giovedì 20 novembre 2008

mercoledì 19 novembre 2008

IL FUOCO DIVORA

Ecco il buio. Ho aspettato qualche tempo.
Stasera non ho quasi parlato di quello che mi stava a cuore. C'era un camino acceso in birreria . Non ho parlato mai di quello che mi preme. Guardavo il fuoco crepitare. Avevo le guance calde per la vampa. Al ritorno ho guidato senza parlare. Non ho mai parlato di ciò che più mi preme. Ho aspettato qualche tempo. Fino ad ora. Sono entrata in casa. . Ho posato in fretta il mio zaino. Ho pensato subito a cosa mi stava più a cuore. Adoro ascoltarmi fino a crepitare come il legno sul fuoco. Fino ad accartocciarmi ardente e luminosa come brace. Mi arriccio nella fiamma bizzarra dell'Amore e del Desiderio che sento. Ma non c'è un suono. non c'è un discorso su questo.
Non si parla mai di ciò che veramente ci sta a cuore. Il fuoco intanto mi divora.

venerdì 14 novembre 2008

Pubblicità del Gratta e Vinci. Ti piace facile?



Il Partito Democratico appoggerà Gianni Raselli alle Elezioni Comunali del 2010?





...................E' possibile: Al Partito Democratico
.................piace perdere facile




COMUNE DI VALENZA : ELEZIONI COMUNALI 2010

IL SINDACO GIANNI RASELLI
INTENDE RIPRESENTARSI ALLE PROSSIME ELEZIONI COMUNALI....



........APPOGGIATO DAL PARTITO DEMOCRATICO











AH DAVVERO? QUALE PARTITO DEMOCRATICO ?










giovedì 13 novembre 2008

Una sera ti porterò nel mio regno vicino al mare

Una sera ti porterò nel mio regno vicino al mare. Tu non puoi non fidarti. Ti prenderò per mano e seguiremo il sentiero che già conosco. Farai attenzione ai miei passi. L'aria leggera ci porterà l'odore salmastro delle conchiglie e delle alghe. Il profumo ci farà da guida. Strani insetti ci accompagneranno lungo il tragitto. E' difficile immaginare quello che sto raccontando perchè adesso il cielo è scuro e nebbioso. Ma prova a chiudere gli occhi e sentirai la sera caldissima. Sentirai le cicale negli alberi. Noi saremo vestiti con magliette di cotone colorate e cammineremo a piedi nudi. Non parlerò mai durante il percorso perchè quello che volevo era portarti con me in questo posto meraviglioso. Non avrò altro desiderio da attendere. Ci troveremo infine davanti al mare buio e strepitante. Intorno ci saranno i grandi pini e le foglie mosse dal vento. Prova a chiudere gli occhi. Sembra impossibile che i nostri corpi si possano muovere liberi nell'aria tiepida, perchè l'inverno ci ingoffa di panni di lana e di freddo. Le case intorno sono sporche e piene di muri. Ma proviamo lo stesso a credere di trovarci insieme nella sabbia vellutata dell'estate. Il cielo sarà pieno di stelle pulsanti. Ci sembrerà di essere presi da vertigine mentre le guarderemo . Non ti racconterò quanto è stato significativo questo posto per me perchè avrà con te un nuovo significato. L'amore è godere insieme di questi doni esclusivi della natura. Esserne parte completamente. Basterà allargare le braccia e avvolgere la spiaggia in un legame supremo. Se chiudi gli occhi ti sembrerà che tutto questo avvenga in questo istante oppure che è appena successo. Guarda: hai già addosso la sabbia dorata. Hai già la pelle ardente di sole. Hai già le labbra profumate di mare .

mercoledì 12 novembre 2008

Parliamoci chiaro


La parola chiave è: creatività. La seconda parola chiave è : innovazione o progetto ( da utilizzarsi a turnazione) La terza parola chiave è: protagonista. Il verbo chiave è: attuazione o qualificazione. Di seguito : ambiente e tutte gli altri sostantivi: cittadini, giovani, pensionati, famiglia, bisogni, risposte, lavoro, sinergia ecc.
Ok. cominciamo:

Scuola: L' Amministrazione in questi anni ha voluto dare una risposta di creatività e innovazione alla scuola con un progetto di riqualificazione per fare in modo che la scuola sia protagonista in primis di tutti gli interventi educativi ecc ecc.

Servizi: L'Amministrazione in questi anni ha voluto rendere il cittadino protagonista della vita della città con un progetto di servizi innovativi ed efficienti in risposta alle sue esigenze.

Politica: l' Amministrazione ha voluto cogliere l'occasione per ricordare come in tutti questi anni si sia prodigata per una politica dove protagonista fosse il cittadino attuando un programma di qualificazione territoriale ed urbana in osservanza delle esigenze della popolazione e nel rispetto dell'ambiente , in sinergia con i servizi collaterali quali il trasporto urbano lo smaltimento rifiuti , i servizi post scolastici e tutto ciò che fa di una città un posto sostenibilmente vivibile.
Pant pant.

A.A.A. Offresi elaborazione slogans promozionali adattabili ad ogni circostanza. Prezzo € 50,00 a tema. ( saldi del 10% per fine legislazione)
L'esclamazione intrisa di commossa devozione: " Oh lei sì che sa farsi capire dalla gente" è inclusa nel prezzo.

n.d.r. : qualsiasi tipo di prestazione di diverso genere da quella proposta (per motivi di rigore etico e morale) sarà assolutamente presa in considerazione.

martedì 11 novembre 2008

LA GIUNTA COMUNALE DI VALENZA CONTRO LA RIFORMA GELMINI

Negli ultimi 15 anni abbiamo fatto molto per i giovani ... bla bla







Meno male che l'avete scritto sul giornale altrimenti
non me ne accorgevo

domenica 9 novembre 2008

Comune di Valenza: Criteri di valutazione del dipendente Ente Pubblico

Cerchiamo di riflettere un attimo: al di là di quello che si pensa dei dipendenti degli Enti pubblici (personalmente, negli Enti Pubblici ho incontrato professionalità di altissimo livello e nel privato molta più improvvisazione), vorreste mai che il vostro figlioletto sia giudicato in base alla sua faccia invece che in base all'elaborato prodotto (che sia un temino o un problema o un quesito di geografia/ storia)? Certamente vorreste poter conoscere che criterio è stato usato e in base a quale errore o distrazione il vostro figliuolo ha preso un 'insufficienza. Non per niente quando ci si reca alle udienze il professore tira fuori il compito in classe e fa vedere le inesattezze commesse: questa è grave, questa no ecc. ecc. Invece al Comune di Valenza no. Si è preparata la valutazione (capacità di adattamento, capacità di elaborazione dati ecc. ecc) senza assegnare al dipendente ROSSI nessun incarico. Voi direte: ma gli incarichi sono quelli già assegnati di routine. Può darsi. Ma chi li ha svolti? Chi li ha controllati? Dove sono stati gli errori (se di errori vi sono stati)?
Non è così' che si agisce. E' scorretto. E' mortificante per tutti quei dipendenti che hanno sempre svolto il proprio servizio con impegno e passione.
C'è stato risposto che non avevano tempo di realizzare un programma di valutazione .

La Regione Piemonte da più di sei anni si è data un criterio preciso
realizzato in base (ATTENZIONE) all'assegnazione degli incarichi ai dipendenti.

Forse la nostra amministrazione non sa che:

Ogni dipendente deve essere informato tramite la scheda di assegnazione degli obbiettivi che deve raggiungere (istituzionali o straordinari).

Perchè questo avvenga naturalmente nella scheda si deve poter individuare:

1) La descrizione oggettiva degli incarichi ed obiettivi

2) Il criterio di misura

3) Quantificazione e tempo di realizzazione

4) Piano di azione concordato e approvato dal Dirigente

5) Risorse a disposizione

6) Verifica intermedia ( a che punto si è arrivati)

7) Osservazioni del Dirigente

8) Osservazioni e risposta del dipendente valutato

Al termine verifica finale e valutazione dell'operato del dipendente

Si ricorda all'amministrazione del Comune di Valenza che ogni Ente deve adottare metodologie permanenti per la valutazione delle prestazioni dei dipendenti, da comunicarsi tempestivamente al dipendente medesimo in base al Contratto nazionale attualmente vigente.

I premi di produttività e le progressioni orizzontali sono soldi ( money) e quindi non possiamo prendere sotto gamba i criteri e le misure di valutazione.

Non riconosco legittima alcuna valutazione (che, peraltro, non conosco) prodotta su di me. Non mi è stato assegnato alcun obiettivo, non sono stati controllati i risultati del mio lavoro istituzionale, non sono stata osservata, monitorata e neppure distrattamente incrociata nei corridoi da chi mi doveva valutare.( e assegnare l'incarico)
Quindi, non avendo rispettato questi criteri (non sono stata informata di alcun obiettivo assegnatomi, non sono stata informata di alcuna valutazione in corso nè dei criteri adottati per la valutazione) e poichè non è possibile valutare una persona senza avere con lei alcun tipo di contatto o predisporre un'osservazione del risultato di un qualsiasi obiettivo (tra l'altro mai assegnatomi), sfido l'amministrazione a presentare un atto in cui mi viene assegnato un incarico che io non ho portato a termine nel migliore dei modi.

Last but non least
Un sentito ringraziamento alle R.S.U di Valenza che hanno accettato un simile accordo/ capestro.

tenchiu verimac bebis. Alla prossima furbata.

giovedì 6 novembre 2008

IL SEGRETARIO


Ecco arriva il segretario /Che prepara il suo diario /Lei si siede e si sistema
E l’impegno un po’ la strema /Quando iniziano a parlare /Dove vanno poi a parare?/ Con le chiacchiere son forti /Ma decise son le sorti /Ed è ormai questo parlare Solo fumo da gettare /Uno dorme sulla sedia /l’altro fa un po’ di commedia Se qualcuno si lamenta /Ci si aspetta che si penta /Poi c’è l’altro sempre uguale/Dice sempre: “ non c’è male” / “è d’accordo e sai perché? /Ha votato lui per te”/Scrive scrive il segretario /Perché ormai questo è il calvario
Facce uguali e uguale sorte /Peggio c’è solo la morte /Tutti presi a rampicare /Pochi sanno lavorare / Non si impegnano perché /C’è che ognuno pensa a sé /
anche pure il segretario / che di nome non fa mario /mette via il diario e borsa / per andare via di corsa
se ne va alla chetichella / il suo nome fa ....

lunedì 3 novembre 2008

LA FACCIA

Qualche tipo per un vezzo/ a mostrarsi non è avvezzo/ dietro a soprannomi scrive/ e ti manda le missive/alla faccia da importanza/e ne fa una complicanza/ mentre il viso in fondo e' nulla/ è un immagine fasulla/tutti visi sono uguali/ siamo facce abituali/ e non credere che poi/ uno pensa sempre a noi/ ma è corretto per la gente/ dimostrar che non si mente/ e mostrarsi senza inganno/ senza avere poi un malanno/ chi si cela e si nasconde/ a chi parla lo confonde/ non sai mai se ciò che ha detto/ lo pensava o è uno scherzetto/ non ci mette mai la faccia/ ma non c'è chi lo minaccia/ anzi, a lui che poi si cela/ mi avvicino con cautela/ sarà un mostro o un aereoplano? / forse un gobbo oppure un nano/ anzi per poi non rischiare/ non ci sto a parlamentare /

sabato 1 novembre 2008

Qualcosa di molto personale

I moti del cuore.
Cavolo. Iniziando a renderli soggetti alla prima riga sento già di defraudarli del loro incanto. I moti del cuore. Già a nominarli perdono il valore. Perchè: "Se pensi una cosa la uccidi."
Ma oggi è successo un fatto significativo.. dicevo appunto dei moti del cuore .... ossia quello che chiamo " amore palpitante" che è anche molto vicino a tutte quelle sensazione di disfatta e di morte e di desiderio di uccidere o di proteggere e possedere allo stesso tempo che non ha nome. Ero abitata spesso da questi impeti profondi che non volevo identificare. Ok, c'erano. O meglio: mi avevano assalito ed io quasi me ne facevo una colpa e mi dicevo: "sono io che ho lasciato la porta aperta oppure non sono stata abbastanza forte da resister loro. da vincerli . Non sono stata convincente da allontanarli e farli fuggire spaventati e sconfitti. " Invece si imponevano e mi dominavano .
Io restavo annichilita in un angolo della stanza a subire l'onda e la violenza dell'emozione , la fatalità dell'irruenza potente , l'autonomia della spinta e del fuoco dirompente. Era colpa mia , in un certo senso. Li avevo chiamati. Ricordavo o pensavo od ancora peggio cercavo nei gesti e nelle cose fuori di me la scintilla scatenante. La miccia e la benzina.
Ripercorrevo (potendomelo impedire) delle strade dolorose, delle giornate moleste. Cercavo il mio tormento. Intanto non mi capacitavo che un suono ed una voce od ancora peggio un ricordo e persino uno scritto potessero in un secondo sopraffarmi interamente come fossi un filo di grano giovane piegato dal vento leggero della primavera. Eppure eccomi a terra. Io. Dico: io . Io che posso urlare. Sentite l'eco? Sentite l 'energia del timbro e dell'ostinazione? Dico: io. Eppure ecco lo straniero velenoso che si abbatte sulla mia sicurezza e se ne appropria con noncuranza.
Ma questa non è cosa nuova: ne ho già parlato allo spasimo. Oggi invece è successo un fatto nuovo che sa d'incredibile e questo, in qualche senso, rafforza in me la convinzione che il moto del cuore non potesse essere controllabile e non dipendesse da me.
Ero in casa tranquillamente. Troppo tranquillamente per potermene pacificare. Allora l'ho fatto. Sì, non abbiatevene a male. Ho pensato. Ho ricordato. Ho visto. E gli occhi vedevano chiaramente i colori, i suoni, il viso, i pensieri come fossero davanti a me e potessi toccarli. Li ho toccati. Mi hanno guardato sornioni e ostili in attesa del crollo imminente, in attesa della struggente desolazione. Io la conoscevo e spesso l'ho attesa quasi per abitudine.
Invece , mentre guardavo e ricordavo e le immagini m'erano visibili come la luce del sole o il suono del clacson della strada, invece non ho sentito nulla. Ero guarita forse? Oppure doveva ancora arrivare, era in ritardo, la porta era aperta, il silenzio premonitore, dunque? Ero guarita. Non m'aveva presa. Ed ho continuato un po' titubante a pensare e a sentire per essere certa di poter governare il mio animo da padrona unica. Ascoltavo: il silenzio soave regnava intorno. Ero guarita. Guardavo: il mio pigiama di flanella giallo chiaro. Il mio piumone caldo e soffice . Il silenzio imperturbabile, la mia gattina miagolosa. Faceva ronf ronf sulla mia guancia.